Flight

4/5
Zemeckis si libera dalla motion capture e sforna un legal thriller kieslowskiano. Denzel Washington super

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USA 2012
Durante un incidente di volo, l'esperto pilota di linea Whip Whitaker riesce con un atterraggio miracoloso a salvare quasi tutte le vite dei passeggeri a bordo. Dopo la scampata catastrofe, Whip viene acclamato eroe nazionale, ma le indagini sul reale svolgimento della vicenda fanno emergere inquietanti interrogativi sulla sua condotta personale e finisce sotto inchiesta per abuso di droga e alcool, rivelati dalle analisi del sangue...
SCHEDA FILM

Regia: Robert Zemeckis

Attori: Denzel Washington - Whip Whitaker, Don Cheadle - Hugh Lang, Kelly Reilly - Nicole Maggen, John Goodman - Harling Mays, Bruce Greenwood - Charlie Anderson, Melissa Leo - Ellen Block, Brian Geraghty - Ken Evans, Tamara Tunie - Margaret Thomason, Nadine Velazquez - Katerina Marquez, James Badge Dale - Giovane uomo magro, Garcelle Beauvais - Deana, Rhoda Griffis - Amanda Anderson, Will Sherrod - Schecter, Boni Yanagisawa - Camelia Satou, Michael Beasley - Agente Edmonds, Adam Tomei - Fran, Conor O'Neill - Kip, Dane Davenport - Derek Hogue, E. Roger Mitchell - Craig Matson, Ravi Kapoor - Dott. Kenan, Tommy Kane - Mark Mellon, Peter Gerety - Avington Carr, Tom Nowicki - Len Caldwell, Ron Caldwell - Trevor, Bethany Anne Lind - Sheila, Shannon Walshe - Tilda Banden, Justin Martin (II) - Will

Sceneggiatura: John Gatins

Fotografia: Don Burgess

Musiche: Alan Silvestri

Montaggio: Jeremiah O'Driscoll

Scenografia: Nelson Coates

Costumi: Louise Frogley

Effetti: Kevin Baillie, Atomic Fiction, The Third Floor, BOT VFX

Durata: 139

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: RED EPIC, (2K)/REDCODE RAW (5K), 35 MM/D-CINEMA(1:2.35)

Produzione: WALTER F. PARKES, LAURIE MACDONALD, STEVE STARKEY, ROBERT ZEMECKIS, JACK RAPKE PER IMAGEMOVERS, PARKES/MACDONALD PRODUCTIONS

Distribuzione: UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL ITALY (2013)

Data uscita: 2013-01-24

TRAILER
NOTE
- CANDIDATO ALL'OSCAR 2013 PER: MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE E ATTORE PROTAGONISTA (DENZEL WASHINGTON).
CRITICA
"Catastrofico che spende l'incidente subito, il thriller un poco prolisso evita la retorica fino a 10 minuti dalla fine quando Washington gioca il jolly della redenzione. Ma con momenti ottimi: le scale all'ospedale, il ruolo dl John Goodman, paesaggi malinconici, una ferocia che si pente." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 24 gennaio 2013)

"(...) il pilota finisce al centro di un'inchiesta legale; ma anche, e soprattutto, di un dilemma morale: l'avere salvato delle vite (come altri non avrebbe saputo fare) può essere un'attenuante del suo comportamento gravemente a rischio? Per deciderlo, il film impiega circa due ore; riuscendo a non essere davvero noioso malgrado una certa ripetitività di concetti e situazioni. E poi Denzel, candidato all'Oscar per la parte, è davvero bravo ad alternare eroismo e debolezza, arroganza e rimorso. Stupisce un po' trovare alla regia di un film (salvo le movimentate sequenze in volo dell'inizio) quasi teatrale Robert Zemeckis, che da 'Ritorno al futuro' a 'Forrest Gump', sembrava volesse soprattutto stupirci con effetti speciali." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 24 gennaio 2013)

"Ha un avvio da film catastrofico 'Flight' e Robert Zemeckis lo gira alla grande, calibrando emozione ed effetti speciali con la maestria che ben gli conosciamo. Poi, a terra, comincia un altro film: salutato come un eroe, il pilota finisce sotto inchiesta per via di analisi del sangue che rivelano l'abuso di droga e alcool; e Zemeckis passa con inalterata abilità di regia a battere la nota intimista, pedinando l'uomo nella sua spirale autodistruttiva sino al riscatto finale. Semmai è il copione che resta un po' in superficie nello scavo psicologico e nell'orchestrazione degli altri personaggi (dall'avvocato Don Cheadle alla tossica Kelly Reilly), ma l'intenso Washington sopperisce alle lacune giocando su una sfumata gamma di toni una figura che sotto un'apparente sicurezza nasconde ombre e dolore." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 24 gennaio 2013)

