MALASPINA

ITALIA 1947
Andrea ama Maria che lo ricambia, ma si lascia corteggiare da Gaetano. I due rivali si incontrano un giorno e Andrea, provocato da Gaetano, lo sfregia con una coltellata. Arrestato e sottoposto a processo, è condannato ad una pena di detenzione. Rilasciato dal carcere per amnistia, apprende che Maria, la quale gli aveva giurato eterno amore e che egli continua ad amare appassionatamente, s'è data alla vita galante ed è divenuta la favola del quartiere dove la gente la chiama "Malaspina". Disgustato Andrea si tiene lontano dall'infida e cerca di annegare nel vino la sua pena, mentre Gaetano che intanto si è arricchito nei più loschi traffici, si avvicina di nuovo a Maria, le fa splendidi regali e si offre di sposarla. Maria acconsente benché l'immagine di Andrea, l'unico uomo che elle abbia amato, non sia cancellata dal suo cuore. Quando tutto è pronto per la cerimonia, elle si sottrae a quelle nozze, che in fondo aborre, e si rifugia in un convento dove chiede di essere accolta come novizia. Gaetano, credendo Andrea complice della fuga, lo affronta col revolver in pugno ma viene disarmato ed ucciso dal rivale.
SCHEDA FILM

Regia: Armando Fizzarotti

Attori: Vera Rol - Maria Detta "Malaspina", Rino Genovese - Gaetano, Ugo D'Alessio - Nicola, Vittoria Crispo - Teresina, Carmelo Capurro, Nicola Puthod, Alberto Amato, Gino Vittorio, Aldo Bufi Landi - Andrea

Soggetto: Roberto Amoroso, Armando Fizzarotti

Sceneggiatura: Roberto Amoroso, Armando Fizzarotti

Fotografia: Roberto Amoroso

Musiche: Giuseppe Cioffi

Scenografia: Armando Fizzarotti

Durata: 90

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: DALLA CANZONE OMONIMA DI GIUSEPPE CIOFFI E ENZO FUSCO

Produzione: ROBERTO AMOROSO PER SUD FILM

Distribuzione: SUD FILM - REGIONALE - AVO FILM

NOTE
LA CANZONE E' CANTATA DA: FRANCO RICCI E ALBERTO AMATO.
CRITICA
" [...] Ciò che si nota di veramente basso in questo film [...] è il livello dell'interpretazione che è di quanto peggio si possa immagginare [...]. Il susseguirsi della vicenda è smozzicato e fra canzoni [...] guapparia e vocio [...] si arriva [...] al monacato finale della ragazza [...]". (F. Rinaudo, "Hollywood", n. 33 del 1947).