La paura

GERMANIA 1954
Irene Wagner lavora con suo marito Alberto in un laboratorio chimico-farmaceutico. All'apparenza sono una coppia serena, ma in realtà Irene è tormentata da un forte senso di colpa nei confronti di suo marito, dal momento che ha da tempo un amante, Enrico. Una sera, viene fermata da una sconosciuta, Giovanna Schultze, che le racconta di essere stata l'amante di Enrico e di essere a conoscenza del loro segreto. In cambio del suo silenzio, Giovanna le chiede 5000 marchi. Irene acconsente e accetta di incontrare Giovanna a teatro ma, tornata a casa, si accorge di non avere più al dito il suo anello e deve fare fronte alle pressanti domande di Alberto. Quando le si prospetta dinanzi agli occhi la terribile realtà, cioè che in realtà Giovanna è una complice di Alberto, che è da tempo a conoscenza della sua relazione con Enrico, la vita per lei sembra non avere più senso...
SCHEDA FILM

Regia: Roberto Rossellini

Attori: Ingrid Bergman - Irene Wagner, Mathias Wieman - Professor Alberto Wagner, Renate Mannhardt - Johanna Schultze, Kurt Kreuger - Enrico Stoltz, Elise Aulinger - La governante, Elisabeth Wischert - Mady, Gabriele Seitz - Bubi, Luisa Vidor, Edith Schultze-Westrum, Rolf Deininger, Klara Kraft, Steffie Struck, Jurgen Micksch, Albert Herz

Soggetto: Stefan Zweig - racconto

Sceneggiatura: Franz von Treuberg, Sergio Amidei, Roberto Rossellini

Fotografia: Carlo Carlini

Musiche: Renzo Rossellini

Montaggio: Walter Boos, Jolanda Benvenuti

Costumi: Jacques Griffe - per Ingrid Bergman

Aiuto regia: Franz von Treuberg, Pietro Servadio

Altri titoli:

Non credo più all'amore

Incubo

Die Angst

Durata: 84

Colore: B/N

Genere: PSICOLOGICO DRAMMATICO

Tratto da: racconto "Die Angst" di Stefan Zweig

Produzione: ANIENE FILM (ROMA), ARISTON FILM (MONACO)

Distribuzione: MINERVA FILM - CDE HOME VIDEO, M&R

CRITICA
"Il dramma psicologico non è condotto in modo da suscitare una profonda impressione: gli nuocciono certe lentezze narrative e l'atmosfera da romanzo giallo. Sembra che il regista abbia fatto soprattutto assegnamento sulla notevole forza espressiva della protagonista e sulla sua interpretazione. Buoni il commento musicale e la fotografia." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 37, 1955)

"(...) La trama è esile ma su di essa il regista costruisce una serie di situazioni-chiave che ci permettono di cogliere il vero dramma della donna, nei suoi aspetti più intimi. Lo stile stesso del racconto, frammentario, è condotto in maniera moderna, con pause e improvvise impennate, invita alla riflessione, distoglie l'attenzione dal significato lettterale del racconto per rivolgerla sui significati più riposti nascosti quasi tra le pieghe del testo, ma illuminanti per un più ampio giudizio su fatti e personaggi". (Gianni Rondolino, "Catalogo Bolaffi del Cinema Italiano - 1945/1955")