Metro Manila

3/5
L'inglese Sean Ellis racconta una capitale delle Filippine dannata: intimità di coppia, dannazione sociale, un sole che non sorge mai

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GRAN BRETAGNA 2013
Oscar Ramirez conduce una misera esistenza con la sua famiglia nelle risaie del nord delle Filippine. In cerca di un futuro migliore, i Ramirez si trasferiscono quindi a Manila. Sulle prime non è facile districarsi nel caos della giungla metropolitana, ma poi Oscar ottiene un impiego come autista di camion blindati, riuscendo anche a conquistare la fiducia e l'amicizia del suo responsabile, Ong. Tutto sembra andare per il meglio fino a quando Oscar scopre di essere coinvolto in una situazione piuttosto pericolosa...
SCHEDA FILM

Regia: Sean Ellis

Attori: Jake Macapagal - Oscar Ramirez, John Arcilla - Douglas Ong, Althea Vega - Mai Ramirez, Angelina Kanapi - Charlie, Reuben Uy - J.J., Leon Miguel - Occhio Bianco, Ana Abad-Santos - Dora Ong, Moises Magisa - Buddha, Erin Panlilio - Angel Ramirez, JM Rodriguez - Alfred Santos

Soggetto: Sean Ellis

Sceneggiatura: Sean Ellis, Frank E. Flowers

Fotografia: Sean Ellis

Musiche: Robin Foster

Montaggio: Richard Mettler

Scenografia: Ian Traifalgar, Alfie Antonio Orseo

Costumi: Ian Traifalgar

Durata: 114

Colore: C

Genere: THRILLER

Specifiche tecniche: HD (16/9)

Produzione: SEAN ELLIS, MATHILDE CHARPENTIER PER CHOCOLATE FROG FILMS

Distribuzione: BUNKER HILL (2017)

Data uscita: 2017-06-21

TRAILER
CRITICA
"Un mix interessante di documentario neo realistico su umiliati e offesi della metropoli (alla 'Salaam Bombay' della Nair) e poliziesco (...). Con la regia inglese di Sean Ellis il film fila veloce col folklorismo esotico di chi guarda usi e costumi diversi, ha un bell'inizio biblico e finisce thriller con sorpresa per noi che osserviamo scene di quotidiana miseria con senso di colpa occidentale. Ma è un film vivo, libero, auto finanziato con le qualità di un certo sguardo che comprende magari anche qualche banalità." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 22 giugno 2017)

"Per molti versi il sapore è quello di tanti film del dopoguerra e dei primi anni 50, italiani in particolare ma non solo. (...) Come nei film postneorealisti alla Matarazzo sembra che ci si diriga verso una catarsi edificante, con l'eroe che resta incontaminato dallo schifo che lo circonda. Ma non andrà proprio così. Un po' tagliato con l'accetta ma di una certa potenza." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 22 giugno 2017)

"La discesa all'inferno malavitoso - con minima redenzione post mortem - è il concentrato del secondo film del britannico Sean Ellis, autore a 360 proveniente dalla fotografia. La solida mescolanza dei generi (thriller, noir, mélo, social movie..), senza pietismi neocolonialisti da occidentale, rende il testo premiato al Sundance e al BI FA di indiscusso valore, benché non esente da diversi 'déjà-vu'." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 22 giugno 2017)

"Piacerà a chi magari fuorviato dalle lodi e dai premi al Sundance festival si aspettava un'opera d'autore terzomondista e invece si trova un thriller coi «cotiledoni» sulla repressione poliziesca (rimasta folle e crudele come ai tempi della dominazione spagnola)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 22 giugno 2017)

"Sconvolgente dramma anglo-flippino, che mostra l'inimmaginabile degrado di una metropoli corrotta e violenta. (...) Troppo candido il protagonista (...)." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 22 giugno 2017)