Loin des hommes

4/5
Oelhoffen in Concorso pensando a Camus. Opera solida, ambientata nell'Algeria del 1954. Con Viggo Mortensen

Leggi la recensione

FRANCIA 2014
Algeria,1954. Daru, un insegnate solitario, viene incaricato di scortare fino alle autorità francesi Mohamed, un ragazzo accusato di omicidio. I due non hanno nulla in comune, ma saranno costretti ad allearsi e a combattere insieme per la loro libertà.
SCHEDA FILM

Regia: David Oelhoffen

Attori: Viggo Mortensen - Daru, Reda Kateb - Mohamed, Antoine Laurent

Soggetto: Albert Camus - racconto

Sceneggiatura: David Oelhoffen, Antoine Lacomblez - collaborazione, Olivier Charvet - collaborazione

Fotografia: Guillaume Deffontaines

Musiche: Nick Cave, Warren Ellis

Montaggio: Juliette Welfling

Scenografia: Stéphane Taillasson

Costumi: Khadija Zeggaï

Altri titoli:

Far from Men

Durata: 110

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: DCP

Tratto da: liberamente ispirato al racconto "L'ospite" inserito nella raccolta "L'esilio e il regno" di Albert Camus

Produzione: ONE WORLD FILMS, KALÉO FILMS, PATHÉ PRODUCTION, PERCEVAL PICTURES, JOUROR DEVELOPMENT

NOTE
- VIGGO MORTENSEN FIGURA ANCHE COME COPRODUTTORE.

- REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DI: MEDIA, DÉVELOPIMAGE 2, PROCIREP ET CICLIC-RÉGION CENTRE - PRIX SOPADIN DU MEILLEUR SCÉNARISTE 2010; IN ASSOCIAZIONE CON: B MEDIA 2012, BACK UP MEDIA, INDÉFILMS 2, SOFITVCINÉ, CINÉMAGE 8, CON LA PARTECIPAZIONE DI: CANAL +, CINÉ +, CON IL SOSTEGNO DI: PROGRAMMA MEDIA DELL'UNIONE EUROPA, DÉVELOPIMAGE 2, PROCIREP; AIUTO ALLA SCRITTURA: CICLIC-RÉGION CENTRE, IN PARTNERSHIP CON IL CENTRE NATIONAL DU CINÉMA ET DE L'IMAGE ANIMÉE.

- PREMIO SIGNIS, PREMIO ARCA CINEMAGIOVANI MIGLIOR FILM VENEZIA 71 E PREMIO INTERFILM ALLA 71. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2014).
CRITICA
"L'identificazione, è la chiave di 'Loin des hommes', scelta dal francese David Oelhoffen per portare sullo schermo un racconto di Camus tratto da 'L'esilio' e 'Il regno'. (...) Costruito come un western «africano», dall'andamento classico e antiepico, quasi tutto sulle spalle di Mortensen, sa coinvolgere lo spettatore in questa specie di viaggio della conoscenza dove alla fine le cose perse saranno maggiori di quelle conquistate." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 1 settembre 2014)

" 'Loins des hommes', Lontano dagli uomini, di David Oelhoffen (...), è un film sobrio e malinconico, un western del deserto dove la natura è meno infida degli esseri umani. Senza quest'ultimi la salvezza è ancora possibile; quando arrivano loro non c'è scampo, ma solo sofferenza e odio. Tratto da un racconto di Albert Camus, 'L'ospite', mette perfettamente a fuoco non solo i caratteri, ma anche le culture che ne fanno parte. La «passività» con cui Mohamed sembra accettare il suo destino, giustiziato per omicidio dalle autorità francesi oppure trucidato dalla giustizia della sua tribù, cela la fierezza di chi sa che accettando la propria sorte sottrae i suoi cari alla legge del taglione. Salvarsi, vuol dire condannarli a morte. La «vitalità» di Daru, incapace di rassegnarsi, rivela la psicologia di chi non crede più alle leggi sociali, ai simulacri formali, tribunali, risarcimenti, punizioni, condanne, siano essi il frutto di un corpus dottrinario targato Occidente, o di un più sanguigno e primitivo codice comportamentale targato Oriente. Per tutti e due, insomma, l'unica via possibile resta quella di una uscita dal consorzio del genere umano organizzato. (...) Viggo Mortensen presta il suo fisico e il suo volto intagliato a un eroe che non si fa illusioni, ma non rinuncia ai suoi ideali. «La sua singolarità - dice il regista- lo rendeva perfetto per il ruolo». Reda Kateb (Mohamed), «misterioso, opaco e concreto era la perfetta controparte» aggiunge. Il deserto è il terzo personaggio della storia. Nell'abbagliante luce nordafricana di un gelido inverno accompagna la marcia di entrambi alla ricerca di una imprevedibile quanto tenacemente perseguita libertà. Solenne, essenziale, 'Loins des hommes' racconta come potersi ancora definire uomini nonostante tutto." (Stenio Solinas, 'Il Giornale', 1 settembre 2014)