Hotel Lux

3/5
Parodiando nazisti e comunisti, Haussmann fa della storia una favola. Con un occhio a Lubitsch e senza la radicalità di Tarantino, in Concorso

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GERMANIA 2011
1938, Germania Nazista. Hans Zeisig è un comico donnaiolo che porta sui palcoscenici berlinesi uno spettacolo teatrale dal titolo "Stalin-Hitler-show". Hans interpreta il dittatore russo, mentre il suo amico ebreo Siegfried Meyer, veste i panni del Führer. La situazione politica è in continuo mutamento: Meyer aderisce alla resistenza, mentre Zeisig decide di fuggire dalla Germania con la sua bellissima compagna Frida, comunista dichiarata. Convinto di essere in volo per Hollywood, la coppia atterra inaspettatamente a Mosca e si rifugia nel famigerato Hotel Lux. Dal 1921 in poi, quattro anni dopo la Rivoluzione d'Ottobre, l'hotel divenne l'alloggio dell'Internazionale Comunista, il Comintern. Al suo interno alloggiavano ufficiali comunisti fuggiti dai propri paesi divenuti fascisti. Per questo il Lux venne ribattezzato come la "pensione della rivoluzione mondiale". È proprio in questo luogo pieno di spie e cospiratori, che Hans interpreta il ruolo della sua vita: l'astrologo personale di Stalin. Si sente così al sicuro, potendo contare sui suoi buoni rapporti col dittatore, ma all'Hotel Lux è impossibile mantenere un segreto simile e la situazione di Hans si ribalta pericolosamente.
SCHEDA FILM

Regia: Leander Haussmann

Attori: Michael Herbig - Hans Zeisig, Jürgen Vogel - Siggi Meyer, Thekla Reuten - Frida van Oorten, Alexander Senderovich - Nikolai Jeschow, Valery Grishko - Josef Stalin, Juraj Kukura - Wassili Ulrich, Sebastian Blomberg - Karl-Heinz Müller, Axel Wandtke - Walter Ulbricht, Steffi Kühnert - Lotte Kühn, Matthias Brenner - Wilhelm Pieck, Robert Dölle - J.R. Becher, Gennadi Vengerov - Upit, Thomas Thieme - Dimitrow, Johann Adam Oest - Valetti, Daniel Wieme - Wehner (Kurt Funk, Josef Ostendorf - Mama

Soggetto: Uwe Timm, Volker Einrauch

Sceneggiatura: Leander Haussmann

Fotografia: Hagen Bogdanski

Musiche: Ralf Wengenmayr

Montaggio: Hansjörg Weissbrich

Scenografia: Uli Hanisch

Arredamento: Gabriele Wolff

Costumi: Ute Paffendorf

Durata: 110

Colore: B/N-C

Genere: COMMEDIA

Produzione: BAVARIA PICTURES PRODUCTION IN CO-PRODUZIONE CON BEEPLEX FILM PRODUCTIONS, BSI INTERNATIONAL, INVEST, COLONIA MEDIA FILMPRODUKTION, HERBX FILM, LI PRODUKTION, LITTLE SHARK ENTERTAINMENT, PIROL FILM PRODUCTION, RAINER WINDHAGER FILM PRODUCTION, WDR, BR, ARD, DEGETO, ARTE

Distribuzione: ARCHIBALD FILMS

NOTE
- PREMIO SPECIALE ALLA COLONNA SONORA DELLA GIURIA MARC'AURELIO E PREMIO FARFALLA D'ORO-AGISCUOLA ALLA VI EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (2011).
CRITICA
"Chi ha apprezzato 'Bastardi senza gloria' di Quentin Tarantino non potrà non apprezzare 'Hotel Lux' di Leander Haussmann, che peraltro ne ricalca in parte lo stile narrativo, presentato in concorso al Festival internazionale del film di Roma. Nel primo la vena comica in salsa pulp finiva per riscrivere, al cinema e attraverso il cinema, la Storia, disegnando un finale - l'uccisione di Hitler - allora auspicato da molti ma lontano dalla realtà. Nel secondo, una commedia a tutti gli effetti, pregna di satira intelligente e raffinata, la grande storia viene solo ritoccata: piccole, precise pennellate su uno sfondo ben noto, ovvero il clima di paura, alimentato da repressione e violenza, che si respirava sia nella Germania hitleriana prebellica sia nella Mosca staliniana già avvezza al grande terrore. (...) Haussmann, tedesco con all'attivo altri sei lungometraggi, nessuno dei quali però giunto in Italia, costruisce con bravura una deliziosa commedia degli equivoci con momenti particolarmente riusciti, come la lite reale, finita per sbaglio da dietro le quinte in scena suscitando l'ilarità dell'ignaro pubblico, che vede un razzista convinto travestito da «perfido ebreo» picchiare l'antinazista Meyer con le fattezze di Hitler. Una commedia che, nonostante le sagaci battute e i sorrisi che strappa, non nasconde le brutalità dei due regimi, posti sullo stesso piano. Il loro volto sanguinario emerge semmai con maggiore forza, evidenziato proprio dalla satira feroce che viene contrapposta quasi come disarmato ma possente antidoto al male. Raccontando un'avventura fantapolitica tra amore e morte, il regista fa in modo che nei tetri corridoi dell'Hotel Lux, sotto l'enorme, incombente stella rossa che svetta sul tetto, si muovano i protagonisti veri della Storia. E lo fa con un equilibrio tale che nulla sembra fuori posto. Cosicché le libertà narrative che intersecano le vicende realmente accadute appaiono quasi credibili. Anche questa è la magia del cinema: poter mettere mano a materiale apparentemente intoccabile per riannodare i fili della Storia in una trama diversa da quella finita sui libri. Certo, qui non si immagina un destino diverso per il mondo. Viene solo consumata, in un esilarante finale, una piccola rivincita sulla realtà. O, come ha confessato il regista, nato e cresciuto nella Germania dell'Est, una personale vendetta sulla Ddr, visto che molti dei bizzarri ospiti del «suo» Hotel Lux ne sarebbero diventati alti dirigenti." (Gaetano Vallini, 'L'Osservatore Romano', 1 novembre 2011)