MASCHERA NERA

ITALIA 1951
Lovier, accusato d'omicidio, viene condannato alla ghigliottina. Durante il processo, ha cercato di difendersi, presentando un alibi. Secondo le affermazioni, nel momento del delitto, egli si sarebbe trovato in un altro quartiere di Parigi, occupato nel furto d'una cassetta di gioielli. Ma la cassetta, ch'egli afferma d'aver nascosta in un certo ripostiglio, non si trova e l'alibi sfuma. Villeneuve, che ha un debito di riconoscenza verso Lovier, e lo crede estraneo all'omicidio imputatogli, decide di far indagini per scoprire il vero colpevole. Villeneuve ha un burrascoso e misterioso passato di bandito gentiluomo ed ora decide di riprendere la maschera nera per salvare l'innocente. Egli ha dei sospetti sul giudice Dufant, ch'è stato il pubblico accusatore nel processo contro Lovier: frequentandone la casa, scopre che il giudice è il vero assassino e che la cassetta coi gioielli è in suo possesso. Dufant gli tende inutilmente un tranello; ma essendo stato scoperta la sua identità, Villeneuve è costretto a fuggire. Dufant viene smascherato e si sottrae all'arresto avvelenandosi.
SCHEDA FILM

Regia: Filippo Walter Ratti

Attori: Wanda Carr, Diego Pozzetto, Alberto Sorrentino, André Hildebrand, Franca Marzi - Henriette, Nino Pavese - Giudice Dupont, Gianna Baragli - Valentine, Renato Chiantoni - Damprepois, Lia Di Leo - Hippolite, Anna Maria Padoan - Louise, Cesare Danova - Villeneuve, Cesare Polesello, Scilla Larso, Luigi Pavese, Ciro Berardi, Mario Siletti, Eraldo Mori Cristiani, Renato Lupi, Fedele Gentile

Soggetto: Ugo Moretti

Sceneggiatura: Ugo Moretti, Filippo Walter Ratti

Fotografia: Carlo Carlini

Scenografia: Mauro Manca

Durata: 90

Genere: POLIZIESCO

Produzione: EMILIO SCACCIAFRATTE PER R.C.I.

Distribuzione: INTERCINE - REGIONALE

CRITICA
" (...)Questa fatica possiamo metterla a fare compagna alle serie dei Zorro che così come sono venuti sono già ormai dimenticati (...). A interpretare la doppia vita (...) c'è un bel Cesare Danova (...) e l'esuberanza corporea di Franca Marzi!". (B. Brognara, "Hollywood",364,1952).