LA PRIGIONE

ITALIA 1942
Un giovane contabile di un penitenziario provinciale, fidanzato con una maestra del luogo, si innamora di una cantante capitata nella città. La donna che ha avuto un passato burrascoso, è dapprima divertita dalla relazione, ma poi è presa anch'essa dall'affetto del giovanotto che per lei ha rovinato la propria carriera. I due decidono di fuggire insieme e di rifarsi una vita. Sennonché un detenuto - che aveva a suo tempo sedotto la ragazza - riesce ad impedire la loro unione. Il giovane allora comprende l'errore commesso, fa ammenda delle proprie colpe e ritorna all'amore semplice della maestrina.
SCHEDA FILM

Regia: Ferruccio Cerio

Attori: Liliana Laine - Anna, Gianni Santuccio - Paolo, Manuel Roero - Carlo, Adriana Serra - Maria, Giorgio Piamonti - Antonio, Palamede Giunchedi - Badallo', Iva Sandi - La Cameriera, Fernando Borghetti - Peretti, Lauretta De Lauri, Ferruccio Cerio, Nando Alvaro, Ugo Lombardi

Soggetto: Mario Puccini

Sceneggiatura: Alessandro De Stefani, Mino Doletti, Ferrucio Cerio

Fotografia: Ugo Lombardi

Musiche: Mario Ruccione

Montaggio: Vincenzo Zampi

Scenografia: Salvo D'Angelo

Durata: 80

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: TRATTO DAL ROMANZO OMONIMO DI MARIO PUCCINI

Produzione: BASSOLI FILM

Distribuzione: ENIC (1944)

NOTE
PRIMA DEL TITOLO DEFINITIVO IL FILM ERA STATO PREANNUNCIATO COME "SERENATA D'AMORE".
GIRATO NEGLI STABILIMENTI FERT DI TORINO.
CRITICA
" 'La prigione' è un film di Ferruccio Cerio che può anche sorprendere: per la qualità psicologica della vicenda, il realismo non letterario di alcuni tratti, la recitazione di Liliana Laine, Gianni Santuccio e Manuel Roero, esordienti sullo schermo. Anche Cerio arriva dal teatro e l'abitudine alla costruzione drammatica e al dialogo costringeva un'indubbia vena narrativa nel 'Cavaliere senza nome' e nell'
'Ultimo addio', al solito errore. Nel nuovo film, la volontà di spiegare caratteri e tormenti amorosi con un linguaggio di visi e cose è evidente, ma troppi sono i modelli che le immagini ripetono. La regia, insomma, è un'eco." (E. Ferdinando Palmieri, "L'illustrazione italiana"-n.14-15, aprile 1944)