I 7 nani

Der 7bte Zwerg

2/5
Genuino e simpatico, ma mancano i momenti in cui la fantasia arricchisce il racconto

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GERMANIA 2014
Nel regno di Fantabulosa, la strega Perfidia lancia una maledizione sulla piccola Principessa Rose: prima di compiere i 18 anni, la ragazza si pungerà con un oggetto tagliente e tutto il castello cadrà insieme a lei in un sonno lungo 100 anni. L'incantesimo verrà interrotto solo se la ragazza riceverà un vero bacio d'amore. Giunta la fatidica data, Bobo, il più piccolo dei sette nani, per sbaglio punge la principessa Rose e tutto il reame cade in un sonno profondo. Tutti, tranne i 7 nani. E sarà proprio Bobo, insieme agli altri sei compagni a vivere una fantastica avventura per cercare di sciogliere l'incantesimo salvando Jack, lo sguattero delle cucine di corte di cui Rose è innamorata, prigioniero di Barny, un drago al servizio di Perfidia...
SCHEDA FILM

Regia: Harald Siepermann, Boris Aljinovic

Soggetto: Otto Waalkes - Personaggi, Bernd Eilert - Personaggi

Sceneggiatura: Harald Siepermann, Daniel Welbat, Douglas Welbat

Fotografia: Jo Heim

Musiche: Daniel Welbat, Stephan Gade

Montaggio: Holger Trautmann, Sascha Wolff-Täger

Scenografia: Christian Hotze

Effetti: Trixter Film, Optical Art

Altri titoli:

Fairytale: Story of the Seven Dwarves

The 7th Dwarf

I sette nani

Durata: 88

Colore: C

Genere: ANIMAZIONE

Specifiche tecniche: DCP

Tratto da: personaggi ideati da Otto Waalkes e Bernd Eilert

Produzione: DOUGLAS WELBAT PER 7 DWARVES ANIMATION COMPANY, IN COPRODUZIONE CON CINEMENDO ERFTTAL FILM CC MEDIEN, TRANSWAAL FILM VIP MEDIENFONDS 2 + 4B

Distribuzione: MICROCINEMA (2015)

Data uscita: 2015-04-30

TRAILER
NOTE
- BERND EILERT, OTTO WAALKES FIGURANO ANCHE TRA I CO-PRODUTTORI.

- REALIZZATO IN COLLABORAZIONE CON EUROPOOL; FINANZIATO DA: GERMAN FEDERAL FILM BOARD FFA, HESSENINVESTFILM, FILMFÖRDERUNG HAMBURG, SCHLESWIG-HOLSTEIN, FILMFERNSEHFONDS BAYERN, NORDMEDIA/FILM - UND MEDIENGESELLSCHAFT NIEDERSACHSEN/BREMEN E GERMAN FEDERAL FILM FUND DFFF.
CRITICA
"(...) ogni riferimento ad altre fiabe è puramente intenzionale, perché 'I 7 nani', animazione fatta in Germania (sigh), fa del 'mischione' dei classici pletorica virtù. Dunque, Biancaneve, Cenerentola, Cappuccetto Rosso e chi più ne ha più ne metta. Evviva il citazionismo, il gioco di rimandi e assonanze, che solletica gli adulti e si confà alla visione ipertestuale dei bambini, ma c'è un problema: la fantasia dov'è, dove si smette di fare copia & incolla per imboccare la via dell'originalità? Difficile individuarlo (...) manca (...) la più fiabesca delle creature, l'invenzione poetica. Rimangono questi nani, sulle spalle dei giganti..." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 30 aprile 2015)

"C'era una volta un film demenziale tedesco dove un gruppo di comici popolari (il più famoso era Otto Waalkes) giocavano con la cultura bassa al punto da travestirsi da Sette Nani. Quel film del 2004 ha successo, stimola un sequel nel 2006 e partorisce un figlio cartoon nel presente: 'I 7 nani'. Scevro da doppi sensi e volgarità (a differenza degli originali dal vivo), questo cartone animato piacerà ai bambini dai 3 ai 6 anni. (...) La base è 'La bella addormentata' ma le deviazioni sono parecchie, così come i buffi personaggi che aiuteranno gli squinternati sette. Divertente il tricheco rapper Herman ma il vero asso nella manica è Bernie, drago amante del tip-tap disegnato ispirandosi al dolcissimo Falkor de 'La storia infinita'." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 30 aprile 2015)

