La lancia che uccide
Broken Lance
USA - 1954

Devereux è un proprietario terriero che ha conquistato ricchezza e potere col duro lavoro e con la forza, facendosi molti nemici fra i quali, anche i suoi figli.
- Regia:
- Attori: - Matt Deveraux, - Joe Deveraux, - Barbara, - Ben Deveraux, - Signora Deveraux, - Mike Deveraux, - Due Lune, - Denny Deveraux, - Horace, il Governatore, - Clem Lawton, - Van Cleve, - Mac Andrews
- Soggetto: Philip Yordan - (sceneggiatura del 1949)
- Sceneggiatura: Richard Murphy
- Fotografia: Joe MacDonald
- Musiche: Leigh Harline
- Montaggio: Dorothy Spencer
- Scenografia: Maurice Ransford, Lyle Wheeler (Lyle R. Wheeler)
- Arredamento: Walter M. Scott, Stuart Reiss (Stuart A. Reiss)
- Costumi: Travilla
- Effetti: Ray Kellogg
-
Altri titoli:
La lance brisée
Lanza rota
Die zerbrochene Lanze
Die gebrochene Lanze
Arizona - Durata: 96'
- Colore: C
- Genere: AVVENTURA
- Specifiche tecniche: CINEMASCOPE 35 MM (1:2.55) - TECHNICOLOR, DE LUXE
- Produzione: TWENTIETH CENTURY-FOX FILM CORPORATION
- Distribuzione: FOX
NOTE
- REMAKE DI "AMARO DESTINO" (1949) DI JOSEPH L. MANKIEWICZ.
CRITICA
"Un western molto particolare, più attento alla psicologia che all'azione tradizionale. Forse Dmytryk non era il regista più adatto, ma gli attori sono indubbiamente esemplari." (Francesco Mininni, 'Magazine italiano tv')
"Calligrafico melodramma western in cinema scope che rielabora piuttosto fedelmente "House of Strangers" (Amaro destino, 1949) di Mankiewicz. L'interpretazione degli attori si regge sull'esperienza dell'ottimo Tracy." (Laura e Morando Morandini, 'Telesette')
"(..) sono le tensioni all'interno della famiglia a costituire il filo rosso, attorno al quale si attorciglia il conflitto morale psicologico prima ancora che drammatico, che rende questo western anticonvenzionale e per molti versi sorprendente. Non che la regia sia particolarmente geniale, o che l'interpretazione, seppur ottima, sia del tutto al di sopra della media. Ma è l'insieme che ci colpisce: il suo mettere in luce - cruda, livida, tagliente - il risvolto di una rispettabilità borghese (sia pure imposta e, alla base, violenta) che si sgretola come un castello di sabbia alla prima occasione." (Gianni Rondolino, 'La Stampa', 7 maggio 2001)
"Calligrafico melodramma western in cinema scope che rielabora piuttosto fedelmente "House of Strangers" (Amaro destino, 1949) di Mankiewicz. L'interpretazione degli attori si regge sull'esperienza dell'ottimo Tracy." (Laura e Morando Morandini, 'Telesette')
"(..) sono le tensioni all'interno della famiglia a costituire il filo rosso, attorno al quale si attorciglia il conflitto morale psicologico prima ancora che drammatico, che rende questo western anticonvenzionale e per molti versi sorprendente. Non che la regia sia particolarmente geniale, o che l'interpretazione, seppur ottima, sia del tutto al di sopra della media. Ma è l'insieme che ci colpisce: il suo mettere in luce - cruda, livida, tagliente - il risvolto di una rispettabilità borghese (sia pure imposta e, alla base, violenta) che si sgretola come un castello di sabbia alla prima occasione." (Gianni Rondolino, 'La Stampa', 7 maggio 2001)