IL SINDACO

ITALIA 1996
A New York, negli anni Trenta, in un quartiere italo-americano domina il padrino don Antonio Barracano, cui tutti si rivolgono. Tra questi: Nate e Little Pal, due malavitosi della zona; Cuozzo, pieno di debiti con uno strozzino; poi Rita e Eddy, che attendono un bambino e vorrebbero sposarsi ma sono ostacolati dal padre di lui, Arturo, con il quale don Antonio ha alla fine un terribile scontro, che lo porterà alla morte. Scomparso il "padrino", il dottor Fabio, che per trenta anni ne è stato il medico e confidente, decide di far ritorno in Italia. Ma prima trae un bilancio, amaro e pieno di rimpianti, della vita passata accanto a quell'uomo.
SCHEDA FILM

Regia: Ugo Fabrizio Giordani

Attori: Anthony Quinn - Antonio Barracano, Anna Bonaiuto - Armida, Raoul Bova - Eddy, Maria Grazia Cucinotta - Rita, Franco Citti - Arturo, Romina Mondello - Geraldine, Lino Troisi - Dr. Fabio, Piero Nicosia, Gaetano Amato, Ivan Lucarelli, Jackie Basehart, Massimo Bellinzoni, Alexandra Orfei, Peppe Zarbo

Soggetto: James Carrington

Sceneggiatura: James Carrington

Fotografia: Pasquale Rachini

Musiche: Antonio Di Pofi

Montaggio: Amedeo Salfa

Scenografia: Giuseppe Pirrotta

Durata: 103

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: PANORAMICO A COLORI

Tratto da: LIBERAMENTE TRATTO DAL LAVORO TEATRALE "IL SINDACO DEL RIONE SANITA'" DI EDUARDO DE FILIPPO

Produzione: DUEA FILM - ISTITUTO LUCE

Distribuzione: ISTITUTO LUCE (1977) - VIDEO CLUB LUCE

NOTE
REVISIONE MINISTERO NOVEMBRE 1996
CRITICA
Così scialbo, mal fotografato e televisivo che sorprende ritrovarlo in sala. Non è con "padrini" illustri (da Eduardo a Antonhy Quinn) che si rilancia il cinema italiano. E il poco più che esordiente Giordani, allievo di Olmi, già regista dell'intimistico Lettera da Parigi, accetti un consiglio. La prossima volta che gli affidano un "veicolo" costruito apposta per un grande attore in là con gli anni, pensi un po' più alla produzione e meno al cartellone. (Il Messaggero, Fabio Ferzetti, 13/1/97)
Attenta ai particolari arredi, costumi, vetture d'epoca la ricostruzione degli Anni 50. Però la scena americana, in cui la storia è stata, un po' forzosamente, fatta emigrare (la Little Italy presso Chicago è, in realtà, un set tutto italiano) risulta un'ambientazione troppo generica e povera di riferimenti topici. Nè basta la grafica dei titoli di testa, presa pari-pari dal Padrino, per sposare il mondo di Eduardo con quello di Puzo e Coppola. (La Repubblica, Roberto Nepoti, 19/1/97)