John Wick 3 - Parabellum
John Wick 3

- Regia:
- Attori: - John Wick, - Sofia, - Direttrice, - Tick Tock Man, - Winston, - Bowery King
- Soggetto: Derek Kolstad
- Sceneggiatura: Derek Kolstad
- Fotografia: Dan Laustsen
- Musiche: Tyler Bates, Joel J. Richard
- Montaggio: Evan Schiff
- Scenografia: Kevin Kavanaugh
- Arredamento: David Schlesinger
- Costumi: Luca Mosca
- Effetti: Mark R. Byers, Steven Kirshoff, Image Engine Design
- Colore: C
- Genere: AZIONE
- Produzione: BASIL IWANYK, ERICA LEE PER LIONSGATE, THUNDER ROAD PICTURES
- Distribuzione: 01 DISTRIBUTION (2019)
- Data uscita 16 Maggio 2019
TRAILER
RECENSIONE
Continua la saga di John Wick con un terzo capitolo che riprende a stretto giro le vicende del secondo. E non solo, ne porta avanti pure le intenzioni, ovvero quelle di un film estremamente votato all’azione. Ci sarebbe potuto dire “esclusivamente”, e l’illusione si mantiene intatta per la prima mezz’ora di film, dove l’azione sembra davvero non avere soluzione di continuità.
Sarebbe stato meglio, perché non appena Parabellum devia appena dal suo percorso di colluttazioni fantasiose e spietate, si sfilaccia per poca coerenza con un impianto narrativo non solo carente, ma anche stonato.
Il regista Stahelski, una costante della saga, dirige Keanu Reeves (e Halle Berry, per una breve parentesi) in maniera esemplare, anzi, didattica, quando si tratta di menare le mani. Già perché il film, con tutti i difetti del caso, si lascia apprezzare comunque per il suo intento pro-grammatico: codificare la pellicola d’azione pura, facendo corrispondere suoni netti e precisi ad azioni corrispondenti. La lotta diventa una danza, una sinfonia, la cui bellezza si manifesta ai fan del genere sotto forma coreografica, non soltanto per il suo contenuto e non priva di ironia autoreferenziale.
L’apporto narrativo delle sequenze si auto-annulla e gli scontri, di conseguenza, acquisiscono valore di per se stessi. Certo, è un compromesso ingombrante da imporre, vista la totale assenza di una trama consistente sul versante opposto, ma perlomeno è sincero.
Resta il rimpianto di non aver, con il minimo sforzo, fornito questo terzo capitolo (come pure il precedente) di motivazioni più solide, magari con un paio di colpi di scena validi. Quando l’azione è tanta e tanto ben strutturata, basta poco per infiammare la pellicola. Invece John Wick sceglie la strada più difficile, quella del guerriero solitario, e si priva di una grande fetta di apprezzamenti.
Ma d’altra parte, difettando persino di un finale conclusivo, può sempre riprovare con il prossimo film. E chissà che, come con Rocky 4, non sia quello della consacrazione.
NOTE
CRITICA
"Sulla carta John Wick, il killer in ritiro creato dallo sceneggiatore Derek Kolstad, sembrava un personaggio destinato a una sola stagione (...) Invece nel 2017 è arrivato un secondo capitolo che ha raddoppiato gli incassi; e ora per il numero tre si parla addirittura di «Wickverse», neppure John fosse un supereroe della Marvel. (...)Senza cambiare una formula dimostratasi vincente, Chad Stahelski - approdato alla regia dopo una lunga esperienza nel reparto stunt - impagina il film con impeccabile ritmo e stilizzata maestria coreografica, ben coadiuvato sul piano della suggestione visiva dal raffinato lavoro di luci del direttore di fotografia Dan Lautstensen e dalle scenografie postmoderno-retrò di Kevin Kavanaugh. Al centro di un cast ricco di belle presenze - dal re della Bowery Larry Fishburne alla misteriosa lady di Casablanca Halle Berry, dall' ex mentore Anjelica Huston alla gelida Asia Kate Dillon (la genderqueer lanciata da Billions ) - un Keanu Reeves cupo e fisicamente intenso domina la scena lottando per la sopravvivenza e lasciando trapelare nello sguardo intermittenti bagliori di umanità che gli accattivano la simpatia del pubblico: a voler dimenticare le assurdità di un copione vuoto d' anima, per chi ama il cinema puro può essere una festa." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 16 maggio 2019)
"Piacerà ai fan dei primi due Wick. E a quelli, in generale del film d'azione a rotta di collo. (...) più di Keanu. Tutto bene, dunque? Eh no. Tutto benissimo nella prima mezz'ora. Dove la caccia al Keanu non lascia tregua né a Keanu né alla spettatore (...)Il film smette di essere un film e diventa un videogame. Ora i videogame al cinema se proposti alla selvaggia non funzionano. Al game si diverte chilo gioca, non chi lo guarda. Il cinema diventa un mezzo freddo dove la suspense a poco a poco si sfilaccia. Perdi la tensione, perdi l'ansia sulla sorte del Wick. Nonostante la trovata dimettergli di fronte Mark Dacascos , un divo delle arti marziali degli anni 90 (irriconoscibile per la pelata)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 17 maggio 2019)