Io ho paura

ITALIA 1977
Il brigadiere Ludovico Graziano, uomo di mezza età, in crisi generale (sfiducia nella professione e nella vita, dissapori con la compagna Gloria, lontano dall'amatissima figlia Silvia), viene affidato come scorta al giudice Cancedda, magistrato all'antica, incaricato di indagare su di un omicidio apparentemente banale. Il giudice, guidato anche dalle timide intuizioni del poliziotto-autista, s'avvede ben presto di essersi invischiato in cose grosse: traffico d'armi, trame terroristiche che coinvolgono organizzazioni e personaggi giganteschi. Invano Graziano tenta di indurre il Cancedda a fermarsi: questi continua nelle indagini e viene ucciso. Il brigadiere viene affidato con analoghi compiti al giudice Moser che decisamente dalla parte dei criminali, vuole scoprire sino a che punto Graziano è riuscito a sapere...
SCHEDA FILM

Regia: Damiano Damiani

Attori: Gian Maria Volonté - Brigadiere Graziano, Erland Josephson - Giudice Concedda, Mario Adorf - Giudice Moser, Angelica Ippolito - Gloria, Bruno Corazzari - Cap. La Rosa, Giorgio Cerioni - Magg. Masseria, Joe Sentieri - Tognon, Paola Arduini - Irma Caterini, Laura De Marchi - Elsa Meroni, Paolo Malco - Caligari, Raffaele Di Mario - Col. Ruiz, Laura Trotter - La ragazza di Caligari, Aldo Valletti - Direttore Carcere

Soggetto: Damiano Damiani, Nicola Badalucco

Sceneggiatura: Nicola Badalucco, Damiano Damiani

Fotografia: Luigi Kuveiller

Musiche: Riz Ortolani

Montaggio: Antonio Siciliano

Scenografia: Umberto Turco

Costumi: Luciana Marinucci

Altri titoli:

I Am Afraid

Durata: 120

Colore: C

Genere: DRAMMATICO SOCIALE

Specifiche tecniche: VISTAVISION - TECHNICOLOR

Produzione: LUIGI E AURELIO DE LAURENTIIS PER AURO CINEMATOGRAFICA

Distribuzione: C.I.C.

NOTE
- REVISIONE MINISTERO OTTOBRE 1995
CRITICA
"Raccontato come un romanzo di avventure poliziesche, ravvivate da un ritmo serrato e da un clima angoscioso ben reso, retto da figure significative ben dipinte e perfettamente interpretate, questo film unisce allo spettacolo robusto impegni politici e civici. Infatti, con indiscutibile credibilità, il lavoro analizza quanto sta succedendo da diverso tempo in Italia; trame eversive, Sid, terrorismo, stragi, fermenti nella nuova polizia, misteriose uccisioni di magistrati. Il protagonista è un poliziotto che intuisce la verità più per istinto che per volontà professionale; uno che odia il crimine e vorrebbe tanto che sia la società che la propria vita scorressero su binari di accettabile umanità. Uno che però ha paura perché il male è troppo vasto e troppo potente: nel complesso è il simbolo, oltre che di coloro che dovrebbero tutelare gli interessi della società, anche dell'uomo della strada che ha ragioni da vendere per sentirsi sfiduciato e a disagio. Per quanto impressionante in alcune scene, il lavoro è un positivo apporto alla volontà generale di uscire dal tunnel edi violenza in cui ci si è troppo a lungo inoltrati. Dispiace soltanto che in qualche sporadica figurazione e in qualche brano di dialogo il regista abbia immesso giudizi affrettati e polemichette di maniera. Si tratta, comunque, di aspetti molto parziali." ("Segnalazioni cinematografiche, vol. 83, 1977)