IL POMERIGGIO DI UN TORTURATORE

L'APRES-MIDI D'UN TORTIONNAIRE

FRANCIA 2001
Frant Tandara è un ex aguzzino delle carceri rumene che oggi, ad oltre dieci anni dalla caduta del regime di Ceaucescu, è finalmente pronto a confessare i suoi gesti criminali ad una giornalista e ad un ex prigioniero politico. L'incontro avviene in una piccola stazione ferroviaria, dove Tandara arriva con dei fori per i suoi intelocutori. Ma fin dal principio il racconto ha dei problemi. L'uomo, infatti, risponde in maniera evasiva alle domande della giornalista. E la moglie, ad un certo punto, interviene per chiedere di smettere di torturare suo marito.
SCHEDA FILM

Regia: Lucian Pintilie

Attori: Gheorghe Dinica - Frant Tandara, Radu Beligan - Il Professore, Ioana Macaria - La Giornalista, Coca Bloos - Il Cieco, Dorina Chriac - La Commissaria

Soggetto: Lucian Pintilie

Sceneggiatura: Lucian Pintilie

Fotografia: Calin Ghibu

Montaggio: Nita Chivulescu

Scenografia: Gloria Papura

Altri titoli:

THE AFTERNOON OF A TORTURER

Durata: 88

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM; DOLBY A

Tratto da: DAL ROMANZO "LA STRADA PER DAMASCO" DI DOINA JELA

Produzione: THE STUDIO FOR CINEMATC CREATION OF THE ROMANIAN MINISTRY OF CULTURE AND FILMEX ROMANIA, Y.M.C. PRODUCTIONS

NOTE
IN CONCORSO ALLA 58^ MOSTRA INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI VENEZIA (2001).
SUONO: ANDREI PAP. COSTUMI: GLORIA PAPURA.
CRITICA
"Nonostante qualche crudo ricordo, il film non insiste più di tanto sugli orrori della tortura. Sottolinea l'indifferenza che accompagnò la strategia del regime e che continua ancor oggi. Vediamo si - ma in sintesi d'ordine simbolico - la folla assaltare il recinto dove ha trovato rifugio Tandara. Ma ben presto tutto si spegne". (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 8 settembre 2001)

"Pintilie risolve l'azione nel corso di un solo pomeriggio facendo dialogare presente e passato mediante una singolare forma di flashback (personaggi di epoche diverse coesistono nella stessa inquadratura) (...) Alla fine, ben poco della verità viene a galla: la metafora è trasparente, il risultato opaco". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 8 settembre 2001).

"Una sorta di kammerspiel in cui un ottimo attore, Georghe Denica, fa venire i brividi evocando con voce scolorita efferatezze terribili. Un piccolo film che rivela una grande mano di regia". (Tullio Kezich, 'Corriere della sera', 8 settembre 2001)

"Pintilie non visualizza mai i suoi ricordi spaventosi ma ausculta i lapsus, gli omissis, le amnesie, le strategie di diversione attraverso i quali, anche se Tandara dribbla le domande più scomode, pian piano si fa largo la verità. In un concorso medio e mediocre, uno dei film più singolari e meglio risolti. La giuria se ne ricorderà?". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 8 settembre 2001)