Il lungo addio

The Long Goodbye

USA 1973
Il detective privato Philip Marlowe accompagna in Messico l'amico Terry Lennox, accusato di aver ucciso la moglie. Arrestato per favoreggiamento dalla polizia locale, Marlowe viene in un secondo momento rilasciato perché l'amico Lennox si è ucciso. Tornato in patria Marlowe accetta un incarico da parte della moglie dello scrittore alcolizzato Roger Wade, e viene minacciato di morte dal gangster Augustine, che accusa il defunto Lennox di avergli rubato una grossa somma di denaro e ritiene Marlowe suo complice.
SCHEDA FILM

Regia: Robert Altman

Attori: Elliot Gould - Philip Marlowe, Nina Van Pallandt - Eileen Wade, Sterling Hayden - Roger Wade/Billy Joe Smith, Mark Rydell - Marty Augustine, Henry Gibson - Dottor Verringer, David Arkin - Harry, Jim Bouton - Terry Lennox, Warren Berlinger - Morgan, Jo Ann Brody - Jo Ann Eggenweiler, Stephen Coit - Detective Farmer, Jack Knight - Mabel, Pepe Callahan - Pepe, Vince Palmieri - Vince, Pancho Córdova - Dottore, Enrique Lucero - Jefe, David Carradine - Dave/Socrates (non accreditato, Danny Goldman - Barista (non accreditato, Arnold Schwarzenegger - Guardia del corpo (non accreditato, Carl Gottlieb - Ospite al party (non accreditato, Tracy Harris - Detective (non accreditato, Herb Kerns - Herbie, Jerry Jones - Detective Green, Rutanya Alda - Rutanya Sweet, Leslie McRae - Lucille, Tammy Shaw - Ballerina, John S. Davies - Detective Dayton, Rodney Moss - Cassiere Supermarket, Ken Sansom - Guardia, Leslie Simms - Olive, Jack Riley - Lenny, il pianista, Sybil Scotford - Sylvia Tewksbury

Soggetto: Raymond Chandler

Sceneggiatura: Leigh Brackett

Fotografia: Vilmos Zsigmond

Musiche: John Williams

Montaggio: Lou Lombardo

Costumi: Kent James - non accreditato, ha curato i costumi maschili, Marjorie Wahl - non accreditata, ha curato i costumi femminili

Durata: 121

Colore: C

Genere: THRILLER DRAMMATICO

Specifiche tecniche: PANAVISION, 35 MM (1:2.35), CINEMASCOPE - TECHNICOLOR

Tratto da: romanzo omonimo di Raymond Chandler

Produzione: LIONS GATE, E-K-CORPORATION

Distribuzione: UNITED ARTISTS EUROPA INC. (1974) - WARNER HOME VIEDO, MGM HOME ENTERTAINMENT (GLI SCUDI)

CRITICA
"Racconto ben congegnato, nonostante il finale affidato più alle parole che alla concatenazione degli eventi, e regia accurata. Tuttavia il fascino del film promana dalle descrizioni dei personaggi principali, che sono affidati ad un cast di bravi attori; soprattutto il protagonista risalta fortemente: dinoccolato, astuto, ironico, presente a se stesso anche nei più tristi frangenti. A lui il pubblico è costretto a dedicare non poca simpatia." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 76, 1974)

"Robert Altman, regista ben noto e ordinariamente impegnato, non ha sempre dato dei capolavori e questo vale per qualsiasi artista. Nelle riviste di studio, però, e nelle interviste che riportano, "Il lungo addio" non viene considerato dall'autore come lavoro secondario, su commissione, offerto alla commercialità. Egli ammette che coloro che ne possedevano i diritti (avendoli acquistati sul romanzo di Raymond Chandler) pensavano ad altri registi (Bogdanovich o Hawks), come, del resto, miravano ad altri attori protagonisti (Lee Marvin o Robert Mitchum). Ciò nonostante egli chiarisce come, mediante la scelta di Elliot Gould e altri particolari (il distacco dell'investigatore privato dalle disinibite dirimpettaie), abbia inteso dare una interpretazione del classico Philip Marlowe diversa, staccata, umana. Questi ed altri aspetti emblematici, pur essendo obiettivamente presenti nella pellicola, sfuggono facilmente per il suo andamento "poliziesco", un genere che devia l'attenzione sulla sola narrazione." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 93, 1982)

"Contorto, lentissimo, ma a modo suo avvincente poliziesco di Robert Altman, autore dal talento inversamente proporzionale alla linearità, ma quasi insuperabile nella descrizione dei personaggi. Il suo Marlowe è, con quello di Robert Mitchum, il migliore degli otto susseguitisi sullo schermo dal 1939, grazie anche all'interpretazione di Elliot Gould, scarno, essenziale, ironico quanto basta". (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 16 giugno 2001)