MACCHERONI

ITALIA 1985
Robert Traven, un sessantenne americano deluso da faccende familiari ed impegnatissimo "manager" di una grossa azienda aeronautica, torna a Napoli dopo quarant'anni per incontri di lavoro. Nel 1945, soldato della Quinta Armata, aveva avuto una breve relazione con una certa Maria Jasiello. Poichè Robert, intervistato dalla tv, è stato visto da tutta Napoli, si presenta a lui con grande manifestazioni di affetto Antonio, il fratello maggiore di Maria. Ma l'altro non lo riconosce, così come ha completamente dimenticato gli eventi del passato. Dopo un brusco colloquio tra Traven ed un modesto impiegato qual è Antonio, Robert incuriosito ricerca quest'ultimo, comincia a stabilire con lui un rapporto più cordiale e a ricostruire la sua passata giovinezza, finché torna a rivedere Maria, ormai sessantenne anche lei e, per di più, madre e nonna. Tutta la sua famiglia accoglie l'americano con rispetto e feste. A questo punto Robert apprende da Antonio che questi per ben un quarantennio ha scritto fantasiose lettere a Maria, firmandole naturalmente Robert e descrivendo la propria avventurosa vita di reporter in Vietnam, in Cile e in ogni altra parte del mondo. Poco a poco Antonio, sia per dare alla sorella la testimonianza di un ricordo perenne, sia per solleticare le proprie velleità di scrittore (nei ritagli di tempo - e sono molti - egli scrive sceneggiate, che poi interpreta in un teatrino popolare), è venuto creando nel tempo un favoloso personaggio, nel quale Robert non può certo identificarsi. Nei tre giorni che passa a Napoli e trascurando anche impegni ufficiali, Robert è sedotto dalla amicizia, bontà ed ammirazione che tutti gli dimostrano, rendendosi al contempo conto della aridità della propria vita. Con Antonio il legame si fa più saldo e Robert potrà provarlo, intervenendo di persona e salvando "in extremis" il figlio di lui, aspirante musicista e, per uno sgarro, minacciato di morte dalla camorra. Il cuore di Antonio, che ha cercato di proteggere il figlio, non resiste alla emozione e, già colpito al capo da uno dei malavitosi, l'uomo muore improvvisamente sulla gettata davanti a Chiaia, nel momento in cui Robert si è allontanato per comprare dei taralli. Sconvolto, l'americano si recherà poi a casa Jasiello, dove tutta la famiglia è a tavola, mentre nella camera adiacente giace il corpo di Antonio. E, mentre i maccheroni fumanti attendono di essere gustati, tutti guardano in silenzio l'orologio di casa: già due volte durante la sua esistenza Antonio era stato dato per morto e poi, alle ore 13, aveva ripreso vita. Bisogna sperare che anche questa volta sia così e per primo lo spera Robert Traven, che per quell'amico ritrovato ha trascurato affari, perduto un aereo e staccato un assegno, ma soprattutto scoperto se stesso e che ora confida, con speranza tutta napoletana, nel terzo miracolo della serie.
SCHEDA FILM

Regia: Ettore Scola

Attori: Jack Lemmon - Robert Traven, Marcello Mastroianni - Antonio Jasiello, Daria Nicolodi - Laura Di Falco, Isa Danieli - Carmelina Jasiello, Maria Luisa Santella - La Portiera, Fabio Tenore - Pasqualino, Bruno Esposito - Giulio Jasiello, Aldo De Martino - Cottone, Marc Berman - Discografico Franc., Jean-François Perrier - Discografico Francese, Patrizia Sacchi - Virginia, Giovanna Sanfilippo - Maria, Carlotta Ercolino - Giornalista Tv, Ernesto Mahieux, Marta Bifano - Luisella, Clotilde De Spirito - Donna

Soggetto: Furio Scarpelli, Ruggero Maccari, Ettore Scola

Sceneggiatura: Ruggero Maccari, Furio Scarpelli, Ettore Scola

Fotografia: Claudio Ragona

Musiche: Armando Trovajoli

Montaggio: Carla Simoncelli

Scenografia: Luciano Ricceri

Costumi: Nanà Cecchi

Effetti: Maurizio Pensa

Durata: 107

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI

Produzione: MASSFILM - FILMAURO

Distribuzione: FILMAURO - RICORDI VIDEO, VIVIVIDEO

CRITICA
"Il film è scorrevole, ben costruito e dialogato e che sembra improvvisato per fornire a Daria Nicolodi l'occasione di una scena madre. Il suo punto di forza è la recitazione dei due mostri sacri, che riescono a non sopraffarsi reciprocamente e anzi che si completano vicendevolmente per la chiave molto diversa di interpretazione, tutta un cesello. Una estroversione accesa, appena corretta dalla malinconia, quella di Mastroianni. quanto invece è volutamente sottotono, giocata sulle pause più che sulle battute, sui piccoli gesti appena avvertibili quella di Lemmon. Tuttavia è lecito ammettere che si esce da Maccheroni con un filo di delusione, specie se si considera Scola uno dei migliori registi nostri e del pari si considerano di prima fila gli sceneggiatori Maccari e Scarpelli. Commedia divertente, infatti, che farà, credo, una barca di soldi e penetrerà a fondo, si spera, nell'ostico mercato americano: ma l'immagine di Napoli che ne esce, la campionatura dei suoi abitanti fissata in personaggi, il rapporto tra il Meridione europeo e gli Stati Uniti restano confinati nei binari della tradizione, senza quel graffio in più, quell'apertura di discorso nuovo che da simile autori ci si sarebbe aspettato. E anche due temi come la crescita delle industri intorno alla città e alla persistenza della malavita urbana legata alla camorra sono accennati per clichés senza un vero, originale approfondimento. È tutto ciò incompatibile col desiderio di fare uno spettacolo divertente? No davvero, e la commedia all'italiana dei suoi anni felici ne era stata una buona dimostrazione." (Ernesto G Laura, 'La Discussione', 4 Novembre 1985)

"'Maccheroni' è sicuramente il film italiano degli ultimi quindici anni in cui funzionano meglio le forme della commedia: situazioni paradossali, tragicomici imbarazzi (tutta la scena che vede Bob alle prese con il suo mito nell'affollatissima casa di Maria è da antologia). E poi altra merce sempre più rara: dialoghi spiritosi, intelligenti, battute sorprendenti e pungenti, accenni alla satira politica: insomma un clima degno della miglior commedia classica americana, un sapore wilderiano che ricorda proprio quel Che cosa è successo tra tuo padre e mia madre?, di cui si temeva - come dicevamo sopra - forse a torto, il confronto. Ma non c'è solo questo. 'Maccheroni' è anche un film di largo respiro culturale. Una riflessione divertente, affettuosa, sapiente, sulla filosofia napoletana, su quel misto di magia, superstizione, fantasia, creatività che si ostina a difendere la sua verità dall'invasione di più efficienti e più sofisticati modelli di sapere e di vita. Con questo film Scola, ben lungi dal mescolarsi con le recenti trovate alla De Crescenzo, si inserisce degnamente nella tradizione eduardiana ed è forse il miglior omaggio al grande drammaturgo che la cultura italiana gli abbia reso dopo la sua recente scomparsa." (Giorgio Simonelli, 'Attualità Cinematografiche')