Good Time

4/5
Indipendenti sì, ma con il senso del cinema che scorre nelle vene. I fratelli Safdie dirigono Robert Pattinson in un heist movie brillante e incandescente

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USA 2017
Dopo che una maldestra rapina in banca fa finire in prigione il fratello minore, Constantine "Connie" Nikas intraprende una complicata odissea nei bassifondi della città nel tentativo, sempre più disperato e pericoloso, di fare uscire di prigione Nick. Nel corso di una nottata carica di adrenalina, Connie si trova a lottare contro il tempo per salvare il fratello ma anche se stesso, consapevole che le loro vite sono appese a un filo.
SCHEDA FILM

Regia: Josh Safdie, Benny Safdie

Attori: Robert Pattinson - Connie Nikas, Benny Safdie - Nick Nikas, Jennifer Jason Leigh - Corey, Barkhad Abdi - Dash, Buddy Duress - Ray, Taliah Webster - Crystal, Peter Verby - Psichiatra, Gladys Mathon - Annie, Necro - Caliph, Cliff Moylan - Agente Patrick, Rose Gregorio - Loren

Sceneggiatura: Ronald Bronstein, Josh Safdie

Fotografia: Sean Price Williams

Musiche: Daniel Lopatin

Montaggio: Benny Safdie, Ronald Bronstein

Scenografia: Sam Lisenco

Arredamento: Audrey Turner

Durata: 100

Colore: C

Genere: THRILLER

Produzione: ELARA PICTURES, RHEA FILMS

Distribuzione: MOVIES INSPIRED

Data uscita: 2017-10-26

TRAILER
NOTE
- IN CONCORSO AL 70. FESTIVAL DI CANNES (2017).
CRITICA
"Si tratta di un film da scoprire: febbrile, adrenalinico e un po' sconclusionato, ma pieno di talento, fa pensare a una versione sotto acido di certi thriller metropolitani di metà anni 80, come 'Fuori orario' di Martin Scorsese o 'Qualcosa di travolgente' di Jonathan Demme. (...) La traccia narrativa è poco più di un pretesto per allineare situazioni ai limiti dell'assurdo, incontri improbabili e personaggi uno più eccentrico dell'altro (...). 'Good Time' è un crime-movie, non un film sociale né tantomeno a tesi. Però l'itinerario erratico somiglia molto a un viaggio (con toni da incubo) tra il disagio, l'emarginazione e l'abbandono della grande città. Cui corrisponde a meraviglia il paesaggio desolato di un parco di divertimenti in stato di abbandono. Anche Connie, lo sventurato anti-eroe del film, è un marginale assoluto, un perdente sintetico pieno di contraddizioni. Pronto a sacrificarsi per il fratello, lungo il percorso si rivela anche capace di violenza e manipolazione. Però lo spettatore non perde mai l'empatia con lui, grazie alla complessità del personaggio e all'interpretazione sorprendente di Robert Pattinson: oggi non più divo come ai tempi della saga 'Twilight' ma attore a pieno titolo, che migliora di ruolo in ruolo. Bene anche il resto del cast, con il più giovane dei due registi, Benny, nella parte di Nick, lo struggente Buddy Duress, la veterana Jennifer Jason Leigh in un cammeo come fidanzata di Connie. Se in qualche momento il film è maldestro (in particolare nel ridondante flashback sulle sventure di Ray), la sua vitalità survoltata e la sua originalità, a fronte del cinema formattato che siamo abituati a vedere, lo rendono meritevole di ogni attenzione." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 26 ottobre 2017)

