IL CACCIATORE DEL MISSOURI

ACROSS THE WIDE MISSOURI

USA 1951
Flint Mitchell, che ha sposato Kamiah, una giovane indiana rapita molti anni prima a suo nonno Bear Ghost, si mette in marcia con sua moglie e altri cacciatori per arrivare nel Missouri. Però la zona è controllata dalla tribù indiana da cui Kamiah proviene e questi fanno sentire la minaccia della loro presenza. Una notte Ironshirt, un giovane indiano che avrebbe voluto sposare Kamiah, attacca la carovana e con i suoi uomini fa razzia dei cavalli dei bianchi. Kamiah in persona si reca da suo nonno Bear Ghost e gli spiega di amare Flint, da cui aspetta anche un bambino. L'incontro tra nonno e nipote è molto sereno e, al termine, Bear Ghost obbliga Ironshirt a restituire i cavalli alla carovana. Durante l'inverno Kamiah dà alla luce un figlio ma, all'inizio della primavera Bear Ghost muore e gli succede Ironshirt che guida i suoi contro i bianchi. Una delle frecce che parte dal suo arco è destinata a Kamiah, che muore tra le braccia di Flint a cui non resta altro che vendicarsi e salvare il suo bambino.
SCHEDA FILM

Regia: William A. Wellman

Attori: Clark Gable - Flint Mitchell, Ricardo Montalban - Ironshirt, Capo Indiano, John Hodiak - Brecan, Adolphe Menjou - Pierre, Jack Holt - Bear Ghost, Alan Napier - Capitano Humberstone Lyon, George Chandler - Gowie, Richard Anderson - Dick, Maria Elena Marques - Kamiah

Soggetto: Bernard Devoto, Talbot Jennings, Frank Cavett

Sceneggiatura: Talbot Jennings

Fotografia: William C. Mellor

Musiche: David Raksin

Montaggio: John D. Dunning

Scenografia: Cedric Gibbons, James Basevi

Costumi: Walter Plunkett

Effetti: Warren Newcombe

Durata: 82

Colore: C

Genere: AVVENTURA

Specifiche tecniche: 35 MM, TECHNICOLOR

Tratto da: ISPIRATO AL LIBRO DI BERNARD DEVOTO

Produzione: MGM

Distribuzione: MGM

CRITICA
"E' un film spettacolare, non molto originale, ma non privo di interesse." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 32, 1952)

"Brevissimo, più che passabile western, in un abbagliante Technicolor, dello specialista William Wellman, che non si può definire un fulmine di guerra quanto a ritmo, ma è diretto da uno che conosce come pochi i gusti del pubblico. Difatti anche se si spara pochissimo, non si può dire che manchino le emozioni. L'invecchiato Clark Gable resta sempre un portento di simpatia". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 15 febbraio).