I CORBARI

ITALIA 1970
Nel 1944 un giovane romagnolo, Silvio Corbari, uccide un suo amico fascista, autore di un inutile omicidio politico, e si assume pubblicamente la responsabilità del fatto. Da quel momento, messosi a capo di una banda, Corbari comincia una sorta di guerra personale contro tedeschi e "repubblichini". Contrario alla lotta organizzata - di qui un insanabile contrasto con un capo partigiano Ulianoff - Corbari con la sua banda (della quale fa parte una donna, Ines, che si è unita a lui abbandonando il marito) tende agguati ai tedeschi, libera ostaggi, assalta convogli. Diventato una figura leggendaria, non s'accontenta più di scontri armati e colpi di mano, ma istituisce addirittura a Tregnano una piccola repubblica, la "zona libera Corbari", nella quale dà vita a una amministrazione indipendente, distribuisce le terre ai contadini, insatura la libertà. La "zona", però, ha vita breve: attirato in un tranello, Corbari s'allontana da Tregnano, che viene riconquistata dai fascisti. Mentre molti dei suoi uomini vengono impiccati, egli, benché ferito, si salva e assieme a Ines uccide un agrario, un giornalista, un costruttore edile, responsabili della sua disfatta. La sua sorte, però, è ormai segnata: assalito dai "repubblichini", in numero preponderante, perde Ines - che si spara alla bocca - e infine, catturato, viene impiccato sulla piazza del paese, insieme ai pochi superstiti della sua banda.
SCHEDA FILM

Regia: Valentino Orsini

Attori: Giuliano Gemma - Silvio Corbari, Tina Aumont - Ines, Antonio Piovanelli - Casadei, Frank Wolff - Ulianov, Vittorio Duse - Martino, Emilio Bonucci, Alessandro Haber, Michael Berger, Piero Anchisi, Alfredo Allegri, Roberto Rizzi, Adolfo Lastretti

Soggetto: Renato Nicolai, Valentino Orsini

Sceneggiatura: Renato Nicolai, Valentino Orsini

Fotografia: Pino Pinori

Musiche: Benedetto Ghiglia

Montaggio: Roberto Perpignani

Durata: 107

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: CINESCOPE EASTMANCOLOR

Produzione: TERZA

Distribuzione: CIDIF

CRITICA
"Appassionato dramma social-ideologico-avventuroso dell'arrabbiato Valentino Orsini, ex collaboratore dei fratelli Taviani, che dai maestri ha ereditato se non il talento, il rancore antifascista. La figura, largamente romanzata, diun personaggio realmente esistito, è affidata allo spaesato Giuliano Gemma, sicuramente più a proprio agio con la Colt di Ringo". (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 18 settembre 2001)