Eyes Wide Open

Einaym Pkuhot

ISRAELE 2009
Gerusalemme. Qualcosa di veramente inaspettato accade ad Aaron, rispettabile macellaio di una comunità ebrea ultraortodossa. Sposo e padre coscienzioso, improvvisamente perde la testa per Ezri, uno studente di ventidue anni, e per lui decide di abbandonare la famiglia e la comunità. Tuttavia, il senso di colpa, il tormento e le pressioni psicologiche porteranno Aaron verso un tragico epilogo.
SCHEDA FILM

Regia: Haim Tabakman

Attori: Zohar Strauss - Aaron, Ran Danker - Ezri, Ravit Rozen - Rivka, Tzahi Grad - Rabbino Vaisben

Sceneggiatura: Merav Doster

Fotografia: Axel Schneppat

Montaggio: Dov Shtoyer

Durata: 91

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: PIMPA PRODUCTIONS, TOTALLY PROD.

NOTE
- IN CONCORSO AL 62. FESTIVAL DI CANNES (2009) NELLA SEZIONE 'UN CERTAIN REGARD'.
CRITICA
"Al Certain Regard, l'israeliano Haim Tabakman affronta invece l'omosessualità, uno dei temi ricorrenti nel Festival di quest'anno. 'Eyes Wide Open', opera prima del regista ex allievo della Cinéfondation di Cannes, racconta la tormentata passione tra due uomini, entrambi appartenenti alla comunità ultra ortodossa di Tel Aviv, e la scelta estrema di uno dei due. Il film è stato coprodotto da Francia e Germania perché in patria il regista non è riuscito a trovare i finanziamenti necessari." (Gloria Satta, 'Il Messaggero', 22 maggio 2009)

"'Eyes Wide Open'. Occhi ben aperti, spalancati. Mai titolo fu più azzeccato e letterale tra i film del Certain Regard 2009. (...) Ang Lee ci ha insegnato che bastano un paio di sguardi ben assestati e non c'è bisogno della santa madre porno. Haim Tabakman, che fino a pochi anni fa aveva dedicato vita e spunti talentuosi alla musica, ha letto con attenzione lo script di Merav Doster e lo ha messo in scena: grazia e sensibilità nello sguardo, dialoghi ridotti all'essenziale, scenari arcaici innestati nel presente turbolento della grande città israeliana. Gerusalemme liberata dal cinema. Già Amos Gitai con 'Kadosh' si era inoltrato negli stretti vicoli in pietra, dentro alle sinagoghe, tra i banchi delle rigide scuole talmudiche. Aveva raccolto il sospiro sofferto di una donna bisognosa di amore e di uomini silenziosamente ripiegati sulla preghiera e il timore del peccato. In quel caso, però era una mera questione etero, vecchia come la Bibbia. In 'Eyes wide open' la variabile è, invece, quella tutta nuova del rapporto omosessuale: «quando si è in classe insieme ad altri ragazzi, questo genere di rapporti è frequente. (...) Tabakman offre al pubblico cannense una versione sentita sull'amore gay, con naturalezza." (Davide Turrini, 'Liberazione', 21 maggio 2009)