La cura dal benessere

A Cure for Wellness

USA 2016
Lockhart, un ambizioso giovane broker a Wall Street, su richiesta del management della sua società, parte alla volta di una clinica del benessere situata in una remota località tra le Alpi, dove si trova Pembroke, l'Amministratore Delegato dell'azienda. Questi ha informato il suo staff di non avere alcuna intenzione di lasciare la clinica e Lockhart deve persuaderlo a cambiare idea e tornare a New York con lui. Quando il giovane giunge all'istituto, il clima è sereno tra i pazienti in cura, ma sembra che i trattamenti, i cui effetti dovrebbero essere miracolosi, li facciano stare sempre peggio. Mentre approfondisce i misteri oscuri e sconcertanti che si celano dietro le quinte della clinica, Lockhart incontra una ragazza, la bellissima e inquietante Hannah, anche lei paziente della clinica, e conosce anche un'altra ospite del centro, l'eccentrica Signora Watkins, che ha condotto alcune indagini per conto proprio. In breve tempo, il direttore dell'istituto, il sinistro Dottor Volmer, diagnostica a Lockhart la stessa patologia di cui soffrono gli altri pazienti. Il giovane capisce di essere prigioniero nel ritiro alpino e inizia a perdere il contatto con la realtà. Durante la 'cura' è costretto a subire prove inimmaginabili.
SCHEDA FILM

Regia: Gore Verbinski

Attori: Dane DeHaan - Lockhart, Jason Isaacs - Dott. Volmer, Mia Goth - Hannah, Celia Imrie - Sig.ra Watkins, Harry Groener - Pembroke, Ivo Nandi - Enrico, Tomas Norström - Frank Hill, Ashok Mandanna - Ron Nair, Magnus Krepper - Pieter, Maggie Steed - Sig.ra Abramov, Craig Wroe - Morris, David Bishins - Hank Green, Lisa Banes - Hollis, Carl Lumbly - Wilson, Tom Flynn - Humphrey, Eric Todd - Josh, Jason Babinsky - Carl, Rebecca Street - Madre di Lockhart, Bert Tischendorf - Padre di Lockhart

Soggetto: Gore Verbinski, Justin Haythe

Sceneggiatura: Justin Haythe

Fotografia: Bojan Bazelli

Musiche: Benjamin Wallfisch

Scenografia: Eve Stewart

Arredamento: Mark Rosinski, Michael Standish

Costumi: Jenny Beavan

Effetti: Huseyin Caner

Durata: 145

Colore: C

Genere: THRILLER PSICOLOGICO

Specifiche tecniche: ARRI ALEXA XT M/ARRI ALEXA XT STUDIO/ARRI ALEXA XT, D-CINEMA (1:2.35)

Produzione: GORE VERBINSKI, DAVID CROCKETT, ARNON MILCHAN PER NEW REGENCY PRODUCTIONS, BLIND WINK PRODUCTIONS

Distribuzione: TWENTIETH CENTURY FOX ITALIA (2017)

Data uscita: 2017-03-23

TRAILER
NOTE
- JUSTIN HAYTHE FIGURA ANCHE COME PRODUTTORE ESECUTIVO.
CRITICA
"Che a Verbinski piaccia giocare con i codici di genere era già evidente dalla celebre serie con Jack Sparrow, 'pastiche' di repertori dal film di cappa e spada all'horror; e 'Rango', il suo western d'animazione, non aveva fatto che confermarlo. All'inizio l'andamento narrativo è quello del thriller psicologico (viene subito in mente 'Shutter Island' di Martin Scorsese), dove sull'orrore prevale un clima di angoscia e mistero; poi però l'atmosfera vira al gotico - variante 'Crimson Peack' - con tanto di castello alla Mary Shelley, vergine in pericolo (che ha l'aspetto preraffaellita di Mia Goth ), scienziati diabolici, esperimenti infernali e misteriosi filtri contenuti in boccette di cobalto. Fino a che, aggiungendo gradualmente dosi robuste di inquietanti allucinazioni, si va a parare in un finale 'di paura' grandguignolesco tra il ballo dei vampiri e la maschera di cera. Proprio la discontinuità di chiavi narrative vale a rendere interessante il film, che si diverte a depistare lo spettatore introducendo riferimenti noti per poi deviarli sistematicamente dal loro percorso abituale. Come se rifiutasse di prendersi troppo sul serio. (...) In ogni caso il suo film, salutato con pareri contrastanti dalla critica americana e accolto tiepidamente al botteghino, è più sottile e raffinato di quanto appaia a prima vista. A nuocergli è stata, verosimilmente, proprio la resistenza che oppone a chi voglia incasellarlo in un filone preciso, come è facile fare di tanti filmetti horror circolanti per gli schermi. Peccato, perché la regia di Verbinski è competente, fatta di punti di vista non banali e, malgrado la durata insolitamente lunga (quasi due ore e mezza) del film, riesce a mantenere costantemente allertato l'interesse." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 23 marzo 2017)