Le Chaos

Heya fawda

Intelligente e divertente: Youssef Chahine e Khaled Youssef sulle orme melodrammatiche di Matarazzo, in Concorso

Leggi la recensione

EGITTO 2007
Cairo. Hatem è un poliziotto che governa col pugno di ferro il quartiere di Choubra, dove è temuto e rispettato da tutti. L'unica a tenergli testa è Nour, una bella ragazza che Hatem vorrebbe conquistare ma che è segretamente legata a Cherif, un pubblico ministero incorruttibile. Roso dall'invidia, Hatem renderà molto difficile la vita della sventurata Nour.
SCHEDA FILM

Regia: Youssef Chahine, Khaled Youssef

Attori: Khaled Saleh - Hatem, Mena Shalaby - Nour, Hala Sedky, Youssef El Sherif - Cherif, Hala Fakher, Amr Abdel Guélil, Ahmed Fouad Selim

Sceneggiatura: Nasser Abdel Rahman

Fotografia: Ramses Marzouk

Musiche: Yasser Abdel-Rahman

Montaggio: Rabab Abdel Latif

Scenografia: Hamed Hemdan

Costumi: Monia Fath El Bab

Effetti: Abbas Saber

Altri titoli:

What a Mess!

Il caos

Durata: 122

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)

Produzione: GABRIEL KHOURY, JEAN BREHAT, RACHID BOUCHAREB PER MISR INTERNATIONAL, IN COLLABORAZIONE CON 3B PRODUCTIONS, FRANCE 2 CINEMA

NOTE
- PRESENTATO IN CONCORSO ALLA 64. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2007).
CRITICA
"Chaine inserisce un'occhiata tutt'altro che riconciliata alla situazione politica dell'Egitto. Morale e aborto, voglia di libertà e di normalità sono tra i protagonisti di un film che non tradisce le attese nella sua gestione di una baraonda fondamentalista nel nome non di un dio ma di un cinema che non dimentica mai di dover fare i conti con chi paga il biglietto." (Natalino Buzzone, 'Il Secolo XIX', 8 settembre 2007)

"'Chaos' porta su questi schermi i colori, i sapori, i destini di un mondo ben poco rappresentato qui a Venezia, e in generale al cinema: quello egiziano. Chahine ci ha abituati nella sua lunga carriera a un cinema di forte critica dello stato delle cose egiziane, ma 'Chaos' si pone come un apologo definitivo e spiega senza mezzi termini lo sfascio e la deriva della situazione stretta tra la durezza di un governo troppo laico filo americano e l'eccesso di un'opposizione religiosa e musulmana." (Dario Zonta, 'L'Unità', 8 settembre 2007)

"Scorre tutto benissimo in 'Le Chaos', ennesima sortita festivaliera dell'emerito egiziano Youssef Chahine: un copione a metà strada fra il neorealismo rosa e il melodramma di Raffaello Matarazzo; la metropoli del Cairo sbozzata con tocchi da sfrenato musical populistico; il malvagio poliziotto Hatem caricato di stimmate tra il teatro dei pupi siciliano e i fatidici personaggi del Lino Banfi della commedia pecoreccia; le opulente signore coinvolte nell'intrigo che assomigliano alle maliarde della sceneggiata; la situazione politica ricalcata pari pari sui cliché delle dittature sudamericane. L'unico auspicio potrebbe, però, essere quello di non subire dal campione terzomondista l'ennesima ramanzina contro i mercimoni del cinema occidentale." (Valerio Caprara,
'Il Mattino', 8 settembre 2007)

"Mischiando i generi, un po' sulla falsariga del titolo, 'Chaos' commuove e diverte, fa riflettere e aiuta a pensare, non indulge al pittoresco, e però non ne rifugge, una sorta di cinema popolare per una nazione dove il fallimento dell'educazione vede laureati senza alcuna competenza e senza quindi nessun futuro." (Stelio Solinas, 'Il Giornale', 8 settembre 2007)

"Un melodramma passionale dalle improvvise chiazze dark lavora su tutti questi temi e ci spiega perché l'Egitto di oggi si abbatte e non si cambia. E ci sarebbe bisogno di una mega insurrezione popolare di piazza, puliscitutto, di un tumulto 'alla Nasser' che metta caos nell'ordine, visto che le scuole non insegnano più nulla, neanche l'inglese, e sfornano diplomati analfabeti. (...) Choubra, il quartiere cosmopolita del Cairo, fra chiese francescane e pratiche stregonesche superstiziose di millenaria efficacia, con i ceti medi e quelli popolari mischiati, è il set esclusivo di questo film non perfetto negli snodi narrativi e poco condivisibile quando benedice o maledice i propri personaggi e che ha l'adatto titolo di 'Chaos', coproduzione con la Francia del padre del nuovo cinema arabo, Youssef Chahine, che però ha diviso, forse per motivi di salute, la regia con Khaled Youssef." (Roberto Silvestri, 'Il Manifesto', 8 settembre 2007)

Dalle note di regia: "Nel film 'Heya fawda (Il Caos)' cerco di mettere il dito sul destino dei miei connazionali, che hanno così poco da dire sugli affari del paese. Privi di quasi tutto, educazione, mezzi di comunicazione, soffrono di una pesante repressione imposta dal potere. Certe dimostrazioni somigliano a piccole guerre civili dove alcuni dimostranti fronteggiano quattro o cinquemila celerini locali. Basta osservare la miseria nella quale vive la maggior parte delle famiglie per realizzare che in tutte le autocrazie è il popolo che paga il prezzo più elevato. Le autorità minacciano le popolazioni in nome della disciplina per soffocare ogni libertà. Ed è questa confusione che gestisce tutto il Medio Oriente." (Youssef Chahine)