Paganini

ITALIA 1989
Durante uno dei suoi concerti, dato al Regio di Parma, Paganini rivive la propria vita e ne anticipa la fine. E' un mare procelloso di ricordi, di sfrenatezze e follie, nonché di ossessioni erotiche, che si mescola ai successi vertiginosi. Da Vienna a Venezia, da qui a Genova e a Parigi, passando da una locanda e da un trionfo all'altro, idolatrato da folle di donne isteriche, adulato da regnanti e perseguitato dai creditori, Paganini viaggia con l'adoratissimo figlio Achille, sempre inquieto e stravagante in un turbine di eccessi e di gloria.
SCHEDA FILM

Regia: Klaus Kinski

Attori: Klaus Kinski - Nicolò Paganini, Debora Caprioglio - Antonia Bianchi, Nikolai Kinski - Achille, figlio di Paganini, Dalila Di Lazzaro - Baronessa Helene Von Feuerbach, Donatella Rettore - Sig.na Wells, Beba Balteano - Carol Watson, Tosca D'Aquino - Angiolina Cavanna, Bernard Blier - Padre Caffarelli, André Thorent - Galvano, Eva Grimaldi - Maria Anna Elisa Bonaparte, Marcel Marceau - Mimo, Fabio Carfora, Feodor Chaliapin Jr., Vittorio Ciorcalo, Niels Gullov, Luigi Leoni

Soggetto: Klaus Kinski

Sceneggiatura: Klaus Kinski

Fotografia: Pier Luigi Santi, Silvano Tessicini - operatore

Musiche: Salvatore Accardo

Montaggio: Klaus Kinski - non accreditato, Carlo D'Alessandro - assistente, Erminia Marani - assistente

Scenografia: Massimo Lentini

Arredamento: Titus Vossberg

Costumi: Bernadette de Cayeux

Effetti: Reiko Kruk, Dominique Colladent

Suono: Harald Maury - fonico

Aiuto regia: Salvatore Basile

Durata: 82

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: (1:1.66) - TELECOLOR

Produzione: AUGUSTO CAMINITO PER SCENA FILM ROMA, PRESIDENT FILMS PARIS

Distribuzione: MEDUSA DISTRIBUZIONE (1990) - PENTAVIDEO, MEDUSA VIDEO (PEPITE)

NOTE
- REVISIONE MINISTERO OTTOBRE 1997.
CRITICA
"Povero d'idee, e privo di cornice storica, il Paganini di Kinski ha avuto una lunghissima incubazione (oltre dieci anni) ma l'esito è largamente inferiore alle attese. L'identificazione fra l'attore dal ghigno cadaverico e il musicista prodigioso si realizza nei modi più plateali, talvolta alla soglia della pornografia, con scenografie sfarzose nelle quali la macchina a mano provoca il mal di mare, con effetti ottici (primo fra tutti il rallentamento) intesi a sottolineare la presunta poeticità della situazione..." (Giovanni Grazzini - Cinema '90)