Hollywood, Vermont

State and Main

USA 2000
Una troupe cinematografica per scarsità di fondi deve trovare un altro luogo per le riprese. Andranno in una sonnolenta cittadina del Vermont, sconvolgeranno la vita degli abitanti e avranno molte esilaranti avventure.

TRAMA LUNGA
Sfrattato dal set originario, il regista Walt Price è ora nei guai: la sua produzione perde soldi ogni giorno che passa e le riprese devono assolutamente ricominciare. C'è bisogno di una nuova location - possibilmente con un antico mulino - che Price individua in Waterford, piccola cittadina del Vermont. Ma, giunti sul posto, le cose sono diverse: il mulino (fondamentale nella sceneggiatura) presente in ogni foto del luogo, ora non c'è più perché è stato distrutto da un incendio molti anni prima. L'eliminazione del mulino dal film non sarà l'unica modifica che il promettente sceneggiatore Joe deve apportare al suo lavoro. Sul set, intanto, arrivano le capricciose star Bob Barrenger (con una pericolosa passione per le adolescenti) e Claire Wellesey ed i problemi non tardano ad aumentare.
SCHEDA FILM

Regia: David Mamet

Attori: William H. Macy - Walt Price, Philip Seymour Hoffman - Joseph Turner White, Alec Baldwin - Bob Barrenger, Sarah Jessica Parker - Claire Wellesley, Rebecca Pidgeon - Ann "Black", Charles Durning - Sindaco George Bailey, Patti LuPone - Sherry Bailey, Michael Bradshaw - Prete, David Paymer - Marty Rossen, Clark Gregg - Doug Mackenzie, Julia Stiles - Carla Taylor, Ricky Jay - Jack Taylor, Linda Kimbrough - "Costumista", Jim Frangione - Tommy Max "Primo Assistente Regia", Michael Higgins - Doc Wilson, Morris Lamore - Morris, Lonnie Smith - Bill Smith, Alan Soule - Spud, Vincent Guastaferro - Uberto Pazzi

Soggetto: David Mamet

Sceneggiatura: David Mamet

Fotografia: Oliver Stapleton

Musiche: Theodore Shapiro

Montaggio: Barbara Tulliver

Scenografia: Gemma Jackson

Arredamento: Kyra Friedman

Costumi: Susan Lyall

Altri titoli:

State & Main

Séquences et conséquences

Durata: 102

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: 35 MM, SFERICO (1: 1.85)

Produzione: SARAH GREEN PER GREEN/RENZI, EL DORADO PICTURES, FILMTOWN ENTERTAINMENT, FINE LINE FEATURES

Distribuzione: MEDUSA

Data uscita: 2002-05-31

CRITICA
"Dimenticate 'La casa dei giochi' e 'Il caso Winslow'. Anche se a ben vedere il gusto per gli incastri e l'effetto domino insieme al claustrofobico che spesso accompagna l'inevitabilità del destino abitano anche questo film. Che è invece - rispetto ai due citati ma anche ai molti altri diretti e scritti dal grande Mamet - una commedia. Della nutrita serie film sul film. Esilarante e acida. Di un umorismo raffinato e sottile, nascosto in inquadrature-sorpresa e giocato sul doppio registro di dialoghi ora stralunati e sospesi, al limite del non-sense letterario, ora brutali, quasi osceni e dannatamente prosaici". (Stefania Chinzari, 'Cinema Zip', 23 novembre 2001)

"Cinema sul cinema, omaggio alle grandi commedie di Preston Sturges, satira a doppio taglio, il pungente e godibilissimo 'Hollywood, Vermont', in originale 'State and Main', può sembrare una digressione nella filmografia di David Mamet. Ma in realtà tocca i suoi temi di sempre: l'inganno, la menzogna, la seduzione. Ovvero la necessità di illudere e lasciarsi illudere, che poi è la trappola in cui cadono tanto i cinici fabbricanti di sogni venuti dalla California, quanto i loro destinatari, vale a dire i non così ingenui abitanti del Vermont". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 31 maggio 2002)

"Dietro l'omaggio alle commedie hollywoodiane anni Trenta che piacciono tanto a Mamet, e dietro la sua leggerezza del tocco, chi conosce l'autore potrà ravvisare alcune sue tipiche ossessioni, dalle apparenze ingannevoli delle cose all'elogio, molto americano, della 'seconda possibilità'. Così come nel suo stile si colloca il meccanismo a orologeria dell'intreccio, servito nel caso da una calcolata scansione dei tempi comici. Ben scelto e ben affiatato il cast, che unisce attori di ampie risorse (William H. Macy, Philip Seymour Hoffman) e star di seconda grandezza (Alec Baldwin) nettamente più in forma del solito". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 9 giugno 2002