LEI MI ODIA

SHE HATE ME

USA 2004
Jack è vice presidente di una delle più importanti industrie farmaceutiche del paese. Alla morte del collega Herman Schiller, amico e geniale creatore di un nuovo trattamento per l'AIDS, scopre e denuncia un giro di corruzione e di tangenti che coinvolge i suoi superiori. Solo contro tutti, perde lavoro, credibilità e sicurezza economica in un colpo. Ma proprio quando crede di non avere più speranze, Jack riceve una strana proposta: la sua ex, diventata omosessuale, è pronta ad offrirgli 5.000 dollari per aiutarla a concepire un figlio.
SCHEDA FILM

Regia: Spike Lee

Attori: Anthony Mackie - John Henry 'Jack' Armstrong, Kerry Washington - Fatima Goodrich, Ellen Barkin - Margo Chadwick, Monica Bellucci - Simona Bonasera, Ossie Davis - Giudice Buchanan, Woody Harrelson - Leland Powell, Dania Ramirez - Alex Guerrero, John Turturro - Don Angelo Bonasera, Bai Ling - Oni, Q-Tip - Vada, Brian Dennehy - Bill Church, Reynaldo Rosales - Jimmy, Jim Brown - Geronimo, Jamel Debbouze - Doak

Soggetto: Michael Genet

Sceneggiatura: Spike Lee, Michael Genet

Fotografia: Matthew Libatique

Musiche: Terence Blanchard

Montaggio: Barry Alexander Brown

Scenografia: Brigitte Broch

Costumi: Donna Berwick

Effetti: Drew Jiritano, Neil Ruddy

Durata: 138

Colore: C

Genere: DRAMMATICO COMMEDIA

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1,85)

Produzione: SPIKE LEE, PRESTON L. HOLMES E FERNANDO SULICHIN PER 40 ACRES & A MULE FILMWORKS, THE GREAT AMERICAN, TURKEY BASTER COMPANY

Distribuzione: MIKADO

Data uscita: 2004-10-22

NOTE
- PRESENTATO FUORI CONCORSO ALLA 61MA MOSTRA INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI VENEZIA (2004).

- GIRATO INTERAMENTE A NEW YORK CITY IN 28 GIORNI.
CRITICA
"Il personaggio dell'ultima storia, quella vera, si chiamava Frank Wills e oggi nessuno ricorda il suo nome. Eppure fu lui a beccare gli uomini di Nixon con le mani nel sacco. Poteva vender caro il suo silenzio, invece parlò, scatenò il Watergate e restò solo come un cane. La sua parabola ispira alla lontana 'She Hate Me', trascinante satira hard firmata Spike Lee, confinata fuori concorso pur di avere il regista in giuria. Un peccato, perché anche mettendo troppa carne al fuoco Spike impallina senza riguardi due o tre bersagli non proprio scontati, e soprattutto usa l'intero arsenale a disposizione di un filmaker, fiction e documentario, repertorio e cartoon. (...) Misoginia? Per carità: Spike se la prende con tutte le ipocrisie, politically correct in testa, figuriamoci se si ferma per queste inezie. E poi, quando dopo i 19 amplessi paralleli, arrivano le 19 doglie, tutto torna in equilibrio. Incriminato per lo scandalo aziendale e compromesso dall'amicizia col clan mafioso dei Buonasera (ha ingravidato Monica Bellucci, figlia del boss Padrino-dipendente John Turturro...), Jack ne esce infatti a testa alta. E dopo aver perdonato ex fidanzata e amante, imbastisce un affettuoso ménage a tre pur di crescere tutti insieme i figli scodellati in simultanea dalle due amanti. Denuncia o utopia, 138 minuti restano troppi. Ma a film così vitali e irridenti si perdona molto." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 6 settembre 2004)

"Dopo un capolavoro come 'La 25esima ora', Spike Lee dirige un film indeciso tra la satira e il pamphlet. (...) Il film svaria tra l'approccio grottesco ai problemi sessuali americani, l'apologo inferocito sugli scandali finanziari tipo Enron e l'appello alla lotta per la dignità delle minoranze: il versante da commedia è assai godibile, tutto il resto risulta un po' logoro e forzato. Tra i quadretti di contorno spicca quello dei mafiosi, impreziosito da Turturro padrino innamorato de 'Il padrino' disposto a chiudere un occhio purché la figlia Bellucci possa renderlo nonno. 'Lei mi odia' è un film minore, ma è possibile ritrovare la mano di Lee nelle battute al vetriolo, negli sguardi assatanati delle lesbiche, negli inserti animati degli spermatozoi dell'estenuato donatore, negli scorci dell'unica metropoli idolatrata per le sue contraddizioni." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 23 ottobre 2004)

"'Lei mi odia' è una commedia, e un fondo satirico di osservazione graffiante del costume americano c'è, ma è stato sopravvalutato. Una commedia che si propone, ma di fatto l'attenzione si ferma alla componente pruriginosa, di tastare il polso della moralità americana trasversalmente a situazioni e ambiti che vanno dalla vita sessuale alla finanza passando per i rapporti tra le razze." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 22 ottobre 2004)

"Spike Lee tra indignazione civile e commedia erotica. (...) L'indignazione civile, anche declamata al momento del processo in tribunale, stenta a collegarsi ai singolari giochi sessuali del protagonista quando tutte quelle donne, ostili a unioni con gli uomini, lo riducono alla stregua di uno stallone a pagamento. Sono questi giochi, difatti che, pur alternandosi a qualche polemica sociale, tendono a farsi sempre in primo piano, anche riscoprendo, per meglio spiegare e divertire, a dei disegni animati incaricati, in modo buffo, di illustrare i percorsi degli spermatozoi. Certo, si può anche sorridere, ma il buon gusto latita, anche quando gli interpreti si impegnano. Fra i più noti la nostra Monica Bellucci." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 22 ottobre 2004)

"Spike Lee non scivola mai nell'ovvio, anche se mette troppa carne al fuoco e fa durare i film più del necessario: questo 'Lei mi odia', lungo 138 minuti, con mezz'ora di meno sarebbe stato perfetto. (...) Il nesso fra la storia del perseguitato e il frenetico attivismo dell'inseminatore è labile, ma lo svolgimento è brioso. Memorabile l'imitazione di Brando che fa John Turturro." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 23 ottobre 2004)