La notte non aspetta

Street Kings

Keanu Reeves detective caduto nella Città degli Angeli. Con la benedizione di James Ellroy

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USA 2008
Dalla morte di sua moglie, la vita di Tom Ludlow, agente della polizia di Los Angeles, non è stata più la stessa. Le cose prendono per lui una piega ancor più disperata dal momento in cui viene accusato dell'omicidio di un suo collega. Impegnato nelle ricerche di indizi che possano scagionarlo dalle ingiuste accuse, Tom si imbatte in un caso di corruzione all'interno del suo dipartimento.
SCHEDA FILM

Regia: David Ayer

Attori: Keanu Reeves - Detective Tom Ludlow, Forest Whitaker - Capitano Jack Wander, Common - Coates, Martha Higareda - Grace Garcia, Cedric The Entertainer - Scribble, Chris Evans - Detective Paul Diskant, Noel Guglielmi - Quicks, Kenneth Choi - Boss Kim, Hugh Laurie - Capitano James Biggs, Naomie Harris - Linda Washington, Cle Sloan - Fremont, Amaury Nolasco - Detective Cosmo Santos, John Corbett - Detective Dante Demille, Terry Crews - Detective Terrence Washington, The Game - Grill, Kevin Benton - Tenente Van Burden, Clifton Powell - Sergente Green, Jay Mohr - Sergente Mike Clady, Angela Sun - Julie Fukashima

Soggetto: James Ellroy

Sceneggiatura: James Ellroy, Jamie Moss, David Ayer

Fotografia: Gabriel Beristáin

Musiche: Graeme Revell

Montaggio: Jeffrey Ford

Scenografia: Alec Hammond

Arredamento: Hilton Rosemarin

Costumi: Michele Michel, Michelle Liu

Effetti: Chris Watts, Bake Visual Effects, CafeFX, At The Post

Altri titoli:

The Night Watchman

Durata: 109

Colore: C

Genere: THRILLER DRAMMATICO

Specifiche tecniche: SUPER 35 STAMPATO A 35 MM (1:2.35)

Produzione: REGENCY ENTERPRISES, YARI FILM GROUP (YFG), EMMETT/FURLA FILMS, MILLENNIUM FILMS

Distribuzione: 20TH CENTURY FOX ITALIA

Data uscita: 2008-06-27

CRITICA
"Calato nello scenario autentico della periferia di L.A. di cui il regista David Ayer è un buon conoscitore, il film si sviluppa con una buona tensione narrativa e un cast di prim'ordine: accanto a Reeves, menzioniamo Forest Witaker mentore luciferino e un Hugh Laurie troppo realista per non essere cinico." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 27 giugno 2008)

"La ricerca del proprio io da parte di Reevs non ci scalfisce, tanto è fasulla e banale nella forma, nella sostanza e nell'etica: l'annuncio è che ci sarà sempre qualcosa di marcio nella polizia losangelina con variopinte esemplificazione di peccati, sesso e droga. E' proprio l'anestesia che il film produce con immagini straviste e dialoghi sporchi già sentiti che non turba né indigna: lo si vede ma non lo si guarda, lo si sente ma lo si ascolta e subito subito si dimentica." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 27 giugno 2008)

"Un film convulso e violentissimo, gonfio di luoghi comuni con dialoghi così rozzi da mettere i brividi. Keanu Reeves se lo fa tutto in trance, ammazzando mezzo cast e facendosi medicare ogni cinque minuti da una dolce infermiera. Se l'insopportabile Forest Whitaker crede di recitare Shakespeare, il superfluo Hugh Grant fa rimpiangere il sopravvalutato Dr. House." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 27 giugno 2008)

"Dramma poliziesco violento, sudato e senza fiato in cui la stolidità espressiva di Reeves ben si accosta alla furia espressiva di un Forest Whitaker ormai a suo agio con i cattivi. Il suo capitano di polizia è da incubi notturni. Chi sceglie per la moralità, nel film, è un folle destinato alla solitudine. Se gli va bene. Pellicola disperata e senza compromessi. A Hollywood si sono spaventati facendolo uscire in sala in sordina. Ellroy, invece, ha apprezzato." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 27 giugno 2008)

"David Ayer, alla seconda prova di regia dopo 'I giorni dell'odio', costruisce un poliziottesco tutto sangue e proiettili, robusto nelle architetture urbane e guizzante in molte sequenze d'azione e lotta tra protagonisti. C'è tutto il repertorio di genere (gangsta rap, boyz n the hood, sbirraglia che mastica chewing-gum, scontri all'ok corral fronte contro fronte) offerto con un certo compiacimento dell'esubero (gli effetti delle pallottole sugli esseri umani), ma senza una vera e propria densità di scrittura. Tanto che oramai dover girare un film sugli script magmatici ed eterogenei di James Ellroy sembra essere un'impresa davvero improba. Da ricordare che il film è passato di mano in mano: da David Fincher a Oliver Stone, fino a Spike Lee." (Davide Turrini, 'Liberazione', 27 giugno 2008)