Les regrets

2/5
L'amor f(o)u di Valeria Bruni Tedeschi: in Concorso, a qualche isolato dalla Signora della porta accanto

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FRANCIA 2009
Mathieu, architetto quarantenne, è un uomo realizzato e felicemente sposato. Quando sua madre si ammala improvvisamente e viene ricoverata d'urgenza in ospedale, Mathieu è costretto a tornare nella cittadina in cui è nato per starle accanto. Lì rivede per la strada Maya, il suo primo amore, ma lei che sta passeggiando con un uomo e una bambina, non lo saluta. Il tempo però non ha cancellato l'attrazione e, la stessa sera Mathieu riceve una telefonata di Maya che gli chiede di rivedersi. Lui accetta immediatamente e i due iniziano a rivedersi, ma il loro amore non tarda a trascinarli in un vortice di follia...
SCHEDA FILM

Regia: Cédric Kahn

Attori: Yvan Attal - Mathieu Liévin, Valeria Bruni Tedeschi - Maya, Arly Jover - Lisa, Philippe Katerine - Franck, François Négret - Antoine, Lisbeth Wagner - La madre di Mathieu, Franck Mercadal - Il medico, Vincent Berger - L'assistente dell'architetto, Gurvan Cloâtre - Il cugino di Mathieu, Laurent Lévy - Monsieur Simono, David Tissot - Jean-Pierre Guérini, Emmanuelle Lepoutre - La farmacista

Sceneggiatura: Cédric Kahn

Fotografia: Céline Bozon

Musiche: Philip Glass

Montaggio: Yvan Dedet

Scenografia: François Abelanet

Costumi: Isabelle Pannetier

Altri titoli:

Regrets

Durata: 104

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: KRISTINA LARSEN PER LES FILMS DU LENDEMAIN, GILLES SANDOZ PER MAÏA CINÉMA

NOTE
- IN CONCORSO ALLA IV EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (2009).
CRITICA
"Film di rara antipatia. Ma va riconosciuto che ha un suo perché. Bruni Tedeschi luminosa pasionaria massacratrice di uomini con l'aria della vittima." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 20 ottobre 2009)

"In 'Les Regrets', il regista mette in scena l'amor fou, quella passione forte, che coinvolge l'anima e tutte le parti del corpo, dalla quale non si può prescindere e che, proprio per questo, fa paura. Un sentimento dal quale a volte non si può fare a meno di scappare perché, quando si ama con cuore, corpo e anima insieme, si ha paura di essere abbandonati, di perdere. Kahn ha scritto il film pensando a proprio a Valeria Bruni Tedeschi." (Roberta Bottari, 'Il Messaggero', 20 ottobre 2009)

"Secondo un fastidioso luogo comune nei film francesi non succede mai nulla, al massimo si litiga come pazzi e si fa l'amore allo stesso modo, possibilmente nello stesso momento. Il film di Cédric Kahn in concorso, 'Les regrets', 'I rimpianti', funziona proprio così ma non è affatto un brutto film e tantomeno un film in cui 'non succede niente', al contrario. Nelle teste e fra i corpi di Yvan Attal e di Valeria Bruni Tedeschi, ex-amanti che si ritrovano quindici anni dopo, ognuno con cicatrici e famiglia sulle spalle, si scatena un vero putiferio. È il risultato che può sembrare monotono perché è tutto un gran litigare, fuggire, ritrovarsi, rifare l'amore, sognare un futuro comune, poi fare di nuovo dietrofront, prima lui, poi lei, più volte, anche se a essere esatti più lei di lui. (...) Ogni passione infatti ha il suo lato comico, specie se confina con la patologia, e qui siamo in piena ossessione. Ma Kahn non la butta volgarmente a ridere, i primi a essere coscienti del ridicolo sono proprio i due amanti. Ma non possono farci nulla, è questa la tragedia, e anche Valeria Bruni Tedeschi è come sempre straordinaria nel ritrarre questa donna non più giovanissima che ha lasciato almeno tre vite diverse a metà, e si scopre ancora innamorata dell'uomo che la piantò scomparendo tanti anni prima e ora ha una moglie perfettina con cui divide anche lo studio di architetto (l'apollinea Arly Jover). Speriamo che la giuria noti almeno i due attori. Ma i sentimenti, come il cinema francese, sono fuori moda. Non se ne farà nulla." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 20 ottobre 2009)

"C'è un fascino quasi perverso nel film di Kahn (anche autore della sceneggiatura) che orchestra sulla musica di Philip Glass, e le belle canzoni (sui momenti più impalpabili) di Alpha Blondy questo scontro di occasioni amorose mancate. O forse rinviate, vissute proprio perché rimaste sospese nel tempo, nell'attimo di un infinito inseguirsi in cui non c'è spazio per la quotidianetà. E dove è rischioso tornare indietro ... Non ci sono vittime in questa storia dunque neppure carnefici. È certo che l'architetto egocentrico non è molto simpatico, misura il mondo su di se, sulle sue sofferenze. Però Kahn non sta là a farci la morale, preferisce dispiegare sullo schermo il movimento dei sentimenti, stridente come le azioni dei suoi personaggi, anche quando è brutale, egoista, insopportabile. Ma il bello di questo corpo a corpo è la sua libertà, senza secondi fini." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 21 ottobre 2009)

"Tedio francese d'autore." (Maria Rosa Mancuso, 'Il Foglio', 21 ottobre 2009)