Il gioco di Ripley

RIPLEY'S GAME

GRAN BRETAGNA 2002
Tom Ripley riesce a convincere un uomo a commettere un omicidio dietro il pagamento di una forte somma di denaro. La situazione però sfugge al controllo e il killer deve cercare di risolvere il problema.
SCHEDA FILM

Regia: Liliana Cavani

Attori: John Malkovich - Tom Ripley, Dougray Scott - Jonathan, Ray Winstone - Reeves, Chiara Caselli - Luisa Ripley, Lena Headey - Sarah Trevenny, Sam Blitz - Matthew Trevenny, Evelina Meghangi - Maria, Paolo Paoloni - Franco, Maurizio Luca - Assistente di Franco, Yurij Rosstalnyi - Guleghin, Nickolaus Deutsch - Dr. Wentzel, Emidio La Vella - Proprietario del negozio, Lutz Winde - Ernst, Wilfried Zander - Belinsky, Ronnie Paul - Gregory, Thomas Bloem - Guardia del corpo, Uwe Mansshardt - Terry, Sonke Korries - Gangster, Oliver Hanisch - Gangster, Hans Zischler - Mercante d'arte, Hendrikje Fitz - Insegnante allo zoo, Rene Lay - Gangster

Soggetto: Patricia Highsmith - romanzo

Sceneggiatura: Charles McKeown, Liliana Cavani

Fotografia: Alfio Contini

Musiche: Ennio Morricone

Montaggio: Jon Harris

Scenografia: Francesco Frigeri

Arredamento: Verde Visconti di Modrone

Costumi: Raffaella Fantasia, Fotini Dimou

Effetti: Maurizio Corridori

Altri titoli:

El juego de Ripley

Durata: 110

Colore: C

Genere: THRILLER DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1,85)

Tratto da: romanzo "L'amico americano" di Patricia Highsmith

Produzione: CATTLEYA, DOGSTAR FILMS, FINE LINE FEATURES, MR. MUDD, BABY FILMS

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION

Data uscita: 2003-02-07

NOTE
- PRESENTATO FUORI CONCORSO ALLA 59MA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA (2002).

- LO STESSO TESTO AVEVA ISPIRATO "L'AMICO AMERICANO" DI WIM WENDERS (1977).

- REVISIONE MINISTERO: FEBBRAIO 2003.
CRITICA
"Liliana Cavani ha riambientato l'azione nelle ville palladiane del Veneto, l'ha 'attualizzata' con la mafia russa e ha affidato la parte a John Malkovich. Se l'ambientazione (valorizzata dalla fotografia di Alfio Contini) è bella, il film resta languido malgrado le scene di violenza e le allusioni al lato oscuro degli esseri umani. Non mancano le imprecisioni (treni 'truccati' sommariamente per cambiarne la nazionalità); Malkovich gigioneggia senza ritegno". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 8 febbraio 2002)

"C'è ancora chi si chiede come rappresentare il Male al cinema? Sì per fortuna: Liliana Cavani, che nel 'Gioco di Ripley', da Patricia Highsmith, rovescia le convenzioni di tanti action-thriller. Mettendo l'accento sulla trionfante amoralità di Ripley, dandy e assassino capace di indurre un pacifico corniciaio minato dalla leucemia a diventare un killer solo per il gusto del potere e, in ultima analisi, della seduzione. Un invito a nozze per John Malkovich: il suo criminale parvenu con villa del Palladio e amante clavicembalista ha i guizzi gelidi dello psicopatico e un torbido fascino superomistico che cercheremmo invano nell'insulso 'Ripley' di Minghella o nel grottesco di 'Hannibal', altro esteta del crimine che di Ripley è l'evidente degenerazione. Ma è il sottile, perverso rapporto fra questo dandy criminale e il corniciaio che scopre in extremis la rischiosa arte del delitto, la chiave di questa sofisticata riflessione sul fascino del negativo. Percorsa da una certa ironia ma non per questo meno amara e violenta. Un bel ritorno per la Cavani. E la conferma che anche un film su commissione può essere molto personale". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 14 febbraio 2003)