Largo Baracche

3/5
Il diritto di riscrivere un romanzo criminale: e nei Quartieri Spagnoli di Napoli fiorisce la speranza. In Prospettive Italia

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ITALIA 2013
Nei meandri di una Napoli decadente sorge Largo Baracche, cuore pulsante dei Quartieri Spagnoli. Nell'incrocio di questi antichi vicoli, scorrono le vite di sette ragazzi. Con un tocco delicato, la macchina da presa ci mostra esistenze differenti, ognuna alle prese con il proprio passato, sogni ed avversità. C'è chi deve fare i conti con la propria appartenenza, perché figlio di un boss "che ha dato le dimissioni", chi cerca di arrivare a fine mese improvvisandosi parcheggiatore abusivo, chi crede ancora nelle istituzioni - soprattutto quella scolastica - e chi punta il dito contro la borghesia benpensante. Quelle di Carmine, Gianni, Mariano, Giuseppe, Luca, Gennaro ed Antonio sono vite dissestate, destinate a incontrarsi per costruire e costruirsi un'alternativa, una via d'uscita. I giovani, infatti, formano insieme una "batteria". Non una di quelle che, parafrasando il linguaggio camorristico, "vanno a fare il morto". No, la loro si potrebbe quasi definire "una batteria del bene". Si uniscono per affrontare insieme difficoltà, disillusioni, pregiudizi e contrastare quella malavita che distrugge ed opprime la città ed il paese intero. Attraverso i loro occhi e le loro parole, l'autore ci mostra la voglia di riscatto e di credere ad un futuro diverso da quello che sembra già cucito addosso a chi nasce nei Quartieri Spagnoli. La forza e il coraggio di poter sognare, persino per coloro che sono cresciuti in un luogo in cui "le opportunità sono eccezioni", in cui fin dalla nascita incombe una condanna sulle proprie spalle.
SCHEDA FILM

Regia: Gaetano Di Vaio

Attori: Carmine Monaco, Giovanni Savio, Mariano Di Giovanni, Giuseppe Schisano, Luca Lo Monaco, Gennaro Masiello, Antonio De Vincenzo

Sceneggiatura: Gaetano Di Vaio

Fotografia: Salvatore Landi

Musiche: Fabio Gargano

Montaggio: Paco Centomani, Simona Infante

Suono: Daniele Maraniello - presa diretta

Durata: 70

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO

Specifiche tecniche: FULL HD, DCP (16:9)

Produzione: GAETANO DI VAIO PER FIGLI DEL BRONX, GIANLUCA CURTI PER MINERVA FILM, DARIO FORMISANO PER ESKIMO SRL CON RAI CINEMA, IN COLLABORAZIONE CON: ASSOCIAZIONE SOCIALMENTE PERICOLOSI

TRAILER
NOTE
- FILM REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO‐DIREZIONE GENERALE PER IL CINEMA.

- PREMIO DOC/IT AL MIGLIORE DOCUMENTARIO ITALIANO ALLA IX EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (2014, SEZIONE 'PROSPETTIVE ITALIA').
CRITICA
"Non c'è dubbio che Figli del Bronx, la società di produzione fondata nel 2003 da Gaetano Di Vaio, ha aperto un solco nel panorama del cinema italiano, dando un impulso creativo e un segnale di vitalità nell'ambito della produzione indipendente a low budget, dimostrando che si può perseguire una linea produttiva autoriale che diventa un brand tematico e stilistico, riportando l'attenzione della critica e del pubblico sul «cinema del reale», sull'importanza del documentario. (...) nel cinema di Di Vaio c'è un barlume di speranza e di necessario ottimismo come conferma il suo terzo documentario (dopo 'Il loro Natale' e 'Interdizione perpetua') 'Largo Baracche' (...). Con questo documentario (...) l'autore sembra voler fare creativamente i conti con il suo passato mettendosi definitivamente a nudo per rendere più efficace il nesso tra il suo percorso di 'redenzione' e l'attuale impegno sociopolitico per salvare giovani a rischio o recuperare quelli quasi 'perduti' anche con il cinema. E lo fa riproponendo un significativo frammento di repertorio quando giovanissimo con capelli scuri e ciuffo esprimeva la sua opinione in un gruppo di tossici, dichiarando apertamente le sue idee di sinistra mentre discute oggi di politica con un giovane di destra, riprendendosi mentre girano, incontrano giovani sbandati e fanno interviste, scoprendo il set non per svelare con intenti meta il trucco, la finzione del cinema ma per sottolineare che è tutto reale, la continuità tra arte e vita. 'Largo Baracche' è un cuore pulsante dei Quartieri Spagnoli. Nei labirinti di questi antichi vicoli, la macchina da presa segue le vite di sette ragazzi mostrando esistenze differenti, ognuna alle prese con il proprio passato, con i loro sogni e le loro avversità. (...) Attraverso la loro voglia di riscatto, Di Vaio rivendica un futuro diverso da quello che sembra già cucito addosso a chi nasce nei Quartieri Spagnoli. Giovani esistenze sulle quali fin dalla nascita sembra incombere una minaccia, una condanna, il peso di un destino già scritto e invece un'altra vita è possibile. Nel prefinale due dei protagonisti (...) parlano in un efficace napoletano stretto di ragazze, di primi amori con quel comunicativo realismo di un certo cinema francese giovanile, di Dumont, dei Dardenne." (Alberto Castellano, 'Il Manifesto - Alias', 18 ottobre 2014)