Hikari

4.5/5
Vedere un film con gli occhi chiusi. La magnifica riflessione tra eternità e caducità dell'immagine di Naomi Kawase. Quando teoria e poesia diventano una sola cosa, in Concorso

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FRANCIA 2017
Misako Ozaki ama descrivere gli oggetti, i sentimenti e il mondo che la circonda. La sua professione di audio-descrittrice di film è tutta la sua vita. Durante una proiezione, Misako incontra Masaya Nakamori, un famoso fotografo la cui vista è irrimediabilmente deteriorata. Nasce così un forte sentimento, tra un uomo che sta perdendo la luce e una donna che, invece, la insegue.
SCHEDA FILM

Regia: Naomi Kawase

Attori: Masatoshi Nagase - Masaya Nakamori, Ayame Misaki - Misako Ozaki, Tatsuya Fuji - Kitabayashi/Juzo, Kazuko Shirakawa - Yasuko Ozaki, Misuzu Kanno - Tomoko/Tokieda, Mantarô Koichi - Sano, Saori Koide, Chihiro Ohtsuka, Nobumitsu Ônishi, Noémie Nakai

Sceneggiatura: Naomi Kawase

Fotografia: Arata Dodo

Musiche: Ibrahim Maalouf

Montaggio: Tina Baz

Scenografia: Setsuko Shirakawa

Altri titoli:

Vers la lumière

Radiance

Durata: 101

Colore: C

Genere: DRAMMATICO ROMANTICO

Specifiche tecniche: SCOPE (1:2.35)

Produzione: KINO FILMS, COMME DES CINEMAS, IN COPRODUZIONE CON KUMIÉ, IN ASSOCIAZIONE CON MK2 FILMS, HAUT ET COURT

NOTE
- REALIZZATO CON LA PARTECIPAZIONE DI: CENTRE NATIONAL DU CINÉMA ET DE L'IMAGE ANIMÉE, AGENCY FOR CULTURAL AFFAIRS, JAPAN.

- IN CONCORSO AL 70. FESTIVAL DI CANNES (2017).
CRITICA
"Il tema del film dunque non può che essere la luce, ma in realtà, più che seguire discorsi teorici, la regista si ingegna a costruire una storia, delicata e a suo modo piena di buoni sentimenti, in cui sembra anche di leggere controluce un addio al tempo dell'immagine analogica nell'era del digitale. Lo stato d'animo è l'estasi davanti al fluire delle cose, centrale nella cultura giapponese e illustrata da maestri come Yasujiro Ozu (...) e le immagine che restano sono proprio quelle in cui la storia si arresta e lo sguardo esita a contemplare e fermare per un attimo le cose." (Emiliano Morreale, 'La Repubblica', 24 maggio 2017)

"(...) la giapponese Naomi Kawase con 'Radiance (Hikari)' si dimostra regista di vena esangue. Partita da un'idea concettualmente buona - il lavoro della protagonista, audio-descrittrice di film per non vedenti, prometteva sviluppi interessanti - banalizza ogni cosa virando sul registro di un salvifico rapporto fra la ragazza e un fotografo cieco; il che poteva pure andare, non fosse per il tono melenso." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 24 maggio 2017)

"(...) un film che è il solito esemplare di un cinema lezioso e vagheggiante, sempre alla ricerca di una poesia che non trova mai, e che soprattutto fraintende. (...) Le ovvie metafore sul vedere che non è guardare - e che non sempre è capire - si spalmano su una trama da 'Harmony', frasi fatte (...), vezzi visivi (primissimi piani insistiti sugli occhi, controluce sovraesposti), e incessanti e ruffiane note di pianoforte." (Federico Gironi, 'Il Messaggero', 24 maggio 2017)