"Dagli anni Ottanta Robert Zemeckis si è aperto degli spazi molto lusinghieri nel cinema americano, sia dal punto di vista del successo di pubblico, sia in virtù del suo estro creativo che, fra l'altro, gli ha meritato vari Oscar. (...) Zemeckis scrive pagine quasi angoscianti là dove rappresenta, molto a lungo, l'incidente che distruggerà l'aereo, poi, sulla scorta della sceneggiatura, stringe la sua osservazione quasi esclusivamente sui problemi psicologici e presto anche morali del protagonista, sconvolto e poi travolto da un dilemma che lui solo può sciogliere. Qui, forse, con accenti qua e là troppo caldi e con motivazioni che, pur precedendo una sorta di lieto fine, denunciano con la loro logica una certa facilità risolta comunque con tensioni giuste. Le esprime, con mestiere sicuro, Denzel Washington nei panni del pilota. Contenuto e misurato anche quando cede all'alcol." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo Roma', 24 gennaio 2013)

"Tutto porta a pensare che si tratti dell'ennesimo disaster-movie. La notizia (buona o cattiva, dipende dai gusti) è che si tratta, invece, dell'ennesimo film sulla dipendenza. 'Flight' infatti, come ha dichiarato lo sceneggiatore ed ex attore John Gatins, inserisce nell'impianto di un robusto quanto ordinario prodotto di studio il percorso di un personaggio che si ritrova obbligato a lottare sino all'ultimo respiro contro i propri demoni, in primis alcol e cocaina come dettano i nostri tempi. Il concetto d'intrattenimento puro possiede, ovviamente, una sua dignità linguistica ed è chiaro che a fare la differenza in tale ambito non sono le categorie artistiche astratte, bensì la peculiarità del soggetto, la coerenza della scrittura e la caratura d'interpreti e regista. In questo caso, per di più, l'attenzione dello spettatore (per non dire della critica) è tenuta in massima allerta dal protagonismo di un big come Denzel Washington (nominato quasi in automatico agli Oscar nella cinquina dei migliori attori) e dal ritorno del sessantunenne Zemeckis detto Bobby Z al cinema dal vivo, dopo ben dodici anni di trionfale permanenza nei territori high-tech dell'animazione." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 24 gennaio 2013)

"Robert Zemeckis abbandona i ricami digitali di 'Beowulfe' e 'A Christmas Carol' e con 'Flight' prende la rotta del disaster movie e del legal thriller soprattutto, prende a bordo caso e libertà, dipendenza e verità, Dio e volontà. Nel cast anche la magnifica Kelly Reilly, e tanta roba per un action hollywoodiano, e spuntano implicazioni filosofiche 'europee': lecito pensare a Kieslowski, sebbene la trama si sfilacci nel moralismo finale. Comunque, Io straordinario Washington (l'Oscar Io merita lui) serve due notizie per gli alcolisti. Prima la cattiva: se bevi paghi comunque vada. Poi la buona: col gomito alzato, vi potrebbe riuscire quello che 10 piloti sobri possono solo sognare. Da vedere: per credere." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 24 gennaio 2013)

"Dopo essere andato a spasso su e giù per la storia americana, averla attraversata a piedi, essersi spinto sino alle soglie dell'infinito alla ricerca di un contatto e avere infine fatto naufragio, Robert Zemeckis ritorna con i piedi per terra. Per modo di dire. Fra 'Cast Away' (2000) e 'Flight' gli anni zero zemeckisiani trascorrono all'insegna della motion-capture, la tecnica di cinema digitale postumano che ha anticipato anche James Cameron. (...) in 'Flight' Denzel Washington assume su se stesso i peccati di un mondo, gli Stati Uniti, ancora barcollante nel trauma del dopo 11 settembre. A Zemeckis bastano pochi tratti per delineare un paese under influence. Come in 'Rescue Me', l'alcol è il siero della verità. Ci si stordisce con un'abnegazione ferrariana, si sniffa per tirarsi fuori dal torpore dell'alcol e poi ci si rimette in piedi. Zemeckis osserva impassibilmente partecipe ma non giudica. (...) Film-cervello calato con precisione chirurgica nel principio di realtà di un paese che da un lato si volta a guardare verso il proprio passato in cerca di un'autorità morale ('Lincoln') e dall'altro esorcizza l'orrore per un reale imploro e indecifrabile attraverso la feticizzazione di codici e pratiche di guerra ('Zero Dark Thirty'). 'Flight' è il resto che non dà altri resti, irriducibile, di un paese giunto al capolinea che processa un pilota ubriaco per avere riportato a casa con un numero di perdite minime un aereo che doveva essere rottamato. Più chiaro di così. Robert Zemeckis non si fa illusioni. Osama Bin Laden sarà anche stato eliminato ma continua a vivere nel cuore del Grande Paese (...). 'Flight' la paradossale anti-epica di un paese che ha smesso di volare." (Giona A. Nazzaro, 'Il Manifesto', 24 gennaio 2013)

"Piacerà a chi, fan di Robert Zemeckis dai tempi di 'Roger Rabbit' credeva d'averlo perduto come regista di rispetto (tra i suoi tonfi 'Polar Express'). 'Flight' per fortuna è cinema americano come quelli di una volta. Tanta adrenalina, un cast di tutto rispetto e una struttura drammatica a prova di bomba." (Giorgio Carone, 'Libero', 24 gennaio 2013)