Interceptor

Mad Max

AUSTRALIA 1979
Nella società del futuro le strade sono come arterie malate dentro cui scorre sangue infetto. Lo Stato tenta di arginare la criminalità con un corpo speciale di poliziotti motorizzati disposti ad accorrere e combattere fino alla morte. Uno di questi, Max, si prodiga dividendo il suo tempo fra il servizio e la vita nella casa solitaria insieme alla moglie Jessie e al loro figlio.
SCHEDA FILM

Regia: George Miller

Attori: Mel Gibson - Max, Joanne Samuel - Jessie, Hugh Keays-Byrne - Toecutter, Steve Bisley - Jim Goose, Tim Burns - Johnny il ragazzo, Roger Ward - Fifi, Lisa Aldenhoven - Nurse, David Bracks - Mudguts, Bertrand Cadart - Clunk, Stephen Clark - Sarse, Mathew Constantine - Toddler, Jerry Day - Ziggy, Howard Eynon - Diabando, Max Fairchild - Benno, John Farndale - Grinner, Sheila Florance - May Swaisey, Nic Gazzana - Starbuck, Hunter Gibb - Lair, Andrew Gilmore - Silvertongue, Jonathan Hardy - Labatouche, Brendan Heath - Sprog, Paul Johnstone - Cundalini, John Ley - Charlie, Steve Millichamp - Roop, Geoff Parry - Bubba Zanetti, Billy Tisdall - Midge, George Novak - Scuttle

Soggetto: George Miller, Byron Kennedy

Sceneggiatura: George Miller, James McCausland

Fotografia: David Eggby

Musiche: Brian May

Montaggio: Cliff Hayes, Tony Paterson

Scenografia: Jon Dowding

Costumi: Clare Griffin

Effetti: Chris Murray

Durata: 90

Colore: C

Genere: THRILLER AZIONE FANTASCIENZA

Specifiche tecniche: ARRIFLEX 35 BL, TODD-AO 35, SCOPE 35 MM (1:2.35) - EASTMANCOLOR

Produzione: KENNEDY MILLER PRODUCTIONS, CROSSROADS, MAD MAX FILMS

Distribuzione: PIC (1980) - WARNER HOME VIDEO (MINI SCUDI); BLU-RAY: WARNER HOME VIDEO (2013)

NOTE
- AL MOMENTO DELLA SUA USCITA IN SALA IL FILM RISULTAVA VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.
CRITICA
"Sensazionale esordio dell'australiano George Miller, autore dal non comune talento visionario, che costruisce un magico puzzle di avventura, western e fantascienza. Occhio a non scambiarlo per ciarpame da telefilm: non è altro che l'effetto boomerang prodotto dai troppi cloni successivi. L'allora ignoto Mel Gibson è per la verità un po' burino, ma caspita, che grinta sotto la folta (e sudicia) chioma". (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 16 giugno 2003)