LA FORNARINA

ITALIA 1942
Il film è ambientato nella Roma del Rinascimento dove Raffaello con la sua arte sublime è al centro della vita artistica, Egli fa la conoscenza di una giovane popolana chiamata "La fornarina" e colpito dalla grazia dei suoi lineamenti e dalla perfezione del suo corpo, le chiede di posare per lui e quindi se ne innamora pazzamente, corrisposto anche dalla ragazza la quale convive con il pittore. Ma una dama dell'aristocrazia, gelosa della popolana, ordisce una congiura e la fa rapire. Raffaello fa di tutto per rintracciare la Fornarina ma quando egli la ritroverà la sua salute, già assai cagionevole, è talmente scossa che dopo poca muore.
SCHEDA FILM

Regia: Enrico Guazzoni

Attori: Giovanni Onorato - Quirino, Umberto Spadaro - Un Cliente Dell'Osteria, Cesare Fantoni - Il Cardinal Bibbiena, Amilcare Pettinelli - Agostino Chigi, Walter Lazzaro - Raffaello Sanzio, Nino Marchesini - Il Governatore Di Roma, Antonio Corevi - Il Giovane Buttero, Margherita Nicosia Bossi - L'Ostessa, Anneliese Uhlig - Leonora D'Este, Luigi Pavese - Sebastiano Del Piombo, Ugo Sasso - Marzio Taddei, Giorgio Costantini - Giulio Romano, Vinicio Sofia - Baviera, Pio Campa - Papa Giulio Ii, Lída Baarová - Margherita/La Fornarina, Amina Pirani Maggi - Mamma Rosa, Ernesto Zanon - Bramante, Cesare Polesello - Mastro Timoteo, Pia De Doses - Salvestra, Andrea Volo - Duccio, Emilio Petacci - L'Archiatra, Amalia Pellegrini - Marozia, Aristide Garbini - Cola, Rinaldo Geleng - Il Giullare, Ciro Berardi - Il Maggiordomo Di Chigi

Sceneggiatura: Tomaso Smith, Tullo Gramantieri, Alberto Casella, Giorgio Pastina

Fotografia: Giuseppe La Torre

Musiche: Ezio Carabella, Giuseppe Savagnone

Scenografia: Virgilio Marchi

Durata: 96

Genere: STORICO

Tratto da: TRATTO DAL ROMANZO DI TULLO GRAMANTIERI ISPIRATO AD UNA "VISIONE" DI SEM BENELLI

Produzione: EIA MEDITERRANEA

Distribuzione: EIA

NOTE
IL FILM E' STATO GIRATO A CINECITTA'.
CRITICA
" [...] il film strutturalmente si riallaccia ai vecchi romanzi d'appendice, bolsi di complicazioni episodiche, ampollosità dialettale, vieti artifizi [...] esteticamente, pur se talune sequenze risultano fastidiose per le scenografie piuttosto coreografiche [...] artisticamente, anche se esiste qualche intenzione culturale nella presentazione dei capolavori dell'Urbinate, troppo sfacciatamente tenta suscitare la morbosa curiosità del pubblico [...] presentando la protagonista in primo piano inverecondo [...]". (M. Meneghini, "L'Osservatore Romano", del 18/10/1944).