Le migliori cose del mondo

As melhores coisas do mundo

3/5
I ragazzi venuti dal Brasile? Più sinceri dei nostri. Tutti a lezione dagli studenti di San Paolo

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BRASILE 2010
San Paolo del Brasile. Mano ha quindici anni e, come molto suoi coetanei, è entusiasta della vita. Tuttavia, una serie di stravolgimenti esistenziali e alcune verità sulla sua famiglia cambieranno il suo modo di vedere le cose.
SCHEDA FILM

Regia: Laís Bodanzky

Attori: Francisco Miguez - Hermano 'Mano', Fiuk - Pedro, Gabriel Illanes - Deco, Gabriela Rocha - Carol, Denise Fraga - Camila, Caio Blat - Artur, Paulo Vilhena - Marcelo, Gustavo Machado - Gustavo, Rodrigo Pasquale - Enzo, José Carlos Machado - Horácio, Anders Rinaldi - Flavinho, Lilian Blanc - Direttrice Collegio, Julia Barros

Soggetto: Gilberto Dimenstein - libri, Heloisa Prieto - libri

Sceneggiatura: Luiz Bolognesi

Fotografia: Mauro Pinheiro Jr.

Musiche: Eduardo Bid

Montaggio: Daniel Rezende

Scenografia: Cássio Amarante

Costumi: Caia Guimarães

Altri titoli:

The Best Things in the World

Durata: 104

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: ispirato alla serie di libri "Mano" di Gilberto Dimenstein e Heloisa Prieto

Produzione: GULLANE, CASA REDONDA, BURITI FILMES, WARNER BROS. PICTURES

Distribuzione: INTRAMOVIES PICKS (2012)

Data uscita: 2012-10-18

TRAILER
NOTE
- IN CONCORSO ALLA V EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (2010) NELLA SEZIONE 'ALICE NELLA CITTÀ'.
CRITICA
"Piccola grande sorpresa dal Brasile. Una commedia sugli adolescenti e per adolescenti dove i personaggi non sono caricaturali, i sentimenti (e i dialoghi!) suonano veri, gli atteggiamenti non sono studiati per la macchina da presa. E gli ambienti, casa, scuola, strade, campi sportivi, bordelli dove tentare rovinose prime volte, alberghetti dove tentare di farla finita, accolgono ed esaltano il tutto con un ritmo e una naturalezza degna delle migliori serie tv. Puro cinema di formula, se vogliamo, ma al suo meglio. Anche per la freschezza e la simpatia contagiose di un pugno di giovanissimi attori carioca che evitano sia il verismo a tutti i costi (nessuna ipocrisia, siamo in un liceo bene della San Paolo più affluente, curiosamente simile a certe scuole italiane), sia la ruffianeria del prodotto alla moda. (...) Scoperto a Alice (Festival di Roma) nel 2010. Speriamo che ora i molti cinesfruttatori di adolescenza attivi in Italia lo studino, lo assimilino, lo copino. Ma ci sorprenderebbe. Molto." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero' 18 ottobre 2012)

"Con i frammenti del discorso amoroso si possono fare commedie adolescenziali banali oppure dotate di grazia e sensibilità. Ricade nella seconda tipologia questo piccolo film brasiliano; e ci piacerebbe che prodotti così battessero la nostra bandiera, più di tante commedie ammiccanti e pseudo-furbe. Il pregio migliore è che la storia d'iniziazione va di pari passo con la denuncia di mentalità grette e conservatrici (Mano è sbeffeggiato come figlio di padre gay), dure a sradicare non soltanto da noi ma anche nel più tollerante Brasile." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 18 ottobre 2012)

"Ispirato ai libri della serie Mano, popolare in Brasile, 'Le migliori cose del mondo' è un piccolo romanzo di formazione che affonda le radici nella realtà. Prima di realizzarlo la cineasta Laís Bodanzky ha infatti svolto un lavoro di indagine nel mondo della scuola, scegliendo per interpreti ragazzi assai intonati. In particolare il 14enne protagonista Francisco Miguez, che nel corso di un anno si trova a dover affrontare la separazione dei suoi, l'omosessualità del padre, un amoretto sbagliato, il tentato suicidio del fratello e il cyber bullismo, i cui effetti devastanti conosciamo per recenti fatti di cronaca. Il film scivola con troppa leggerezza su tematiche tanto complesse, ma il personaggio di Mano e l'ambiente adolescenziale sono tratteggiati con credibilità e freschezza." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 18 ottobre 2012)

"Piccola commedia 'di formazione' senza pretese, il film della paulista Bodanzky mantiene saldo il punto di vista da teenager sulla realtà, e ha il pregio di offrire uno spaccato piuttosto verosimile di un Brasile. Il Paese è finalmente diventato una delle new economy di emersione mondiale anche in certo cinema." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 18 ottobre 2012)

"Incredibile, ma vero. Si possono fare, con leggerezza, commedie sull'adolescenza senza pagare il dazio della stupidità come certi titoli italiani e Usa. Merito di questo bel film brasiliano, interpretato da attori non professionisti assolutamente convincenti." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 18 ottobre 2012)

"Piacerà a chi è stufo di commedie permissive e apprezzerà la variazione con una situazione che altrove genera ancora dramma. Commedia-dramma ben scritta e diretta. E interpretata da adolescenti di impensabile comunicativa." (Giorgio Carbone, 'Libero', 18 ottobre 2012)