Heli

4/5
Il Messico periferico e brutale filmato da Amat Escalante. Primo film in concorso a Cannes: folgorante

Leggi la recensione

GERMANIA 2013
Messico. Heli vive con la sua famiglia in una piccola città dominata da violenza e corruzione. Un giorno la sua famiglia viene rapita e fatta soffrire per un crimine che non ha commesso.
SCHEDA FILM

Regia: Amat Escalante

Attori: Armado Espitia, Andrea Vergara, Linda González, Juan Eduardo Palacios, Reina Torres, Ramón Álvarez

Sceneggiatura: Amat Escalante, Gabriel Reyes

Fotografia: Lorenzo Haerman

Montaggio: Natalia López

Scenografia: Daniela Schneider

Costumi: Daniela Schneider

Durata: 105

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: (1:1.85)

Produzione: MANTARRAYA & TRES TUNAS, IN ASSOCIAZIONE CON NODREAM CINEMA, IN COPRODUZIONE CON LE PACTE, FOPROCINE-CONACULTA, UNA FILM, LEMMING FILM, TICOMAN, IKE ASISTENCIA

NOTE
- PRODUTTORI ASSOCIATI: AMAT ESCALANTE E CARLOS REYGADAS.

- PREMIO PER LA MIGLIOR REGIA AL 66. FESTIVAL DI CANNES (2013).
CRITICA
"Che ci arrivi dalla periferia o dal centro dell'impero, il cinema torna sempre più spesso a pensarsi come «specchio della realtà», registrazione il più possibile oggettiva e raffreddata di un mondo dove si sono perse tutte le coordinate, a cominciare da quelle morali. Abdicando così a una delle sue caratteristiche distintive: rivendicare un'originalità di sguardo capace di restituire senso alle cose filmate. Oggi quell'originalità è svaporata di fronte a una macchina da presa che cerca (nelle migliori occasioni) di non essere invasiva o almeno voyeuristica. E' la strada che percorre il messicano Amat Escalante, raccontando in 'Heli' come una povera famiglia di un agglomerato industriale (Heli è il nome del figlio che lavora come il padre in una fabbrica di automobili) finisca stritolata nella morsa della violenza scatenata dai cartelli della droga. (...) La superficialità della ragazzina e la ferocia dei trafficanti, la latitanza dello Stato e l'arrendevolezza alla superstizione sono raccontate e filmate con la stessa «freddezza», senza compiacimento ma anche senza un vero punto di vista, come se compito del cinema fosse solo quello di registrare e non di cercare un possibile senso nelle cose. Con il rischio che alla fine ci si abitui a tutto, anche a una delle scene di tortura più atroci mai viste al cinema." (Paolo Mereghetti, 'Il Corriere della Sera', 17 maggio 2013)

"Produce il regista di film tosti e discussi Carlos Reygadas, di cui Escalante, con le sue inquadrature stagnanti e certi ricami orridi, sembra a volte il vice. Nel giro del mondo in dodici giorni che offre il festival, 'Heli' avvicina una realtà eclatante, una sofferenza dei deboli e di un centro-America dalla quale non è detto che siamo salvi." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 17 maggio 2013)