Inventiamo l'amore
ITALIA - 1938

Un giovane di provincia che ha ereditato una certa somma, decide di recarsi a Roma per dedicarsi all'attività cinematografica. Fugge pertanto da Urbino, sua città natale, insiema a una fanciulla con la quale intende convivere senza sottostare alle leggi divine e umane. Una volta a Roma, i due divengono facile preda di alcuni lestofanti che, con la scusa di introdurli nel mondo artistico, spillano loro danaro e siedono in permanenza alla loro tavola imbandita. Intanto un ricco ex muratore, invaghitosi della ragazza, propone il finanziamento del soggetto scritto dal giovane provinciale con evidente intenzione di ottenere i suoi favori. Il giovane a sua volta, per facilitare la realizzazione dei propri sogni artistici, corteggia una diva dello schermo. Sopravvengono, terminati presto i denari, complicazioni di carattere finanziario nelle quali interviene anche la losca figura di uno strozzino per cui il giovane è costretto alla fuga. Soltanto allora egli si accorge degli errori commessi e, sistemata ogni cosa, si convince a sposare la sua donna.
- Regia:
- Attori: - Anna, - Carlo, - Borghetti, - Elsa, - Aida Biancardi, - Tonino Biancardi, - Elena, - Carbone, - Zia Amalia, - Amedeo Villa, - Usciere, - Lo zio di Carlo, - Signor Fiorini, - Il signore anziano, - Il corteggiatore di Anna, - Invitata alla Festa, - Primo giocatore di biliardo, - Secondo giocatore di biliardo, - Altro giocatore, - Venditore di giornali, - Il veterinario, - Inviato alla festa, , , , ,
- Soggetto: Bruno Corra - (anche adattamento), Giuseppe Achille - (anche adattamento)
- Sceneggiatura: Michele Galdieri, Tomaso Smith - (non accreditato)
- Fotografia: Massimo Terzano
- Musiche: Ezio Carabella, Alexandre Derevitsky - (canzoni)
- Montaggio: Eraldo Da Roma
- Scenografia: Carlo Enrico Rava
- Aiuto regia: Gianni Franciolini
- Durata: 71'
- Colore: B/N
- Genere: COMMEDIA
- Tratto da: commedia omonima di Bruno Corra e Giuseppe Achille
- Produzione: SCALERA FILM
- Distribuzione: SCALERA FILM
CRITICA
"Sintatticamnete il racconto è assai debole e la recitazione di nessun rilievo artistico, salvo due o tre scenette in cui si fa specialmente luce Sergio Tofano, uno dei pochi attori di cinematografo che abbiano un cervello e lo adoperino con intelligenza." (Adolfo Franci, "Illustrazione Italiana", n. 3, 15 gennaio 1939)