Maciste nella gabbia dei leoni

ITALIA 1926
Il valoroso Maciste viene mandato in Africa a caccia di leoni da utilizzare durante gli spettacoli del Circo Pommer. Accompagnato da Seida, una bella creola che ha salvato dai pericoli della giungla, al suo rientro Maciste si trova coinvolto a sventare il complotto ordito dal perfido Strasser e dalla cavallerizza Sarah che, grazie al suo fascino, cercherà di sedurre Giorgio, il figlio del proprietario, per impossessarsi della struttura.
SCHEDA FILM

Regia: Guido Brignone

Attori: Bartolomeo Pagano - Maciste, Elena Sangro - Sarah, la cavallerizza, Franz Sala - Strasser, Mimì Dovia - Seida, Umberto Guerracino - Sullivan, Vittorio Bianchi - Karl Pommer, Alberto Collo - Giorgio Pommer, Giuseppe Brignone - Bob, il vecchio clown

Sceneggiatura: Guido Brignone

Fotografia: Massimo Terzano, Anchise Brizzi

Scenografia: Giulio Lombardozzi

Altri titoli:

L'eroe del circo

Die Grosse Zirkuskatastrophe

Die Große Zirkuskatastrophe

Durata: 90

Colore: B/N

Genere: MITOLOGICO

Specifiche tecniche: MUTO - 35 MM

Produzione: FERT-PITTALUGA

Distribuzione: UNIVERSAL

NOTE
- IN OCCASIONE DEL 25MO TORINO FILM FESTIVAL, IL MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA PRESENTA COME EVENTO SPECIALE LA VERSIONE RESTAURATA (A CURA DEL MUSEO E DELLA CINETECA DEL COMUNE DI BOLOGNA) SONORIZZATA DAL VIVO DAL GRUPPO MUSICALE 'MARLENE KUNZ' E DA GIANNI MAROCCOLO, CON LA PARTECIPAZIONE DI IVANA GATTI.

- GRANDE SUCCESSO DI PUBBLICO IN GERMANIA, DOVE E' STATO IMPORTATO DALLA EMELKA, IL FILM E' STATO DISTRIBUITO ALLA FINE DEL 1928 ANCHE NEGLI STATI UNITI, CON UN'EDIZIONE CURATA DA SIDNEY SINGERMAN E CON LE NUOVE DIDASCALIE REDATTE DA PAUL GULICK.
CRITICA
"(...) l'intreccio del film, oltre che vario, si è dimostrato magnificamente ben scelto per il pubblico italiano che non si commuove tanto facilmente alle sdolcinate e lunghe scene d'amore, ma vuole attimi di vita reale e pratica riportati sullo schermo (...)." ('Il Tevere', 12 febbraio 1926)

"Ambiente da circo, anzi da féerie tipo moderno; il che non basta ad avvertire che nel film ci sono dei quadri che non possono convenire secondo i nostri criteri morali: anche qualche scena del dramma non può andare immune da censura; per il resto, cioè per la sua tessitura e per la sua esecuzione, il dramma non offrirebbe materia di riserve. Vi domina, colla sua solita funzione di protettore dei deboli e dei buoni e di castigamatti dei prepotenti il ben noto Maciste(...). Trucchi a parte, bisogna confessare che in questo lavoro, il nostro attore si rivela in un nuovo aspetto, quello di domatore autentico, sotto il quale non potrà fare a meno di interessare fortemente il pubblico." (Don Carlo Canziani, 'La rassegna del teatro e del cinematografo', n. 2, febbraio 1926)