Le passeggiate al Campo di Marte
Le promeneur du Champ de Mars
- Regia:
- Attori: - Il Presidente, - Antoine Moreau, - Dottor Jeantot, - Jeanne, - Judith, - Mado, madre di Jeanne, - René, padre di Jeanne, - Fleury, - Riou, l'autista, - Garland, - Chazelles, - Deletraz, - Thérèse Manicourt, - Simone Picard, - Sorella di Simon Picard, - Sig.ra Pasquier, agente immobiliare, - Libraio, - Giornalista, , ,
- Soggetto: Georges-Marc Benamou
- Sceneggiatura: Georges-Marc Benamou, Gilles Taurand
- Fotografia: Renato Berta
- Montaggio: Bernard Sasia
- Scenografia: Michel Vandestien
- Costumi: Juliette Chanaud
-
Altri titoli:
Le dernier Mitterrand
- Durata: 117'
- Colore: C
- Genere: DRAMMATICO
- Tratto da: libro "Le dernier Mitterrand" di Georges-Marc Benamou
- Produzione: ROBERT GUEIGUIAN, FRANK LE WITA, MARC DE BAYSER PER FILM OBLIGE, AGAT FILMS & CIE, ARTE FRANCE CINEMA, CANAL+, CNC, REGION ILE-DE-FRANCE, COFIMAGE 15, PROCIREP, ANGOA-ANGICOA
- Distribuzione: BIM
- Data uscita 11 Marzo 2005
RECENSIONE
Prendendo spunto dal romanzo di Georges-Marc Benamou, Le dernier Mitterrand, grosso successo di pubblico in Francia, Robert Guédiguian ricostruisce la figura dell’ex Presidente della Repubblica francese, ormai vecchio, sofferente, malato. E lo fa affiancandogli il giovane e ambizioso giornalista Antoine Moreau, che lo accompagnerà lungo il racconto di un sogno: il socialismo. Questo personaggio è di pura finzione, ma serve al regista francese per cogliere tutti gli aspetti di quello che oggi appare un’utopia. “Francois Mitterrand ha incarnato la possibilità di portare il socialismo in Francia nel momento in cui entrava in collasso in tutto il mondo. Che egli ne fosse convinto o no, rese credibile per un decennio quel sogno socialista”. Guédiguian accarezzava da tempo il desiderio di creare, per così dire, un film popolare. E la chiave di svolta gli è stata offerta proprio da quel personaggio inventato, quel giovane giornalista che da subito inizia a imbastire profondi discorsi riguardo alla vita, alla morte, alla politica e alla moralità. Il regista francese lavora su questo scontro, imbastendo un dialogo che in realtà non può essere fatto. Da un lato, Antoine nella sua idea di scrivere un libro, nelle domande, negli incontri con il presidente, “ricerca un eroe, è vittima delle sue stesse passioni. Vuole carpire una lezione universale da quest’uomo anziano, che, come tutti gli anziani, ha poco da dire, perché al contrario di come si pensa, le cose non appaiono così chiare quando si è vecchi, ma solo molto complesse”. Ottima l’interpretazione di Michel Bouquet. Come notevole è il lavoro fatto da Guédiguian sul suo corpo, sulla sua trasformazione, che paradossalmente non appare mai come decadente, ma prossimo alla rivelazione. Un passaggio di consegne che mostra però i segni, ma non per questo nell’accezione negativa del termine, di un totale spaesamento. Più questa sorta di biografia sul presidente socialista si compone, più i dubbi crescono, più il dramma si innesca nell’animo dei personaggi. Il pensiero socialista sembra non poter attecchire, non perché impossibile, ma perché ormai spento da un mondo globalizzato, cinico e pieno di paure.
NOTE
CRITICA
"Il Mitterrand malato di Robert Guédiguian, ispirato al libro-testimonianza di Georges-Marc Benamou, è un'autentica sorpresa. Un miracolo di umanità e di intelligenza. Un film che spiazza ed avvince proprio perché sottrae il potente alla sua cornice obbligata - l'esercizio del Potere - per concentrarsi invece su un momento di trapasso. Nella vita e nella politica. (...) Naturalmente questo approccio tutto privato, il privato di un grande statista morente e quello di un giovane giornalista con una moglie incinta e dei suoceri comunisti, farà sorridere gli schiavi della realpolitik e i cacciatori di scoop. Ma se si guarda bene dal fornire verità definitive sui lati più oscuri del politico, Guédiguian allestisce, attraverso lo strepitoso Mitterrand di Michel Bouquet, una sontuosa cerimonia degli addii. L'addio di Mitterrand alla vita, naturalmente. Ma anche il nostro addio a Mitterrand e a una stagione politica che aveva ancora passione e fede in un futuro diverso. 'Sono l'ultimo grande presidente. Dopo di me verranno finanzieri e contabili...'. Anche per questo il film emoziona tanto." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 11 marzo 2005)
"'Au secours, Mitterrand revient!' è l'allarme lanciato da 'Les Inrockuptibles'; e considerate le dispettose abitudini del settimanale sembra annunciare una sonora stroncatura del film 'Le passeggiate del Campo di Marte', rievocante passione e morte di colui che fu il presidente della Francia dal 1981 al 1995. A sorpresa, invece, lo strillo di copertina rivela la sua natura scherzosa introducendo un rispettoso ed esauriente servizio che partendo dalla pellicola prende in esame una figura ormai storica. (...) 'Le passeggiate del Campo di Marte' getta uno sguardo nostalgico sul crepuscolo di un mondo. Al libro da cui deriva, 'Le dernier Mitterrand' di Georges Marc-Benamou (Plon), il copione aggiunge un controcanto fittizio delineando le vicende private del giovane intervistatore. In occasione della presentazione del film alla Berlinale, qualcuno ha scritto che il personaggio del giornalista rappresenta il punto debole di un film per altri aspetti riuscito. È invece probabile che trasferire almeno in parte l'azione sul terreno della fantasia eviti le aridità del docudrama e contribuisca a un fecondo disimpegno dal modello reale." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 12 marzo 2005)
"Docu-film ispirato e intelligente in cui il sommo 79enne Michel Bouquet pare l' unico Mitterrand autorizzato. Come il Gattopardo prevede dopo di lui solo mediocri finanzieri e contabili, passeggia nell' intonso Eliseo, visita i marmi barocchi di Chartres, cita Hugo, la Duras, Groddeck e sogna un pranzo con Julia Roberts a New York." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 19 marzo 2005)