FEMMINILE SINGOLARE

ITALIA 1999
Vera, 25 anni, abita a Roma in un appartamento vicino al Colosseo, che le serve anche da studio: vuole fare la pittrice. Per quella sera ha un appuntamento con un uomo, che potrebbe risolverle i problemi di lavoro. Vuole prepararsi adeguatamente e davanti all'armadio comincia a pensare quale sia l'abito giusto per l'occasione. I vestiti che tira fuori, che prova o che scarta hanno il potere di evocare un ricordo, una situazione, un momento particolare della sua vita. Ecco allora succedersi varie scene: la vita in famiglia a Pescara, con i genitori e le due sorelle; il viaggio in Romania per portare in Italia di nascosto l'anziana nonna; le lezioni all'Accademia con l'insegnante Franco; il suo ultimo grande amore, Max, musicista sempre dedito a nuove ricerche creative. C'è poi Clelia, l'amica che vive con lei, impegnata a lanciare via Internet la vendita di lapidi e angioletti di marmo in tutto il mondo; e c'è Amedeo, omosessuale, vicino di casa, che fa visita spesso e offre alle ragazze il proprio ottimismo. Dopo tante incertezze e indecisioni, quando la persona attesa suona il campanello, Vera fa dire a Clelia che non può più uscire, perché non sta bene, ha gli orecchioni. Vera osserva un suo autoritratto, ora sente di volerlo modificare, e farlo più colorato.
SCHEDA FILM

Regia: Claudio Del Punta

Attori: Vincenzo Peluso - Amedeo, Valentina Chico - Clelia, Danny Quinn - Max, Lorenza Indovina - Nadia, Cristina Moglia - Vera

Soggetto: Doriana Leondeff, Claudio Del Punta

Sceneggiatura: Claudio Del Punta, Doriana Leondeff

Fotografia: Patrizio Patrizi

Montaggio: Claudio Del Punta

Scenografia: Marianna Sciveres

Costumi: Francesca Leondeff

Durata: 90

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Produzione: GIULIANA DEL PUNTA PER PASO DOBLE FILM SRL

Distribuzione: WARNER BROS ITALIA (2000)

NOTE
- HA COLLABORATO AL MONTAGGIO ROSELLA MOCCI.
CRITICA
"Femminile singolare è un ritratto di ragazza che aspira senza troppo successo a farsi emblematico di una condizione epocale. Niente di grave, intendiamoci. Salvo quando il film si lascia andare mettendo in bocca ai personaggi sentenze ovvie sul presente o pillole di cultura esumate dagli anni del liceo".
(Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 27 marzo 2000)