KILLER MACHINE

GHOST IN THE MACHINE

USA 1993
Karl Hockman, che lavora in un negozio di computer, è l'assassino di alcune persone scelte tramite i nominativi scritti su agende di cui lui è venuto in possesso casualmente, come quella di Terry Munroe, una hostess separata dal marito, e venuta, col figlio quattordicenne Josh, per acquistare un'agenda elettronica. Fuggendo in automobile dopo l'ennesima strage, lo psicopatico Hockman ha un incidente e muore in un ospedale durante un esame computerizzato: il suo corpo si trasforma nel virus di un computer e si trasferisce nella rete informatica statunitense gestita dalla Datamet, il cui responsabile locale notando l'inserimento di un "pirata" che cerca dati su Terry, convoca lo specialista Bram Walker per identificarlo. Costui avvisa Terry, che si vede ridurre il conto in banca ed aumentare la bolletta telefonica. Frattanto il "pirata" riesce ad inserirsi in qualsiasi dispositivo elettrico, anche di uso domestico, per farne strumento di morte. Mentre Terry è a cena con Elliott, il suo uomo, Josh va di nascosto con l'amico Frazer a giocare alla guerra virtuale: ma Karl si inserisce nel gioco spaventando il ragazzo, che al ritorno trova il cane morto e riesce a scampare al tentativo del killer di affogarlo chiudendo la copertura automatica della piscina. Dopo aver tentato di eliminare sul lavoro Elliott col simulatore di incidenti automobilistici, lo fulmina con l'asciuga capelli. La vittima successiva è Carol (una ragazza più grande di Josh, della quale il ragazzo è invaghito) mentre fa da baby-sitter alla sorellina di Frazer. Josh, terrorizzato, con la nonna Elaine si barrica in casa coprendo tutte le prese elettriche, ma Karl tenta di farli passare per pericolosi sequestratori alla polizia, che, circondata l'abitazione, spara ma per fortuna senza esito. Interviene Bram che attira il killer alla Ohio Tech, dove si è diplomato: vuole aspirare con l'acceleratore magnetico le particelle di cui è composto il killer per disintegrarlo. Insieme, Bram, Terry e Josh rischiano la vita affrontando il killer che nulla sembra poter distruggere: Terry riesce ad aprire un foro con la sua pistola nella camera stagna, ed il campo magnetico dell'acceleratore, attraendo l'arma abbandonata, apre una grossa falla dalla quale il "mostro" viene assorbito per scomparire nel nulla.
SCHEDA FILM

Regia: Rachel Talalay

Attori: Karen Allen - Terry Munroe, Chris Mulkey - Bram, Ted Marcoux - Karl Hochman, Wil Horneff - Josh Munroe, Jessica Walter - Elaine, Jack Laufer - Elliott, Zack Phifer - Prete, Robert Lamar Kemp - Yuppie, Walter Addison - Poliziotto Anziano, Alix Koromzay - Ragazza Punk, Charles Hauck - Poliziotto, Carl Gabriel Yorke - Tecnico Della Sicurezza, Matthew Glave - Poliziotto, Clayton Landey - Mel, Nigel Gibbs - Detective, Nancy Fish - Padrona Di Casa Di Karl, Chris Ellis - Tenente, Shevonne Durkin - Carol, Rick Ducommun - Phil, Carlease Burke - Donna Poliziotto, Helen Greenberg - Cliente, Mitchell R. Parnes - Barista, Andrew Woodworth - Uomo Della Sicurezza, Ken Thorley - Venditore, Charles Stransky - Poliziotto Alla Stazione Di Polizia, Richard Schiff - Tecnico Scanner, Michael LaGuardia - Poliziotto, Don Keith Opper - Uomo Nell'Ufficio, Haunani Minn - Infermiera, Richard McKenzie - Frank Mallory, Dom Magwili - Medico, Mimi Lieber - Marta, Mickey Gilbert - Mickey The Driver, Brandon Adams - Frazer

Soggetto: William Osborne, William Davies

Sceneggiatura: William Davies, William Osborne

Fotografia: Phil Méheux

Musiche: Graeme Revell

Montaggio: Janice Hampton, Erica Huggins

Scenografia: James H. Spencer

Costumi: Isis Mussenden

Durata: 95

Colore: C

Genere: HORROR FANTASCIENZA

Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI

Produzione: PAUL SCHIFF

Distribuzione: TWENTIETH CENTURY FOX ITALIA - 20TH CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT

NOTE
REVISIONE MINISTERO GIUGNO 1994
CRITICA
"La regista Rachel Talalay, che dirige il suo secondo film dopo 'Nightmare 6: la fine', ha una curiosa esperienza: è stata assistente alla produzione e poi produttrice degli eccentrici oltraggiosi e divertenti film di John Waters spesso interpretati dal travestito ciccione Divine ('Polyester', 'Grasso è bello', 'Cry Baby'); è stata produttrice della terza e quarta puntata della Nightmare-saga di Freddy Krueger; prima ancora, è stata una laureata in matematica a Yale e un'analista informatica alla John Hopkins University. La competenza informatica le sarà magari stata utile in questo film: il protagonista detto Dataman è infatti composto da tre strati, la pelle, una fascia sottocutanea di mobili particelle argentate, una ossatura composta da barrette verdastre, non ha alcuna solidità ma è in costante movimento, fluttua, rotea, volteggia, si scompone, si ricompone." ('La Stampa', 28 maggio 1994)

"Quasi un videogame. Che però la regista Rachel Talalay, reduce dalla definitiva sconfitta di Freddy Krueger in 'Nightmare 6: la fine', ha avuto la furbizia di realizzare con effetti speciali che ci riproducono quasi sempre le prospettive digitalizzate del killer mentre agisce in sede cibernetica: con risultati, almeno sul piano visivo, non privi di un certo interesse, specie per chi si diletta di elettronica e sa tutto di cursori, di pulsanti e di bip bop. Certo, il racconto in sé è piuttosto convenzionale, svolto per di più secondo schemi già noti, ma, appunto, la sua rappresentazione in qualche momento riesce ad apparire abbastanza suggestiva, con immagini tutte di fantasia che, nelle loro insolite proposte tecniche, risultano spesso, piuttosto nuove e persino accattivanti." ('Il Tempo', 1 giugno 1994)

"Il terrore corre sul filo (elettrico). Ovvero. Come congegnare l'horror con la fantascienza, l'informatica con i serial-killer. Ci prova (e ci riesce). Rachel Talalay, una delle ormai numerose filmakers americane - come Penelope Spheeris e Katberine Bigelow - che si misurano - e i risultati sono notevolissimi - con generi cinematografici ritenuti, tradizionalmente, di competenza maschile. Ex assistente del trasgressivo John Waters, laureata in matematica a Yale ed essa stessa regista del capitolo finale di 'Nightmare' (il numero sei), la Talalay concepisce un film singolare, ben fatto, contaminatissimo d'immagini polimorfe (computer graphic, realtà virtuale, thriller tecnologico)." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 2 giugno 1994)