Madama Butterfly

ITALIA 1955
Pinkerton, tenente nella marina degli Stati Uniti essendo giunto con la sua nave a Nagasaki, incontra in una casa da tè Cio-Cio-San (Butterfly) una "geisha" quindicenne della quale s'innamora. Secondo il costume giapponese del tempo, Pinkerton stipula alla presenza del rappresentante dell'autorità e dei parenti della fanciulla un contratto matrimoniale, valido soltanto per un periodo di alcune settimane. I due amanti trascorrono felicemente il tempo stabilito dopodiché Pinkerton parte, promettendo vagamente di ritornare in primavera. Dopo qualche tempo Butterfly dà alla luce un bambino, frutto della sua relazione con Pinkerton, ch'ella ama appassionatamente. Ella crede che il loro pseudomatrimonio sia ancora valido ed attende fiduciosa il ritorno dell'uomo amato rifiutando ogni altro legame. Pinkerton ritorna a Nagasaki dopo tre anni ma da un anno egli ha sposato un'americana, Kate, che ha portato con sé. Quando Butterfly apprende la verità non inveisce contro l'amato, né contro la fortunata rivale, ma non può sopportare il colpo e si uccide, lasciando il suo bimbo alle cure del padre.
SCHEDA FILM

Regia: Carmine Gallone

Attori: Kauru Jacigusa - Madame Butterfly, Nicola Filacuridi - Pinkerton, Michiko Tanaka - Suzuki, Ferdinando Lidonni - Sharpless, Yoshio Kosugi - Il Bonzo, Satoshi Nakamura - Yamadori, Josephine Corry - Kate, Seconda Moglie Di Pinkerton, Pinuccio Magagnini - Figlio Di Cho - Cho San, Rossella D'Aquino, Hanajo Sumi, Anthony La Penna

Sceneggiatura: Carmine Gallone, Yvao Mori

Fotografia: Claude Renoir

Musiche: Giacomo Puccini

Montaggio: Niccolò Lazzari

Scenografia: Mario Garbuglia

Costumi: Takazo Raita

Durata: 114

Colore: C

Genere: MUSICALE LIRICO

Specifiche tecniche: TECHNICOLOR

Tratto da: DALL'OPERA OMONIMA DI GIACOMO PUCCINI SU LIBRETTO DI GIUSEPPE GIACOSA E LUIGI ILLICA

Produzione: RIZZOLI FILM, PRODUZIONI GALLONE (ROMA), TOHO FILM (TOKYO)

Distribuzione: RIZZOLI - CINERIZ

NOTE
- IL FILM E' PRECEDUTO DA UN PROLOGO DANZATO DALLE 16 BALLERINE DELLA SCUOLA DI TAKARO ZUKA.
CRITICA
"Ad una delle non sempre gradite contaminazioni tra film normale e opera lirica, Gallone (...) ha dato la preferenza alla fedele, anche se un po' ridotta, riproduzione dell'opera, preceduta da un breve prologo (...). Il risultato sarà poco cinematografico, ma dal punto di vista musicale e decorativo può dirsi riuscito." (A. Albertazzi, "Intermezzo", 8/9 maggio 1955).