Lille soldat

DANIMARCA 2008
Dopo una missione militare all'estero, Lotte ritorna in Danimarca mentalmente e fisicamente provata. Incapace di trovare da sola un impiego, accetta la proposta del padre, con cui ha avuto solo scarsi rapporti, di fare da autista a Lily, una ragazza squillo che lavora per lui ed è anche la sua amante. Dopo un'iniziale reciproca diffidenza, le due donne iniziano a conoscersi meglio: Lotte scopre così che Lily è diventata prostituta per mantenere la figlia di cinque anni rimasta in Nigeria. Quando Lily con un cliente violentosi troverà in pericolo, Lotte capisce definitivamente di non poter contare su suo padre e decide di aiutare la ragazza a lasciare la Danimarca perché possa ritornare dalla sua famiglia. Non ha calcolato che, invece, Lily non vuole affatto essere aiutata...
SCHEDA FILM

Regia: Annette K. Olesen

Attori: Trine Dyrholm - Lotte, Lorna Brown - Lily, Finn Lykke Nielsen - Far, Rasmus Botoft - Nabo, Thure Lindhardt - John, Henrik Prip - Henning, Jens Jørn Spottag - Fischer, Victoria Agami - Daisy, Louisa Yaa Aisin - Pearl, Henrik Jørgensen - Meccanico

Soggetto: Annette K. Olesen - idea, Kim Fupz Aakeson - idea

Sceneggiatura: Kim Fupz Aakeson

Fotografia: Camilla Hjelm

Musiche: Kåre Bjerkø

Montaggio: Jacob Thuesen

Scenografia: Søren Gam, Michael Wils

Costumi: Helle Nielsen

Altri titoli:

Little Soldier

Durata: 100

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)

Produzione: ZENTROPA PRODUCTIONS

NOTE
- PRESENTATO IN CONCORSO AL 59. FESTIVAL DI BERLINO (2009).
CRITICA
"Nulla di eccezionale. 'Little Soldat', della danese Annette Olesen, racconta la storia di una robusta e confusa donna soldato di ritorno dall'Iraq. Finirà con il padre a far d'autista e guardia del corpo per il suo giro di prostituzione. L'inusuale utilizzo di un'attrice per un personaggio atipico e manesco è l'unica increspatura in un film convenzionale nella scrittura, già masticato nel ritmo di messa in scena e tradizionalmente legato a certi chiaroscuri fotografici da Dogma danese." (Davide Turrrini, 'Liberazione', 7 febbraio 2009)