Le regole del caos
A Little Chaos

- Regia:
- Attori: - Sabine De Barra, - Andrè Le Notre, - Re Luigi XIV, - Philippe, Duca d'Orleans, - Thierry Duras, - Madame De Montespan, - Madame Le Notre, - Moulin, , - De Ville, - Jean Risse, - Luc, - Daniel Le Vielle, - Monsieur De Barra, - Louise, - Vincent, - Jean, - Françoise, - Du Vasse, - Anne, - Regina Marie-Therese, - Madame Princess Palatine, - Marie-Claire
- Sceneggiatura: Alison Deegan, Alan Rickman, Jeremy Brock
- Fotografia: Ellen Kuras
- Musiche: Peter Gregson
- Montaggio: Nicolas Gaster
- Scenografia: James Merifield
- Arredamento: Claire Nia Richards
- Costumi: Joan Bergin
- Effetti: Mark Holt, Ben Shepherd
- Durata: 112'
- Colore: C
- Genere: DRAMMATICO
- Produzione: ARTEMIS FILMS, BBC FILMS, THE BUREAU, LIONSGATE, LIPSYNC PRODUCTIONS
- Distribuzione: EAGLE PICTURES (2015)
- Data uscita 4 Giugno 2015
TRAILER
RECENSIONE
Per una volta, un titolo italiano non fuorvia lo spettatore: rispetto all’originale A Little Chaos (Un po’ di caos), la versione nostrana mette in luce il cuore del secondo film di Alan Rickman, a 17 anni da L’ospite d’inverno. Da una parte la formalità, il protocollo e il rispetto delle norme sociali e di corte, dall’altra la follia nel senso passionale e nel senso sociale del termine. Nel raccontare la storia della costruzione del giardino della reggia di Versailles e del rapporto tra il progettista Le Notre, la giardiniera De Barra e re Luigi XIV, Rickman – su sceneggiatura di Alison Deegan – non si limita solo alla dicotomia tra formalità e trasgressione in chiave di racconto, ma cerca di inserirla anche nella messinscena, provando a far irrompere nell’accademismo britannico del cinema in costume una brezza di imprevisto, toni più sporchi, scelte di regia più bizzarre. Ci riesce solo a metà, appesantendo il ritmo mano a mano e perdendo la rotta verso il finale, superfluamente tragico. Ma sono difetti che si possono sopportare, soprattutto alla luce del brio che qua e là filtra e della prova degli attori, soprattutto delle attrici: una Kate Winslet di alto livello e una sorprendente Helen McRory (Madame Le Notre).
CRITICA
"Che 'Le regole del caos' sia una commedia romantica di pura fantasia, dove la cura dell'ambientazione e la veridicità di alcuni riferimenti non devono ingannare e far pensare a un film filologicamente storico, dovrebbe risultare subito evidente. Non parliamone se poi andiamo a verificare nel dettaglio (...). Sarà pure un'operazione azzardata ma ci si lascia volentieri trasportare. Regista e interprete come Re Sole l'inglese Alan Rickman, già fosco prof Piton di 'Harry Potter'." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 4 giugno 2015)
"Seconda regia dell'attore Alan Rickman, 'Le regole del caos' evita, grazie a Winslet, i pericoli del solito film in costume, attento alla ricostruzione storica e poco al pathos narrativo. Basta un solo sguardo dell'antica eroina del 'Titanic', a colorare di passione 112 minuti di film." (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 4 giugno 2015)
"Alan Rickman torna alla regia dopo 18 anni da 'L'ospite d'inverno'. Come attore è stato un mitico cattivo della Hollywood anni '80 ('Trappola di cristallo') nonché personaggio cruciale della saga 'Harry Potter'. Come regista è abile nel coccolare con la cinepresa due bravissimi protagonisti tra cui spicca una rigogliosa Winslet incinta durante le riprese. Film in costume agile, dolce e dal gustoso femminismo. Sabine insegnerà a tutti (Re Sole compreso) che la donna non è creatura di cui godere solo nel fiore degli anni. Si tratta, in realtà, di una pianta molto più intricata e complessa." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 4 giugno 2015)
"Piacerà a chi piace la Winslet che nei diciotto anni da 'Titanic' continua a dimostrare di saper fare tutto, anche le femministe ante litteram. Ma anche il resto del cast è portentoso, da Alan Rickman (Luigi XIV) a uno scatenatissimo Stanley Tucci." (Giorgio Carbone, 'Libero', 4 giugno 2015)
"Tutto gira intorno alla meravigliosa Kate Winslet che prende per mano l'impacciato e poco espressivo Matthias Schoenaerts per poi esaltarsi nei duetti con Stanley Tucci (il più bravo caratterista dei nostri tempi) e Alan Rickman, qui anche regista di un film più elegante che appassionante." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 4 giugno 2015)