"Spiacerà a chi ormai ha imparato a orizzontarsi nella tambureggiante offerta di cartoni (praticamente uno a settimana). Come in ogni genere cinematografico c'è una serie A e tanta produzione minore. Tra gli animati di serie C, quelli di produzione tedesca, mediocre nel disegno e nella caratterizzazione dei personaggi. La 'Biancaneve' di Disney (80 anni a settembre) ancora se lo beve il cartoncino di Siepermann e Aljnovic." (Giorgio Carbone, 'Libero', 30 aprile 2015)

"Che delusione questa ennesima incursione ibrida nelle favole. (...) Si salvano solo l'imbranato Bobo che non sa allacciarsi le scarpe (i bambini si identificheranno con lui) e il drago Barny dal sogno nascosto. Per il resto, è solo stramberia, compresa una Biancaneve in stivaloni e minigonna." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 30 aprile 2015)

"L'arrivo sugli schermi italiani del cartoon tedesco 'I 7 nani' di Harald Siepermann e Boris Aljinovic si spiega principalmente con l'esigenza del mercato di offrire uno spettacolo cinematografico per bambini ininterrottamente nel corso dell'intera stagione. Perché altrimenti avrebbe dovuto fare i conti con l'annosa difficoltà della maggior parte dei film d'animazione realizzati in paese europei di trovare posto tra i campioni d'incassi automatici di confezione statunitense. Questa circostanza eccezionale perciò consente ogni tanto di scoprire - e soprattutto capire - come si muovono i cineasti del Vecchio Continente alle prese con la competizione sul fronte dell'animazione. La strada che sceglie 'I 7 nani', sulla scorta di un film comico con attori molto noti in patria, come Otto Waalkes, ma da noi praticamente sconosciuti, e che ha quindi imposto l'investimento successivo animato, è quella del compromesso tra le istanze alte dell'originalità e quelle basse della ripetizione di modelli collaudati. Certo, ci sarebbe piaciuto un film che non guardasse in faccia a nessuno, ma gli incassi dettano legge. (...) Lo schema narrativo (...) non riserva sorprese. In compenso i personaggi, specialmente gli animali, trichechi e draghi, sono ritagliati con un pizzico di sostenibile originalità. Scantonano, in un clima di goliardico artigianato assai prossimo ai modelli d'oltreoceano, dalle funzioni loro assegnate, esibendo all'occorrenza tutta la loro eccentricità. Puntano insomma al divertimento puro, allo sconvolgimento dei luoghi comuni, infischiandosene della trama tradizionale. Appellandosi piuttosto alla complicità dello spettatore, giovanissimo o adulto, senza soluzioni di continuità, con ripetute strizzate d'occhio in chiave moderna." (Anton Giulio Mancino, 'La Gazzetta del Mezzogiorno', 4 maggio 2015)

"(...) il prodotto è, parlando come dei medicinali, un generico, l'unica ricetta essendo mescolare fiabe partendo da note star mitiche come i nani (ma due sono alticci), Cappuccetto Rosso, Pinocchio e quell'Addormentata destinata a pungersi in contorno di streghe e malefici. (...) i registi Aljinovic e Siepermann s'arrangiano con la computer graphic senza porsi il problema della sceneggiatura. La confusione alla fine di 87 minuti vince, anche se non è 'Into the Woods', grande musical passato inosservato. Qui invece la riduzione al massimo comun divisore infantile, con qualche schizzo musicale, finisce per far digerire ai bimbi una gran macedonia colorata e piena di panna." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 7 maggio 2015)

"L'ibridazione tra fiabe diverse non data da oggi. La serie 'Shrek', al cinema, ne ha fatto un criterio con risultati gustosi e 'Into the Woods' ne ha operato il trapianto nel musical. Questo cartoon di produzione tedesca, successo di cassetta in diversi paesi del mondo, applica il meticciato soprattutto alla 'Bella addormentata nel bosco' e a 'Biancaneve', con qualche divagazione in altre fiabe (quella di 'Cappuccetto Rosso', ad esempio, alle prese con un lupo pedofilo). (...) Film d'animazione semplice, se non sempliciotto, con i numeri per incontrare il gusto infantile. Peccato che voglia strafare, aggiungendo scenette inutili che ammiccano al gusto degli adulti-accompagnatori." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 14 maggio 2015)