La polizia accusa: il Servizio Segreto uccide
Nel luglio del '74 la cronaca italiana annovera stranamente le morti tragiche di un maggiore, di un colonnello e di un generale. Trattandosi apparentemente di incidenti casuali, il commissario Solmi si sofferma sul successivo assassinio di Vittorio Chiarotti, un perito elettrotecnico che ben presto scoprirà essere invece un investigatore privato. Rimproverato dal giudice Mannino per i suoi metodi, aiutato invece dall'amica giornalista Maria, il poliziotto risale a una prostituta che viene uccisa e entra in contatto con il capitano Mario Sperlì dell'Ufficio Speciale Informazioni, un agente segreto politico che si dimostra interessato al caso e ammette l'esistenza di un fallito golpe contro la sicurezza dello Stato. Le indagini tuttavia, ristagnano anche quando l'accumularsi, tanto dei delitti quanto degli indizi, costringe il magistrato Mannino a mettersi dalla parte del commissario, puntualmente preceduto da una occulta forza che conosce tutto e subito. La scoperta di una mappa e le intuizioni del Solmi portano all'individuazione di un campo di addestramento clandestino e all'arresto del maggior colpevole, lo stesso Sperlì, alias avv. Rienzi, il quale tuttavia viene ucciso dal vicecommissario.
CAST
- Regia:
- Attori: - Commissario Giorgio Solmi, - Giudice istruttore Michele Mannino, - Maria, - Vice commissario Caprara, - Giuliana Raimondi, la Tunisina, - Agente De Luca, - Remo Ortolani, - Giovanni Andreassi, detto Massù, - Generale Eugenio Stocchi, - Martinetti, - Capitano Marzio Sperlì, falso avvocato Renzi, - Chiarotti, - "Baronessa" Isidora Grimani, - Direttore del carcere, - Questore, - Complice di Massù
- Soggetto: Fabio Pittorru, Massimo Felisatti
- Sceneggiatura: Massimo Felisatti, Fabio Pittorru, Sergio Martino, Gianfranco Couyoumdjian
- Fotografia: Giancarlo Ferrando
- Musiche: Luciano Michelini
- Montaggio: Eugenio Alabiso
- Scenografia: Francesco Calabrese
- Costumi: Rosalba Menichelli
- Effetti: Dino Galiano
NOTE
- REVISIONE MINISTERO FEBBRAIO 1993.
CRITICA
"Questo lavoro di valido possiede unicamente la ricchezza di azione e la scioltezza del ritmo narrativo, finendo così nel racconto di avventura fine a se stesso. Infatti, pur essendo nelle singole situazioni e figure ricavato dalla cronaca nero-politica degli ultimi anni, proprio per il forzato miscuglio di troppe realtà finisce per essere un mosaico dal disegno generale fantasioso e addirittura fumettistico." ('Segnalazioni Cinematografiche', vol. 78, 1975)