Interludio

Interlude

USA 1957
Una ragazza americana, Hellen Banning, si reca a Monaco, per svolgere la propria attività presso la locale "Casa d'America". A Monaco Hellen accetta la corte discreta di un suo connazionale, il dott. Morley, fino a quando un giorno ella incontra Tonio Fischer, famoso direttore d'orchestra. I due sono presi immediatamente da un reciproco sentimento d'amore, che in Tonio sembra contrastato da una segreta pena. Hellen apprenderà ben presto che Tonio è sposato con una giovane donna, gravemente ammalata di nervi. La ragazza pensa dapprima di troncare senz'altro la relazione sentimentale; ma poi, credendo in buona fede di essere indispensabile alla felicità di Tonio, accetta di rimanergli accanto, nell'ombra. Tale situazione provoca nella giovane moglie di Tonio, che di tutto s'è accorta e non vuole perdere il marito, una crisi che la spinge a tentare il suicidio. Hellen accorre in tempo per salvarla, e si rende conto che il suo posto non è lì. Darà quindi un addio a Tonio e partirà per l'America con il dottore Morley, che ha saputo aspettare.
SCHEDA FILM

Regia: Douglas Sirk

Attori: June Allyson - Helen Banning, Rossano Brazzi - Tonio Fischer, Lisa Heling - Padrona Di Casa, Françoise Rosay - Contessa Reinhart, Herman Schwedt - Henig, John Stein - Dott. Stein, Anthony Tripoli - Dott. Smith, Marianne Cook - Reni Fischer, Frances Bergen - Gertrude Kirk, Jane Wyatt - Prue Stubbins, Keith Andes - Dott. Morley Dwyer

Soggetto: James M. Cain

Sceneggiatura: Daniel Fuchs, Franklin Coom

Fotografia: William H. Daniels

Musiche: Frank Skinner

Montaggio: Russell F. Schoengarth

Scenografia: Alexander Golitzen

Costumi: Jay A. Morley Jr.

Altri titoli:

Les amantes de Salzbourg

Durata: 93

Colore: C

Genere: ROMANTICO

Specifiche tecniche: CINEMASCOPE COLORE

Tratto da: LIBERAMENTE TRATTO DAL ROMANZO "SERENADE" DI JAMES M. CAIN

Produzione: ROSS HUNTER PER LA UNIVERSAL

CRITICA
"Goffo fumettone sentimentale del pur grande Douglas Sirk, indiscutibile maestro del melodramma cinematografico, che si perde dietro i mielosi tiramolla dei due irritanti protagonisti. Rossano Brazzi riesce a essere ugualmente ridicolo sia sul podio sia nell'alcova. Con la differenza fondamentale che per lo meno quando dirige tace". (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 19 febbraio 2003)