LO SCIOPERO DEI MILIONI

ITALIA 1947
Teresa, moglie dell'impiegato di un banco-lotto, musicista a tempo perso, si appassiona per la Sisal a tal punto da sognare la notte. Coi dati desunti da un sogno, compila una scheda ed incarica il marito di giuocare per suo conto. Il marito va prima al suo banco, e non può sottrarsi agli inviti pressanti della moglie del proprietario, Mirella, innamorata di lui. Il marito li sorprende nell'appartamento, e l'impiegato, per giustificare la sua presenza, gli fa vedere la scheda della Sisal, attribuendola a Mirella. La scheda vince quindici milioni, e la vincita spetta così a Mirella. Per soddisfare in qualche modo Teresa, che reclama i suoi milioni, il povero impiegato accetta l'offerta di un avventuriero che gli procura un fascio di banconote false. Queste conducono l'inconscia Teresa in prigione. Mirella intanto incassa i milioni e vorrebbe fuggire col marito di Teresa, il quale pensa soltanto a impadronirsi della valigia col denaro. Fuggendo con la valigia, capita tra le quinte di un teatro di varietà, dove i suoi sforzi disperati per salvare sé e il tesoro, danno luogo ad un'azione comica improvvisata, che ottiene un insperato successo e gli procura un'ottima scrittura.
SCHEDA FILM

Regia: Raffaello Matarazzo

Attori: Nino Besozzi - Il Gerente Del Banco Lotto, Checco Durante, Chiaretta Gelli - Mirella, Fedele Gentile, Dolores Palumbo - Teresa, Virgilio Riento, Nino Taranto - Impiegato Del Banco Lotto, Michele Malaspina, Marco Tulli, Ciro Berardi

Soggetto: Raffaello Matarazzo

Sceneggiatura: Mario Monicelli, Steno , Raffaello Matarazzo

Fotografia: Alberto Fusi

Musiche: Giuseppe Cioffi, Gigi Pisano

Montaggio: Vanda Tuzi

Scenografia: Gino Brosio

Altri titoli:

ABBASSO LA FORTUNA

Durata: 84

Colore: B/N

Genere: MUSICALE

Produzione: A. DI COSMO PER LABOR FILM

Distribuzione: TITANUS

NOTE
LUNGHEZZA 2298 METRI.
CRITICA
"(...) Il cinema è completamente assente (...) rimane soltanto una intricata vicenda sulla SISAL ricca sì di situazioni paradossali e di qualche discreto spunto umoristico che Taranto ravviva con la sua presenza (...)". (F. Rinaudo, "Hollywood", n. 128 del 1948).