MORTE DI UN BANDITO

ITALIA 1961
Vito Ribera, un famoso bandito siciliano, ha visto man mano declinare la sua potenza: le perdite inflitte alla sua banda dalle forze dell'ordine lo hanno inesorabilmente condannato, prima a cercare uno scampo sulle montagne e poi a tentare l'espatrio. Egli dapprima contava sulla protezione di alcuni mafiosi, ma ora viene abbandonato anche da questi e tradito dai suoi più fidi compagni. In una notte di temporale, con la promessa di espatrio, viene condotto da un capo-mafia nella casa di un pacifico e timoroso abitante di un paese siciliano: è con lui anche il suo luogotenente, Michele Galardo. Nella casa di don Luigino, Vito si accorge che la promessa di espatrio altro non è che una trappola per consegnarlo alla polizia e che il maggiore traditore è proprio il suo braccio destro, Michele. Vito, che in fondo è un esaltato, reagisce al tradimento non con l'ira o colla ribellione, ma con una strana rassegnazione che lo porta a paragonarsi addirittura a Gesù Cristo, fino al punto di farsi ammazzare deliberatamente.
SCHEDA FILM

Regia: Giuseppe Amato

Attori: Giorgio Albertazzi - Luigino, Lea Massari - Santa, Katina Paxinou - Silvia, Francisco Rabal - Vito Ribera, Sergio Fantoni - Michele Galardo, Vittorio Sanipoli - Carmelo

Sceneggiatura: Giuseppe Berto

Fotografia: Marco Scarpelli

Musiche: Angelo Francesco Lavagnino

Montaggio: Andreina Casini

Scenografia: Piero Filippone

Durata: 79

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: LAVORO ORIGINALE DI GIUSEPPE BERTO

Produzione: PRODUZIONI GIUSEPPE AMATO

Distribuzione: INCEI FILM

CRITICA
"Amato nutre ambizioni registiche da anni (...) (e) orecchiando-orecchiando (...) si è fatto anche lui il suo bandito, dopo quelli di Castellani, Rosi, De Seta. Nonostante il soggetto (che offriva qualche spunto interessante), si tratta di un convenzionale melodramma pieno di ingredienti abituali al genere, dalla donna del bandito alla morte su tradimento, basato sulla storia di Giuliano (...)". (Anonimo, "Nuovo Spettatore Cinematografico", 30/31, apirle 1962).