Il tesoro della Sierra Madre

The Treasure of the Sierra Madre

USA 1948
Messico. Fred, senza soldi e senza lavoro conosce un vecchio cercatore d'oro e, affascinato dai suoi racconti, lo convince a partire per la Sierra Madre. A loro si unisce un altro giovane compagno. I tre riescono a trovare l'oro; ma l'avidità li renderà spietati.
SCHEDA FILM

Regia: John Huston

Attori: Humphrey Bogart - Fred C. Dobbs, Walter Huston - Howard, Tim Holt - Bob Curtin, Bruce Bennett - James Cody, Barton MacLane - Pat Mccormick, Alfonso Bedoya - Cappello d'oro, Bobby Blake - Ragazzo messicano, Jacqueline Dalya - Ragazza vistosa, Manuel Dondé - El Jefe, John Huston - Uomo vestito di bianco, Margarito Luna - Pancho, Arthur Soto Rangel - Presidente, José Torvay - Pablo

Soggetto: Bruno Traven - romanzo

Sceneggiatura: John Huston

Fotografia: Ted D. McCord

Musiche: Max Steiner

Montaggio: Owen Marks

Scenografia: John Hughes (II)

Arredamento: Fred M. Maclean

Effetti: William C. McGann, Hans F. Koenekamp

Durata: 126

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO AZIONE WESTERN

Specifiche tecniche: SPHERICAL, 35 MM (1:1.37)

Tratto da: romanzo omonimo di Bruno Traven (ed. Baldini Castoldi Dalai).

Produzione: HENRY BLANKE PER LA WARNER BROS-FIRST NATIONAL PICTURE

Distribuzione: WARNER BROS - WARNER HOME VIDEO, M & R, AVO FILM, SIRIO HOME VIDEO, CDE HOME VIDEO (GLI SCUDI), DVD: WARNER HOME VIDEO (2004)

NOTE
- PREMIO INTERNAZIONALE A MAX STEINER PER IL MIGLIOR COMMENTO MUSICALE ALLA MOSTRA DI VENEZIA 1948.

- OSCAR 1948 PER LA MIGLIOR REGIA, IL MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA, LA MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE.
CRITICA
"Uno dei capolavori di Huston, amara parabola sull'avidità umana e sui nefasti effetti dell'improvvisa ricchezza. Grande interpretazione di Bogart e di Huston." ('Magazine tv')

"Tre oscar incorniciano un'opera del tutto anomala, catalogabile entro la poetica degli 'uomini solitari' e della follia, sugli sfondi di una natura selvaggia ed ostile. Una sintesi delle sostanze hustoniane poggiata su una straordinaria descrizione di caratteri e su alcuni importanti interpretazioni. (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo')

"Elettrizzante e disperato melodramma sull'avidità umana tradotto dal giovane John Huston in un tenebroso bianco e nero: memorabili le sequenze notturne accanto al fuoco che disegnano sinistri bagliori sui volti degli assatanati e sospettosi protagonisti. Nel lontano 1948 portò tre Oscar alla famiglia Huston: per la regia e la sceneggiatura al figlio John; come migliore attore non protagonista al padre, uno straordinario Walter, che supera perfino Humphrey Bogart, detto fra noi, esageratamente gigione". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 6 maggio 2001)