Il fidanzato di mia moglie

ITALIA 1943
Alla vigilia delle nozze, la giovane Renata Sarti, rendendo furioso il suo fidanzato, apprende con stupore dal suo certificato di stato civile, di essere già coniugata. La famiglia di lei parte di corsa per il piccolo comune di provenienza cercando di chiarire subito l'equivoco con l'impiegato del Municipio. Nell'ufficio incontrano un giovane nobile, Giulio Marini, che anche lui alla vigilia delle nozze ha scoperto di essere già sposato. Alla fine, dopo molti equivoci, si viene a sapere che la colpa è di un funzionario del Municipio che, licenziato in tronco dopo venti anni di meticoloso servizio, ha ideato una splendida burla sposando tra loro perfetti sconosciuti, cambiando le date di nascita e creando di sana pianta vari decessi. Ristabilito l'ordine, però, Renata e Giulio scopriranno di amarsi e, ai due 'abbandonati' non resterà che consolarsi a vicenda.
SCHEDA FILM

Regia: Carlo Ludovico Bragaglia

Attori: Vera Carmi - Renata Sarti, Leonardo Cortese - Giulio Marini, Guglielmo Barnabò - Guglielmo Sarti, Jone Morino - Matilde Sarti, Aroldo Tieri - Enrico Paoletti, Eduardo De Filippo - Gaspare Bellini, Sergio Tofano - Giudice Ernesto Torriani, Vittorina Benvenuti - Signora Torriani, Magda Forlenza - Marcella Torriani, Dina Romano - Maddalena, Giuseppe Pierozzi - L'avvocato, Leonardo Bragaglia - L'ufficiale di Stato Civile

Soggetto: Carlo Ludovico Bragaglia

Sceneggiatura: Carlo Ludovico Bragaglia, Aldo De Benedetti - collaborazione, non accreditato

Fotografia: Ugo Lombardi

Musiche: Ugo Finni, Cesare A. Bixio - canzoni

Montaggio: Mario Serandrei

Scenografia: Antonio Tagliolini

Durata: 85

Colore: B/N

Genere: COMMEDIA

Produzione: EXCELSA FILM

Distribuzione: MINERVA FILM

NOTE
- IL FILM E' STATO GIRATO NEGLI STABILIMENTI DI CINECITTA'.
CRITICA
"Pellicola comica senza eccessive pretese, ma sapida e ricca di movimento. Buona la regia e ben dosata l'interpretazione". ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 18, 1943)

"Sebbene tutto intessuto, è questo un film divertentissimo traboccante di comicità. Situazioni buffe e atteggiamenti ridicoli mantengono continuamente acceso il sorriso degli spettatori, fin quando, con l'apparizione di Eduardo De Filippo, al comico si unisce l'ironia generando quel caldo e cordiale umorismo, proprio dell'attore napoletano, che provoca fatalmente una risata generale fra gli spettatori. (...) Avremmo desiderato però che Aroldo Tieri avesse scimmiottato un po' meno Macario, sia nei gesti che nell'espressione. Un maggior senso di misura e di controllo da parte sua avrebbe reso meno inverosimile l'amore per lui della intelligente Vera Carmi". (Luca Valerio, 'La Tribuna', 18 novembre 1943)