Il meglio deve ancora venire
Le meilleur reste à venir

- Regia: ,
- Attori: - Arthur Dreyfus, - César Montesiho, - Randa Ameziane, - Virginie, - Julie, - Bernard Montesiho, - Prete, - Dottor Cerceau, - Lucia
- Sceneggiatura: Matthieu Delaporte, Alexandre de La Patellière
- Fotografia: Guillaume Schiffman
- Musiche: Jérôme Rebotier
- Montaggio: Célia Lafitedupont, Sarah Ternat
- Scenografia: Marie Cheminal
- Costumi: Anne Schotte
- Suono: Miguel Rejas, Séverin Engler, Julie Brenta, Marc Doisne
- Durata: 117'
- Colore: C
- Genere: COMMEDIA, DRAMMATICO
- Produzione: DIMITRI RASSAM, IN COPRODUZIONE CON ARDAVAN SAFAEE, MATTHIEU DELAPORTE, ALEXANDRE DE LA PATELLIÈRE PER CHAPTER 2, PATHÉ, M6 FILMS, FARGO FILMS, CN8 PRODUCTIONS, BELGA PRODUCTIONS, ONYX FILMS
- Distribuzione: LUCKY RED IN ASSOCIAZIONE CON 3 MARYS ENTERTAINMENT
- Data uscita 17 Settembre 2020
TRAILER
RECENSIONE
“L’amico è quella persona che ti conosce a fondo e nonostante questo continua a volerti bene”, diceva grossomodo Oscar Wilde.
Sulla scia del pluripremiato Truman (recentemente “rivisto” anche dal nostro Simone Spada con Domani è un altro giorno) i francesi Alexandre de la Patellière e Matthieu Delaporte (già artefici del grande successo Cena tra amici) scrivono e dirigono Le meilleur reste a venir (Il meglio deve ancora venire, in Italia dal 2 aprile con Lucky Red): un film sull’amicizia e sulla morte declinato in commedia degli equivoci.
Il risultato, anche e soprattutto grazie all’interpretazione di due fuoriclasse come Fabrice Luchini e Patrick Bruel, è a tratti sorprendente.
Amici sin dai tempi del collegio, il ricercatore Arthur (Luchini), divorziato e padre di una sedicenne, e il perdigiorno César (Bruel), viveur e tombeur de femmes – in seguito ad un terribile malinteso – avranno modo di riprendersi tutto il tempo perduto e godersi i giorni che verranno.
“La componente che definisce l’amicizia e che manca all’amore è la certezza”. Il malinteso di cui sopra, sintetizzando, porterà entrambi a credere che l’altro sia in fin di vita. Ma con una sottilissima differenza: Arthur sa che César ha un tumore ai polmoni, quest’ultimo però capisce che in realtà ad essere spacciato sia il primo.
Aiutati (e non poco) da uno script impreziosito di dialoghi che definire brillanti è riduttivo, Luchini e Bruel si sfidano costantemente su un terreno che li vede così opposti – fisicamente e caratterialmente – da rendersi tremendamente compatibili e affiatati: tanto composto e “prevedibile” Arthur quanto energico e ancora infantile César, troveranno il modo e il tempo di affrontare il viaggio (non solo emotivo) più importante della loro esistenza.
“Il dramma è l’unica materia valida della commedia”, dicono i due autori, che inevitabilmente hanno messo molto di loro dentro questa storia: si ride (molto) e difficilmente ci si potrà sottrarre dalla commozione.
Perché in Arthur e César, magari con esperienze e luoghi diversi, c’è anche qualcosa di tutti noi: e se tra gli ultimi desideri di uno c’è il poter rileggere tutto Proust e in quelli dell’altro il poter accarezzare un elefante, o guidare una Ferrari, o fare l’amore con due gemelle, resta comunque lo spazio (emotivo) per inserire anche le nostre cose, ancora da dire, ancora da fare, rimandate troppe volte o accantonate chissà dove.
Ecco, Il meglio deve ancora venire tutto sommato. Magari evitiamo di attendere troppo per andargli incontro.
NOTE
- REALIZZATO IN ASSOCIAZIONE CON COFIMAGE 30, COFINOVA 15, LA BANQUE POSTALE IMAGE 12, BELGA FILM FUND; CON LA PARTECIPAZIONE DI CANAL +, CINE +, M6, W9.