"(...) 'Good Time' non è una commedia, semmai è l'ironica storia di una rapina destinata al disastro; o un'avventura all'ultimo respiro nella New York notturna e marginale dei Queens sulla spinta di una prioritaria urgenza affettiva; oppure un melodramma familiare privo di sentimentalismi, un blues metropolitano imbastito sulle estenuate trame elettroniche di Daniel Lopatin. (...) l'opera terza di Josh e Benny Safdie dimostra la sempre più solida maturità formale di due giovani autori che, in bilico fra cinema hollywoodiano e cinema indipendente, giocano a ribaltare i codici classici con l'occhio al maestro Martin Scorsese. (...) tante sorprese, incidenti, insidie di un'onirica notte che alla luce limpida dell'alba ripiega sulla realtà: realtà amara che implica una doppia accettazione di prigionia, vuoi del carcere vuoi dei servizi sociali; e la rinuncia a un anarcoide vagheggiamento di libertà e riscatto. Nel frattempo, senza averne l'aria, i Safdie hanno caricato il film di svariate suggestioni socio/emozionali. (...) Spiazzante e tenero, urtante e fascinoso, impulsivo e disperato, Robert Pattinson entra nei suoi panni come in una seconda pelle, rivelando stoffa di vero e ottimo interprete." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 26 ottobre 2017)

"La voce profonda, dolcemente sepolcrale, di Iggy Pop scorre sui credit di chiusura di 'Good Time', dedicata al miraggio impossibile dei pure and damned, i puri e i dannati, che popolano anche l'ultimo film dei fratelli newyorkesi Benny e Josh Safdie. I protagonisti di 'Good Time' sono puri perché osano, scelleratamente, spesso anche comic-stupid-amente, sognare aldilà delle loro circostanze (...); dannati perché quelle circostanze ancorano i loro sogni a terra, come un mix di sabbie mobili e superglue. Road movie notturno che ha la frenesia instancabile una comica dei Keystone cops, il surrealismo dello scorsesiano 'Fuori orario', unito al tempo comico e alla dinamica razziale di '48 ore' di Walter Hill, trascinato da un Robert Pattinson con il trasporto febbrile e grandioso di Al Pacino in 'Quel pomeriggio di un giorno da cani' (...). Colori acidi, stridenti, il magico occhio/obbiettivo di Sean Price Williams strettissimo su di loro e sempre in movimento, 'Good Time' ti risucchia nel suo flusso, tesissimo e surreale, e non ti molla più. (...) Lo sguardo concentratissimo di Pattinson - lanciato nella notte come un treno in corsa - l'inesauribile scorta di decisioni che Connie sfodera, una dopo (e una peggio del) l'altra è l'ancora nel maelstrom dell'avventura. Vertiginosamente, come fuori dai finestrini, scorre la città amatissima dai Safdie, e a cui il loro cinema di strada rende sempre omaggio, nelle sue architetture, nelle sue istituzioni scassate ma soprattutto nelle sue umanità. (...) squarci di newyorkesi (in un mix di attori e non) catturati con affetto, humor e precisione folgoranti. Puri e dannati anche loro come (quasi) tutti noi." (Giulia D'Agnolo Vallan, 'Il Manifesto', 26 ottobre 2017)

"Parola d'ordine 'ipercinetico'. (...) Interpretato da un raramente così in ruolo Robert Pattinson, 'Good Time' ha ricevuto a Cannes (...) infinite definizioni, fra distorsioni ed esaltazioni. Newyorchesi di nascita e sentire, i Safdie Bros sembrano gli eredi perfetti dello Scorsese più pulsionale, galleggianti pop tra ferocia e violenza in una Grande Mela che non perdona disfunzioni e marginalità. Tarantino vigila sui fratellini da secondo nume tutelare di un'ironia buffa e dissacrante. Colonna musicale che spacca." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 26 ottobre 2017)

"Bislacco, ma godibile dramma metropolitano, una storia di straordinario squallore, ben fornita d'ironia, dalla parte dei perdenti, nella New York dei bassifondi. (...) Incredibilmente bravo, il bel Robert Pattinson, quasi irriconoscibile." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 26 ottobre 20107)

"Una sorta di 'Rain Man' con sbandate da romanzo criminale. (...) il film offre non poche buone cose. Tra cui una frenetica regia e un'ambientazione newyorkese che più cupa e feroce non ce la ricordavamo." ('Libero', 26 ottobre 2017)