Il sole nero

Bene e Male, Eros e Thanatos, e chi più ne ha... Ma Zanussi e gli interpreti Valeria Golino e Lorenzo Balducci si eclissano

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FRANCIA 2007
Agata ha finalmente trovato il vero amore in Manfredi, il suo giovane marito. Ma il sogno si trasforma drammaticamente in incubo, e lei si trova costretta a scegliere tra il perdono e la vendetta...
SCHEDA FILM

Regia: Krzysztof Zanussi

Attori: Valeria Golino - Agata, Lorenzo Balducci - Manfredi, Toni Bertorelli - Ispettore, Kaspar Capparoni - Salvo, Remo Girone - Anatomopatologo, Victoria Zinny - Filippa

Soggetto: Rocco Familiari - opera teatrale

Sceneggiatura: Rocco Familiari, Krzysztof Zanussi, Gianni Cardillo

Fotografia: Ennio Guarnieri

Musiche: Wojciech Kilar

Montaggio: Paola Freddi

Scenografia: Alfonso Rastelli

Costumi: Sandra Cardini

Effetti: Stefano Camberini

Altri titoli:

Black Sun

Durata: 104

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM

Tratto da: opera teatrale di Rocco Familiari

Produzione: EDELWEISS PRODUCTION, SBS-UGC (PARIGI)

Distribuzione: MIKADO

Data uscita: 2007-06-15

TRAILER
CRITICA
"E fin dalle primissime inquadrature, una panoramica aerea del set dove si svolgerà parte del film per svelarne l'artificialità e la finzione, chiede allo spettatore di accettare un modo di far cinema che sembra appunto uscito dai lontanissimi anni Sessanta. Ogni scena, ogni ambiente e - lo si capisce man mano che prosegue il film - quasi ogni battuta e ogni personaggio sono un simbolo, un'idea, una metafora. (...) Resterebbe ancora un dubbio, forse capace di spiegare questa inusitata scelta di stile. Ed è il dolore e la fatica di mettere in discussione certi valori (spirituali, se non proprio religiosi) a cui il regista era rimasto fedele per decenni. Ed è curioso che proprio due registi spesso etichettati come cattolici, Olmi e Zanussi, abbiano sentito il bisogno quasi contemporaneo di sottolineare l'insufficienza di certe risposte di fronte alla gratuita del male del mondo, di fronte al dolore e alla sofferenza. Ma dove Olmi, con uno straordinario colpo d'ala, supera i limiti tradizionale della narrazione per aprirsi a una riflessione di altissima originalità, Zanussi finisce per ripercorrere strade decisamente scontate, senza mai trovare il coraggio di una scrittura e di una invenzione capace di scardinare le regole. Neppure nell'ultimo gesto di Agata, condannata (dal regista) a una casualità che contraddice tutto quello che aveva inseguito fino ad allora. Un marito è ucciso senza una ragione e la vedova rischia di farsi schiacciare dal dolore. Zanussi riflette sul Male del mondo ma le sue parole suonano false e fuori tempo." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 15 giugno 2007)

"Il Male distrugge l'Innocenza e la Felicità, il suo delitto rimane senza castigo: può forse essere questo il significato simbolico della tragedia 'Sole Nero', tratta da un testo teatrale di Rocco Familiari ispirato a un episodio della cronaca siciliana, diretta da Zanussi nell'ambito dei suoi film morali ed emblematici, così diversi dai grandi film realistici come il penultimo 'Persona non grata'. (...) Lo stile semplice e solenne, i quadretti di genere e i gruppi orali di donne anziane in preghiera o a chiacchiera, evocano l'estetica della tragedia rusticana o dell'opera lirica." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa, 15 giugno 2007)

"Zanussi, regista polacco di tradizione cattolica, attento esegeta cinematografico di temi difficili e seri, affronta di petto, adattando un dramma di Rocco Famigliari, il bene e il male, l'amore e la vendetta. L'ambizione è quella di rendere i valori di una storia esemplare nei modi di un realismo epico. I risultati non verificano sempre questo approccio. Molte sono le sequenze in cui i dialoghi, di cui si sente sempre la scrittura e il tentativo di dire, si infrangono sulla superficie realistica della rappresentazione. (...) Zanussi è regista serio e stimabile, ma questa volta si è preso troppo sul serio." (Dario Zonta, 'L'Unità', 15 giugno 2007)

"Con 'Il sole nero' Zanussi racconta l'amour fou, ma anche la contrapposizione fra bene e male, lo squilibrio fra ricchi e poveri, il lutto, la vendetta. Si sa, quando si affrontano temi importanti, il ridicolo è in agguato. E al regista scappa la mano nella prima parte del film (20 minuti di sbaciucchiamenti e vocine fra i due innamorati sono tanti...). Valeria Golino salva baracca e burattini, regalando ad Agata tutta la sua bellezza e il carattere di una donna diversa dalla comunità alla quale appartiene, come in 'Respiro' e in 'Texas'. Ma non si crede nemmeno per un nano secondo a Victoria Zinny (la madre), tantomeno a Kaspar Capparoni (l'assassino)." (Roberta Bottari, 'Il Messaggero', 15 giugno 2007)

"Una tragedia greca, per struttura narrativa, ambientazione e anche per il coro insopportabile delle prefiche siciliane, dalle enormi, impossibili, ambizioni. Zanussi si produce in un film che ne sfoga le derive più cattoliche e integraliste, in una narrazione dai toni stridenti ed eccessivi, in cui tutto è poco credibile, dall'iconografia insistita ai dialoghi troppo letterali." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 15 giugno 2007)